nel 2005 il furgone della mia Ditta venne speronato da un'autovettura che non aveva rispettato uno stop. Entrambi i veicoli riportarono danni rilevanti ma non ci furono feriti e fu fatto il cid in cui il conducente della vettura, un Signore di Napoli (attenzione a questo dettaglio) si fece carico della responsabilità del sinistro che avrebbe, data la dinamica, potuto avere conseguanze ben più gravi. Di fronte alle resistenze dell'assicurazione alla liquidazione del danno venne intrapresa azione legale a seguito della quale il giudice nominò un perito per la quantificazione del danno e per la compatibilità. Il signore in questione venne presso la ns. sede dove il furgone stazionava, non riparato, portando un'autovettura del tipo coinvolto nell'incidente, effettuava delle misurazioni che lo portavano a sentenziare, senza aver visto la vettura coinvolta, che a suo avviso non vi era "compatibilità". Ho fatto effettuare una perizia di parte che ci ha portato al ritrovamento delle foto dell'altra vettura i cui danni ben evidenziano della violenza della collisione ma, nonostante questo, il ctu resta irremovibile nella sua "sentenza"Alle mie richieste di chiarimenti, fatte a titolo personale, mi rispondeva " ma a chi vuoi darla a bere: fai un incidente con "uno di Napoli, e non chiami i Carabinieri? " Sono rimasto sconcertato e ho capito che, l'evidenza dei danni, e la dinamica facilmente ricavabile a mio avviso anche da un profano, passavano in secondo piano rispetto a quella considerazione di marca razzista. Nel caso probabile che il giudice confermi la perizia del suo ctu, ho chiesto al mio avvocato di portare gli atti in procura e di autodenunciarmi , insieme al correo,per truffa nella speranza che, spostando la cosa in sede penale possa far valere le mie ragioni. Chiedo scusa per questa che è, più che altro, uno sfogo personale che cmq evidenzia che, di fronte ai poteri forti, la parola dei comuni mortali vale meno di nulla.