Gent.mi del Forum,
a mia moglie, titolare dell'utenza casalinga di AQP in un paese della provincia di Taranto, accade quanto segue:
nel 2010 decide di vendere i due manufatti grezzi soprastanti alla ns. abitazione/residenza e lo stesso compratore, artigiano edile, ne completa la ristrutturazione, destinandone l'uso ad inquilini affittuari. La vendita comprendeva ovviamente i manufatti e tutte le opere di corredo, comprese le tubazioni di acqua e di scarico fognante già predisposte, ma sigillate e non attive. Nessun altro accordo specifico regolava la vendita, ma è sempre stato implicito, come nel caso della fornitura di energia elettrica e di gas, che anche l'attivazione delle nuove utenze per la fornitura di acqua potabile e fognatura, fossero da richiedere separatamente ad AQP. Così, con nostra sgradita sorpresa e per puro caso, abbiamo scoperto che il compratore-impresario, di sua sola intenzione e senza alcuna richiesta/accordo con nessuno di noi, ha arbitrariamente allacciato le sue utenze di AQP all'unica conosciuta e regolare che è quella nostra intestata a mia moglie. Abbiamo contestato bonariamente e poi per iscritto al personaggio la irregolarità degli innesti ed infine ci siamo rivolti ad AQP il quale, con ns. meraviglia, ci risponde che eventuali "servitù" private vanno regolate e risolte tra i soggetti interessati e che solo per nuove richieste e/o variazione di somministrazioni, andrà nuovamente interpellato AQP. Tralascio il tumulto di reazioni e sentimenti dinanzi a tale situazione, in alcun modo creata, né avvallata, ma solo subita (per ora), per chiedere: che fare ? C'è qualcuno che sa o può "inquadrare" meglio il ns. caso ed indicarci una ragionevole via d'uscita che non risulti per noi un'ulteriore ed insopportabile beffa ? (come ci è stato "ventilato" sottovoce da qualcuno e cioè.."staccare la ns. utenza" e praticamente "ricomprarne l'uso" ??) Grazie per qualsiasi risposta
Abi52