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per un mutuo fondiario stipulato in data 12/10/2001 estinto anticipatamente nel 2008 si puo richiedere la restituzione di quanto illecitamente pagato di interessi?

e quanto va in prescrizione?

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c'e' un punto al quale il ragioniere deve iniziare a fare delle considerazioni filosofiche. Cosa c'e' dall'altra parte di una porta chiusa che non si puo aprire? Mi pare l'unica chance per spiegare l'apparente impossibile. Un po come il granello di riso messo sul primo riquadro nella scacchiera e raddoppiato ad ogni successivo riquadro. Visto che pare mastichi un po di calcolo, le sarei grato per una dimostrazione. Supposto un mutuo decennale a rimborso di 100.000 euro. Mi fa una scaletta dei vari tipi di mutuo per vedere quanto alla fine dei dieci anni ho reso alla banca a parità di tasso e rate, mutuo alla francese compreso? Credo sia il metodo migliore per verificare se esiste qualche cosa di occulto che puo influire. Se poi esiste una differenza si puo indagare se la colpa e' dell'anatocismo oppure no. A breve aggiornerò sulla situazione causa di anatocismo, intanto ringrazio e saluto



Hannibal
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parità di tasso e rate

con questa premessa, impossibile. Posso mettere due prospetti, Francese e Italiano a confronto. faccio ipotesi di rata annua per non addentrarmi in dettagli di conversione tassi su base mensile, ma la sostanza non cambia.

Tasso annuo 10% Capitale 100000 Anni 10


Francese rata 16274,54

anno 0: ho solo odebito residuo 100000

anno 1: interessi 100000*0,1=10000, quota capitale 6274,54; rata la somma delle due. Debito residuo 93725,46

ho applicato la formula interesse semplice C*tasso*tempo=100000*10%*1 (1 anno). Domanda: gliinteressi sono stati capitalizzati? No, perché sono stati pagati. su questo spero concordiamo tutti a meno che non sia moroso e non pago la rata,ma non è il caso che stiamo oesaminando. sulla mora concordo che gli interessi moratori sono da computarsi sulla sola quota capitale e non sulla quota interessi. Ancora, spero concordiamo tutti che abbiamo un debito al primo anno, di solo capitale, pari al debito residuo riportato sopra.

anno 2: interessi 93725,46*0,1 (faccio notare che è ancora formula interesse semplice)=9372,55 quota capitale 6901,99, debito residuo 86823,47.

Nota: su cosa sono stati calcolati gli interessi del secondo anno? solo sul capitale residuo. Dove sono gli interessi sugli interessi? Ovviamente non ci sono in quanto, come da nota precedente, sono stati pagati e non capitalizzati. Il piano è costruito con la formula dell'interesse semplice come avete visto, quindi la conclusione dovrebbe essere ovvia.

Se sa come sono costruiti i piani, e visto che non so come inserire qui tabelle excel, dovrebbe bastare in quanto il seguito è identico. all'anno 3 calcolo la quota interessi applicandoil 10% al capitale (e solo al capitale) non ancora rimborsato, ovvero avrò la terza quota interessi pari a 8682,35 e ottengo la quotoa capitale per differenza con la rata.

Di fatto la formula è semplice. una volta che ho la rata, con il debito residuo del periodo precedente applico la formula Dres*tasso annuo*frazione anno e ottengo la quota interessi. Per differenza con la rata la quota capitale e aggiorno il debito residuo.

Giusto per dare un'idea, l'ammoortamento italiano ha la caratteristica di avere le quote capitale costanti, quindi sul debito preso ad esempio, avrà quote capitali uguali e pari a 10000 l'una. Ovviamente concorderemo anche che la prima quota interessi, tra francese e italiano, sarà sempre uguale in quanto il debito è lo stesso e alla fine del primo anno saranno maturati in entrambi i casi 100000*0,1=10000 di quota interessi. La differenza ora è che tengo fissa la quota capitale e ottengo la rata come somma di quota capitale e quota interessi, quindi nell'italiano

anno1: Qcap=10000, QInt=10000, Rata=20000 deb res 90000

all'anno due calcolo gli interessi su 90000 e ho 9000 di quota interessi

quindi

anno2: Qcap=10000, QInt=9000, Rata=19000 Deb res=80000

etc....

di fatto applico la stessa identica formula per il calcolo della quota interessi e la differenza tra i due ammortamenti è che:

francese: fissa la rata per tenerla costante e, calcolata la quota interessi di periodo, per differenza trova la quota capitale di periodo

Italiano: fissa la quota capitale e, calcolata la quota interessi di periodo, come somma trova la rata.

Dall'esempio emerge anche quanto sottolineavo: nell'italiano sembra di pagare alla fine meno interessi (fare somma colonna quota interessi del piano e confrontare con eguale somma del francese), ma è ovvio: nell'italiano inizio a pagare, a parità di debito, tasso e durata,una rata da 20000 invece di 16274 circa. Di fatto già solo il primo anno pago 3726 euro in più. Ovvio che alla fine pago meno interessi.

Non c'è nulla di occulto in questo, se non, per come la vedo io, certe "magie" tirate in ballo da chi ci vuole trovare l'inghippo per forza.

Questi esempi li uso a lezione (ci capisco in quanto le insegno queste cose) proprio per stare attenti a non incorrere in "facili" critiche ad un sistema che, con tuttte le pecche che può avere, certe cose le fa comunque giuste. sono altre le lotte da fare, se capiterà l'argomento adatto interverrò.

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si, mi sono documentato. ma provando a pensare a cosa ci puo essere dietro la porta chiusa, mi sono detto: bello il ragionamento non farebbe una grinza, ma mi spiegate sul codice civile dove sta scritto che nel mutuo alla francese io rimborso prima gli interessi e poi il residuo al totale della rata lo calcolo come in conto capitale. Perche' di questo si tratta (probabilmente,) Se la legge non fa questa distinzione uno facendo un calcolo spiccio dice: senza saper leggere e scrivere io gli do una cifra che e' tutta in conto capitale e aggiungo gli interessi al residuo. tenga presente che vado a tentoni, qui si entra nella teoria e li sono scarsino. Saluti



Hannibal
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terrei molto a specificare che le cause intentate con la consulenza dell'Adusbef si basano quasi esclusivamente sul codice civile e non su prassi ragionieristiche anche se consolidate. E' un errore che in molti commettono confondendo una teoria/metodo finanziario/bancaria che poi non trova riscontro nel codice quando non e' addirittura vietata. Quindi i legali adusbef, vanno a richiedere il ricalcolo delle operazioni finanziarie come previsto dalla normativa di legge. Non era forse prassi degli istituti richiedere l'apposizione di una successiva firma su clausole espressamente vietate dal codice? anzi mi pare che ancora oggi sia cosi salvo che detti patti in un giudizio vengono sempre annullati. Ovvero clausole vessatorie imposte dalla parte economicamente piu forte. Assolutamene non parlo dalla cattedra, non ho la minima capacità ma cerco di spiegare come probabilmente funziona l'azione dell'ADUSBEF, Prima sulla forma riportando il contratto entro i limiti del codice civile e successivamente sul ricalcolo. Da povero ragioniere ho solo visto che: data la rata costante del mutuo alla francese, aumentandola di poco per i primi tre anni in un muto all'italiana ottengo un enorme vantaggio di riduzione di rata negli anni successivi. O almeno cosi mi e' parso. saluti



Hannibal
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Allora, speravo fosse chiaro, ma deduco che non lo era.

Il codice civile prevede anatocismo quando vengono calcolati interessi sugli interessi e lo vieta. benissimo.

In ogni debito, ovviamente, ad ogni scadenza pattuita si pagano gli interessi maturati fino a quel momento. e fin qui spero tutti d'accordo. il CC non impone "quando si devono pagare", ma è necessario che ad ogni scadenza di versamento si paghino gli interessi maturati o tutto va a pallone. contutto quello che scriverò dopo, le chiedo di fidarsi. non facendolo sarebbero più i casini che sorgono che non le cose che si risolvono (di fatto nessuna!!). non solo, si aprirebbero molti di quegli spazi di incertezza in cui chi la fa da padrone ci sguazza. meglio evitare nel bene del "più debole".

In ogni ammortamento gli interessi maturati in un periodo si calcolano, come spero di aver dimostrato sopra, con la formula C*tassoannuo*frazioneanno che è la formula del cosiddetto interesse semplice. quello che garantisce che non ci sia anatocismo. questo l'ho fatto in entrambi gli esempi sopra, sia il francese che l'italiano. E aggiungo che l'ho fatto perché così si deve fare affinché matematicamente sia tutto sempre corretto. poi, per inciso, osservo che, per fortuna, il modo di fare corretto "matematicamente" guarda caso è coerente con le prescrizioni legislative.

Il problema dell'azione ADUSBEF origina dal fatto che il calcolo della rata in ammortamento francese venga fatto usando una condizione di equivalenza finanziaria che si chiama "condizione di chiusura finanziaria" che usa, invece, il regime della capitalizzazione composta: quello che in teoria tiene conto degli interessi sugli interessi. sottolineo però che tale condizione è soddisfatta, usando lo stesso regime comoposto, anche da piano Italiano e da tutti gli altri. non è altro che la formula prevista, sempre per legge, per il calcolo del TAEG, del TEG sui prestiti etc. Nello stesso tranello cade il Tribunale di Bari quando nel 2008 con la sua sentenza dichiara l'ammortamento francese illegale.

Dove sta l'inghippo? semplicemente nel fatto che per calcolare un tasso "effettivo" annuo (che rappresenterà l'indicatore di costo globale), si deve usare la capitalizzazione composta in quanto per esempio al tasso annuo nominale del 10% non è lo stesso pagare gli interessi ogni sei mesi o ogni mese. Per il debitore è peggio pagarli ogni mese in quanto esborsa prima, quindi si deve tenere conto del fattore "tempo" che la capitalizzazione semplice non fa. A chi intenta queste cause però sfugge che a mancare è "il presupposto" dell'anatocismo. ad ogni periodo gli interessi vengono pagati, concordiamo su questo? ovviamente, sono parte della rata. ora, se li ho pagati, come fanno a produrre interessi loro volta se non fanno parte di nessun debito? ci ha mai pensato a questo aspetto? cause di questo genere mi fanno pensare al castello costruito non sulla sabbia, ma su un "buco" in quanto si arrampicano sugli specchi disquisendo (inopportunamente come dico fra un attimo) su regimi finanziari e come funzionano, dimenticandosi di osservare la cosa più banale: gli interessi si pagano e non si capitalizzano, ergo anatocismo impossibile.

Perché dico "disquisiscono inopportunamente"? perché chiunque abbia studiato un po' di matematica finanziaria, parlo di cose che stanno nelle prime 20 pagine massimo dei libri di testo dedicati, sa che se mi limito calcolare gli interessi su un periodo solo, usare la capitalizzazione composta (potenzialmente anatocistica) e quella semplice (non anatocistica), coincide!!!! Ciò che fa la differenza è che la composta prevede che alla fine del periodo gli interessi, se non liquidati, vengono capitalizzati e quindi per il periodo successivo faranno interessi su interessi. sottolineo: se non liquidati!!!! visto che negli ammortamenti invece vengono liquidati, il calcolo non viene influenzato e il periodo successivo è come ripartire da 0 con un capitale residuo ridotto: gli interessi saranno di nuovo gli stessi sia calcolandoli in regime composto che in regime semplice in quanto gli interessi del periodo precedente non entrano in gioco.

Si è mai chiesto come mai la Cassazione nel 2003 ha dichiarato che il mutuo alla francese andava benissimo e si è limitata a dichiarare anatocistici gli interessi di mora calcolati sulla parte di rata non pagata riferibile alla sola quota interessi? Semplicemente forse perché la Cassazione si è rivolta a esperti di matematica finanziaria "seri" (non per offendere nessuno, ma le garantisco che se uno studente all'esame mi dicesse che in mutuo si calcolano gli interessi sugli interessi lo boccio ... lui dopo tutto il corso lo deve sapere!!!) che sanno quanto spiegato sopra e che è, pensandoci bene, ovvio.

Adesso che spero sia più chiaro il concetto, cerco di dare risposte specifiche alle sue affermazioni/dubbi.

, ma mi spiegate sul codice civile dove sta scritto che nel mutuo alla francese io rimborso prima gli interessi e poi il residuo al totale della rata lo calcolo come in conto capitale. Perche' di questo si tratta (probabilmente,) Se la legge non fa questa distinzione uno facendo un calcolo spiccio dice: senza saper leggere e scrivere io gli do una cifra che e' tutta in conto capitale e aggiungo gli interessi al residuo

sta scritto su un contratto che gli interessi maturati si calcolano a fine periodo e non è una clasusola vessatoria. è una clausola normalissima e come detto all'inizio necessaria. si metta lei nei panni del creditore, li vuole i suoi interessi? certo, e li vuole quando le spettano. ha per caso in portafoglio un BTP? vuole la cedola semestrale? direi di sì. Accetterebbe che sia considerata una restituzione di capitale invece di essere un pagamento in conto interessi? se lo accettasse, la cedola successiva sarebbe inferiore in quanto il Tesoro avrebbe ridotto il suo debito nei suoi confronti. Le sembra coerente con quanto si aspettava sottoscrivendo il BtP? Direi di no. Non si può quindi pensare che i soldi che do' rappresentano "quello che mi fa comodo a seconda dei casi".

Ancora, se mi dicesse aggiungo gli interessi al residuo, le faccio la domanda a prescindere dalla legge, usi il buon senso: di fatto cosa sta facendo? da una parte mi riduce il debito e più del dovuto poi, visto che il pagamento degli interessi era quella parte, avendolo sostituito, aumenta il debito. Cosa fa, il goco delle tre carte? Le pare sensato poi appellarsi al fatto che al periodo successivo una parte di quel debito ..."eh no, quelli erano interessi, non ci devo pagare gli interessi sopra!!". Mi pare il "furbetto del quartiere" chi fa questo ragionamento, non crede? Io, che tante volte ho fatto battaglie con le finanziarie che mettevano clausole assurde per fargliele togliere, ho fatto restituire soldi ai clienti minacciando di non validare i loro conti (ho fatto il consulente, magari ne parlerò altrove dando consigli sui dettagli ai quali prestare davvero attenzione), comunque faccio dell'onestà un principio fondamentale, e l'onestà non guarda in faccia a nessuno: è richiesta da entrambe le parti. Ben venga una lotta giusta contro "i potenti" (mi permetta di usare questo termine), ma solo se è giusta appunto.

terrei molto a specificare che le cause intentate con la consulenza dell'Adusbef si basano quasi esclusivamente sul codice civile e non su prassi ragionieristiche anche se consolidate. E' un errore che in molti commettono confondendo una teoria/metodo finanziario/bancaria che poi non trova riscontro nel codice quando non e' addirittura vietata. Quindi i legali adusbef, vanno a richiedere il ricalcolo delle operazioni finanziarie come previsto dalla normativa di legge. Non era forse prassi degli istituti richiedere l'apposizione di una successiva firma su clausole espressamente vietate dal codice? anzi mi pare che ancora oggi sia cosi salvo che detti patti in un giudizio vengono sempre annullati. Ovvero clausole vessatorie imposte dalla parte economicamente piu forte. Assolutamene non parlo dalla cattedra, non ho la minima capacità ma cerco di spiegare come probabilmente funziona l'azione dell'ADUSBEF, Prima sulla forma riportando il contratto entro i limiti del codice civile e successivamente sul ricalcolo

Penso di aver abbondantemente chiarito che la prassi logico/matematica/finanziaria della costruzione di ogni piano di ammortamento, francese incluso, rispetta la normativa in vigore. chiunque affermi il contrario commette errori matematici nel dimostrarlo (si fidi, ho letto perizie anche ultimamente che sostengono la tesi dell'anatocismo nel francese, zeppe di errori "ad arte" se capisce cosa intendo) e non si può accettare una tesi che si basa su degli errori (se poi sono "ad arte", mi cascano le braccia e perdo pure la fiducia in chi sostiene tali tesi inquanto perde la faccia. NOTA: la perizia vista non era di ADUSBEF). motivo per il quale ho contattato l'avvocato responsabile ADUSBEF nella mia città per spiegargli la cosa ed evitare che l'associazione si ricoprisse di "ridicolo". non sono stato ricontattato ma pare la cosa sia caduta nel nulla, magari qualcuno ha già spiegato ai responsabili, almeno spero.

Da povero ragioniere ho solo visto che: data la rata costante del mutuo alla francese, aumentandola di poco per i primi tre anni in un muto all'italiana ottengo un enorme vantaggio di riduzione di rata negli anni successivi. O almeno cosi mi e' parso. saluti

Intanto può provare a leggersi un altro mio intervento nella sezione sui mutui. Poi cercherò di argomentare qui dove purtroppo non so come riportare le tabelle di ammortamento complete. Voglio confrontare un ammortamento di 60'000 Euro in 24 rate mensili al tasso nominale annuo del 12% (quindi tasso mensile 1%, scelto apposta per avere un tasso "comodo" per fare i conti), ovviamente nelle due ipotesi italiano e francese. Info aggiuntiva: senza considerare ulteriori oneri TAEG 12,68% annuo circa per entrambi

Iniziamo con due dati veloci:

  1. Francese: ha la rata costante, quindi il punto di partenza è il calcolo della rata. 2824,41 circa (2824,4083 con due decimali in più)
  2. Italiano: ha la quota capitale costante, quindi 60'000/24=2500
  3. La prima quota interessi, che calcola in entrambi i casi interessi dell'1% su un mese su 60'000, è pari a 600. notare che uguale risultato si aveva calcolando 60'000*12%*1/12 che è la formula del calcolo interessi in capitalizzazione semplice. Quindi
  4. Francese: prima rata come sopra 2824,41 circa (di cui per differenza 2224,41 di quota capitale essendo 600 gli interessi)
  5. Italiano: prima rata 3100.

Di seguito (che lavoraccio mi fa fare!!!! :-) ) le metto le differenze fra le rate dei due piani ad ogni periodo, in grassetto il mese

1 275.5917 2 250.5917 3 225.5917 4 200.5917 5 175.5917 6 150.5917 7 125.5917 8 100.5917 9 75.59167 10 50.59167 11 25.59167 12 0.591667
13 -24.4083 14 -49.4083 15 -74.4083 16 -99.4083 17 -124.408 18 -149.408 19 -174.408 20 -199.408 21 -224.408 22 -249.408 23 -274.408 24 -299.408

Come può notare per i primi 12 mesi la rata dell'italiano rimane superiore (al dodicesimo sono quasi uguali, l'italiano circa 50 centesimi in più) e per i successivi 12 è superiore quella del francese. Già questo da un'idea di quale "enorme" vantaggio sia, comunque basta fare la somma di queste differenze per capire in quale caso, "somme alla fine" si paga di più. la somma viene -285,8 che significa che il totale delle rate del francese supera il totale delle rate dell'italiano di circa 286 euro. Vogliamo concludere da ciò che è "sconveniente"? quando me lo ha detto l'impiegato di banca che conosco da 30 anni gli ho chiesto se voleva ripetizioni di matematica finanziaria .... :-)

Scherzi a parte, la vera risposta è: dipende. intanto inizio con un presupposto: sarà d'accordo con me che i soldi meglio pagarli dopo che prima (o riceverli subito invece che fra un anno). è buon senso giustificato dalla teoria che lo chiama "postulato di impazienza". visto che fa più presa, ragioniamo su 1000 euro che lei deve prendere. se li prende subito si può comprare un bel BtP e alla fine dell'anno si prende gli interessi, se glieli danno fra un anno si piglia solo i 1000. meglio subito quindi. idem se li deve pagare: se li paga fra un anno meglio che nel frattempo si prende il BtP e alla fine si tiene in tasca gli interessi.

Ora, visto che nell'italiano tiro fuori più soldi prima, se i totali fossero uguali sarebbe peggio del francese. quei 286 euro di fatto "pareggiano" le cose considerando il tasso del 12% annuo nominale (1% mensile effettivo) del contratto. tutto qui.

Ascolti un consiglio: diffidi di chi dice che un mutuo è meglio di un altro facendo la somma delle quote interesse. Quella persona non ha capito nulla della matematica finanziaria e soprattutto non ha capito nulla del valore del denaro e del tempo (io insegno che è il tempo ad avere valore più che il denaro in quanto è il "tempo" per il quale io ho il denaro disponibile che mi rende interessi). nell'esempio sopra, come ha visto, abbiamo due operazioni finanziarie entrambe con lo stesso identico capitale iniziale, la stessa durata, lo stesso frazionamento nei flussi futuri e lo stesso tasso di interesse effettivo: 1% mensile. SONO EQUIVALENTI se a scegliere uso il criterio del tasso di rendimento (passivo in questo caso)

cosa cambia? la distribuzione dei flussi futuri dove in uno si paga di più all'inizio e nell'altro alla fine e per compensare in questo secondo caso la somma totale è maggiore. La giustificazione l'ho data prima. supponga che quei 275 euro circa che risparmia nel francese sulla prima rata li usa per fare un certificato di deposito. quei 275 euro (che non le serviranno almeno fino alla rata 13, le daranno interessi per un anno. li vuole considerare? lo faccia per tutte le volte in cui la rata del francese è maggiore, ovvero ogni mese mette la differenza tra le due rate sul certificato di deposito. Quando arriva all'anno 13, momento in cui l'italiano diventa minore, cominci a prelevare sempre la differenza della rata. non sto a farle i conti precisi, non ne ho voglia adesso sto già scrivendo troppo, ma avrà soldi che resteranno investiti quasi due anni (23 mesi), soldi che resteranno investiti 22 mesi etc... (più o meno, non ho fatto conti precisi, ma la logica si capisce). A che pro questo discorso? per farle capire che quella differenza vista prima di 286 euro di fatto non è reale in quanto, se lei considera gli interessi attivi che prenderà sui certificati di deposito con i soldi che le avanzano nelle prime rate stipulando il francese, è nettamente inferiore. si parlava di "enorme" vantaggio, dov'è finito? in nulla o quasi.

Allora cosa dovrebbe chiedere un consulente finanziario "serio"?

  1. la cosa più importante: hai la possibilità di pagare le maggiori rate dell'italiano nei primi periodi? questa è la prima domanda che deve fare. se la risposta è no e si possono pagare al massimo, esempio, 2900 euro (sui dati precedenti scelgo una disponibilità sufficiente a pagare la rata fissa del francese), allora devo rifare il piano italiano in quanto, deducendo 600 euro della prima quota interessi, al massimo il primo periodo posso pagare 2300 in conto capitale. Così facendo il mutuo si allunga di due mesi e qualcosa (60'000/2300=26,08), pago solo le primissime rate maggiori rispetto al francese (le prime 4 invece delle prime 12), ma ne pago due in più (ovvio, pago meno prima, devo compensare dopo). risultato? la somma totale tirata fuori con l'italiano da 286 euro in meno rispetto al francese diventa 339 in più (motivazioni identiche a quelle sopra). è conveniente? rispetto a quanto le è sembrato, e a quanto consigliano sconsideratamente molti, purtroppo troppi, consulenti no. io dico ancora: dipende. Se la risposta alla domanda invece è: sì, posso tirar fuori i primi 12 mesi le rate previste, allora lascio il piano com'è e ribadisco: conviene? dipende. Ma da cosa? dalla prossima domanda ovviamente e che nessuno fa quasi mai.
  2. A quanto puoi investire i tuoi soldi se non li usi per rimborsare il mutuo (vedi l'esempio del certificato di deposito precedente)? Questa è la vera domanda chiave e che ha una risposta diversa per ognuno di noi. Ecco perché è sbagliato generalizzare. Mi passi l'esempio, scolastico se vuole, ma serve solo per capire.

Esempio 1: sono un investitore senza pretese, senza grossi capitali, senza grande competenza finanziaria. Bene che mi va investo in obbligazioni e simili. Morale:il mio tasso attivo è inferiore al tasso passivo del mutuo. che faccio? sopra ho elencato otre possibilità: il francese, l'italiano di chi ha soldi sufficienti per le prime rate maggiorate e l'italiano di chi non li ha. Premessa che guida tutto il resto della scelta: visto che se tengo i soldi li investo al tasso del, diciamo a caso per farlo inferiore all'1% mensile del mutuo, 0,5% mensile, non ha senso tenerli a fruttare lo 0,5% e pagare contemporaneamente l'1% sul mutuo. anche il semplilce ragioniere deduce che è meglio usarli, rinunciando allo 0,5%, per risparmiare l'1%. La scelta migliore di conseguenza è quella che mi fa rimborsare il mutuo più in fretta per pagare l'1% passivo per il minor tempo possibile. tornando alle tre possibilità: se ho i soldi per pagare le maggiori rate dell'italiano all'inizio, scelgo quello. se posso pagare massimo 2900 euro al mese, meglio il francese che l'italiano a 26 mesi.

Esempio 2: sono il mago della finanza, il signor B. (Bill Gates) mi fa un baffo con i suoi capitali. alle banche impongo le mie condizioni ... insomma, ho un tasso attivo maggiore dell'1% mensile. il discorso si ribalta completamente. ora chi me lo fa fare di ammortizzare velocemente quando posso tenermi il debito su cui pago l'1% e intanto lascio i soldi a fruttare l'1,5%? ovviamente nessuno. la scelta si inverte. (lasciamo stare il paradosso per il quale in questo caso mi indebiterei ancora pur di investire di più, ripeto era "scolastico").

Morale:

  1. il francese è contro legge? no, funziona nel calcolo degli interessi esattamente come tutti gli altri piani e rispetta il dettato legislativo.
  2. il francese è svantaggioso? dipende dai casi che sono da analizzare soggettivamente per ogni diverso cliente. ci sono casi in cui, per la situazione particolare, potrebbe essere la scelta migliore (vedi esempio 1 con massimo 2900 euro di esborso mensile). sottolineo che questa casistica è la maggioranza dei casi in quanto tutti abbiamo un limite di spesa massima da dedicare al mutuo mensilmente e quasi tutti "non" siamo il signor B, quindi abbiamo un tasso attivo minore del tasso passivo. quindi la conclusione che, da docente di matematica finanziaria, da consulente finanziario per aziende, stupisco tutti e affermo che fare un francese è conveniente per il cliente!!!!!!! Basta fissare la rata vicina al massimo di spesa che gli si può dedicare e avremo un piano più corto, quindi più "economico" dell'italiano che si può fare con quello stesso limite.

E' un po' più chiara la questione? sia da un punto di vista prettamente giuridico che da un punto di vista economico finanziario?

Spero di essere stato esauriente (con tutto quello che ho scritto!!!) e di aver non solo dissipato i dubbi, ma anche di aver dato qualche consiglio per difendersi dai "cattivi suggerimenti" (spesso in buona fede e dati solo per "ignoranza", accezione buona del termine, colui che ignora) che non solo i consulenti danno, ma anche tanti commercialisti (vedi un mio cugino illustre commercialista da tempo cui quest'estate ho dovuto spiegare la cosa e farlo ricredere su tanti "errati" consigli dati ai suoi clienti .. per il loro bene!!!).

A questo punto, se ci sono ancora domande, che siano specifiche e sarò ben felice di rispondere.

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