Borgata Finocchio, la parabola della collina confiscata alla mafia di pa.za. La Collina della Pace, a Borgata Finocchio, è un simbolo. Senza retorica. Lì, fino al 2001, sorgeva un ecomostro di proprietà della Banda della Magliana. Un bene confiscato e restituito ai cittadini che, attraverso un lungo percorso partecipato, hanno deciso che quella collina doveva diventare il parco che a Borgata Finocchio non hanno mai avuto.Noris Pivetta è una di loro, una del comitato di quartiere Casilina 18. Lo hanno chiamato così perchè fino a pochi anni fa questo pezzo della città non è stato altro che un mucchio di case al 18esimo chilometro della via Casilina. Un punto di una mappa geografica, nulla di più. «Poi – racconta Noris – è arrivato Luigi Nieri, l'assessore alle Periferie della prima giunta Veltroni: a noi non sembrava vero, noi qui i politici li vediamo solo nelle settimane prima delle elezioni. Quando ci ha proposto la sua idea di realizzare un parco e aprire un centro culturale, non ci ha convinto per niente. Pensavamo che le emergenze erano altre, che sarebbe stato solo un'operazione di facciata. Poi finalmente abbiamo capito che aveva ragione: perché fermarsi a ciò che è emergenza? Rendere un posto più bello significa ridargli dignità e decoro. Così abbiamo iniziato questo lungo percorso, che è continuato con l'assessore Pomponi. E poi è finita così».È finita che sulla Collina della Pace, i due casali che dovevano essere ristrutturati sono fermi lì. In uno avrebbe dovuto nascere una biblioteca multimediale, l'altro avrebbe dovuto diventare uno spazio per le attività delle associazioni del territorio. I soldi ci sono, ne ha appena rimessi altri la Regione Lazio. Ma la giunta non ne vuole sapere e pare voglia addirittura cambiare destinazione d'uso ai casali, in barba alle decisioni prese dai cittadini che quel posto lo devono vivere. E che ce la stanno mettendo tutta per «dare una svolta a questa borgata, per creare nuove frequentazioni». La raccolta firme è già cominciata: sono a quota mille, mille persone che al progetto in cui hanno creduto, non hanno nessuna intenzione di rinunciare.04 marzo 2009
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04/03/2009, ore 16:06
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