Resta comunque un quasi niente....Ma infatti...girate e rigirate, non vi va quello che scrivo perche proviene da me ...e poi concludete quello che ho scritto in apertura....mi par che traspaia del pregiudizio sull'autore...
Non direi. Se c'è un thread dove si è raggiunto la quasi unanimità di consenso e convergenza di vedute è proprio questo. Con parole diverse (anche perché ripeterle uguali non avrebbe senso), abbiamo detto più o meno tutti la stessa cosa.
Il discorso euro invece è diverso. Qui l'unanimità non c'è né può esserci. Lungi dal ritenerlo un problema (il che non significa negare che qualche problema lo ha prodotto e si poteva gestire meglio), io lo vedo ormai come un alibi. Una sorta di enorme tappeto dove la politica nostrana, incapace di affrontare i veri nodi strutturali che ci strozzano, buttano la polvere per nasconderla.
E i nostri problemi sono e restano quelli: burocrazia; mafie; corruzione; iperlegislazione; mancanza di concorrenza e ingessatura totale del sistema economico; pavidità e impotenza della politica accompagnata da un sistema mediatico corrotto e asservito.
...oggi i costruttori italiani protestano davanti alla Borsa di Milano ( http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-08/crisi-mattone-torna-protesta-105515.shtml?uuid=AbEXbICI ). Non si lamentanto tanto della pressione fiscale, quella la si può comprendere anche se non condividere; protestano per i "100 paletti" che bloccano questa attività e si traducono in vere e propie in vessazioni. Esattamente quanto scrivevo io tempo fa spiegando il perché a un certo punto decisi di chiudere. Allo stesso tempo, sul Corriere di oggi c'è un illuminante articolo di Sergio Rizzo, uno dei pochi giornalisti "decenti" che abbiamo in Italia. Consiglio vivamente di leggerlo. A questo Url:
http://www.corriere.it/politica/13_luglio_08/burocrazia-leggi_c81d03c2-e78d-11e2-898b-b371f26b330f.shtml
Estrapolando tra le varie, sensate e verissime cose che scrive, riporto qui qualche breve passaggio:
Il simbolo più eclatante della sconfitta subita dalla politica a opera della burocrazia è senza dubbio il ministero della Semplificazione, ora pietosamente sepolto. Mentre il ministro Roberto Calderoli menava inutilmente fendenti su 375 mila leggi inutili, la macchina della Complicazione andava a pieni giri. Un documento appena sfornato dall'ufficio studi della Confartigianato diretto da Enrico Quintavalle racconta che dal 2008 a oggi sono state approvate 491 norme tributarie, delle quali 288 hanno reso la vita più difficile alle imprese, contro le 67 che invece sulla carta le semplificavano. Bilancio: 4,3 complicazioni per ogni semplificazione
Un esempio? Nella legge anticorruzione compare una pillola avvelenata: i magistrati non potranno restare fuori ruolo per più di 10 anni. Fine degli incarichi extragiudiziali a vita. Spunta però un comma previdenziale che esenta dal tetto i membri del governo. Ovvero, i consiglieri di Stato Antonio Catricalà e Filippo Patroni Griffi, allora rispettivamente sottosegretario alla presidenza e ministro della Funzione pubblica: nel successivo governo di Enrico Letta il primo è diventato viceministro dello Sviluppo e il secondo è andato al posto del primo.
Non basta. Il decreto attuativo non è mai stato approvato, con il risultato che sugli altri incarichi degli altri magistrati decide sempre il relativo organo di autogoverno. Al Csm si è già stabilito che nei dieci anni non sono compresi i periodi di aspettativa.
La giustizia non è forse uguale per tutti, Stato compreso? La durata media di un procedimento civile per inadempienza contrattuale qui è di 1.210 giorni, più del triplo rispetto a Germania, Francia e Regno Unito (394, 390 e 399 giorni). Una procedura fallimentare va avanti in media per 2.567 giorni, ma ci sono casi, come quello di una piccola ditta pugliese fallita nel 1962, che hanno segnato record di 48 anni cui si è sfiorato il mezzo secolo. Una pacchia forse per gli avvocati, tanto numerosi da superare nella sola città di Roma quelli di tutta la Francia, certo non per le imprese. Né italiane, né straniere, che infatti hanno ridotto al lumicino gli investimenti nel nostro Paese.
Ancora. In Italia i giorni necessari per ottenere permessi edilizi sono in media 234, contro i 184 della Francia, i 99 del Regno Unito e i 97 della Germania. Senza citare l'inconcepibile quantità di strumenti urbanistici attraverso cui bisogna districarsi nel caso di opere appena più complesse di una semplice ristrutturazione: l'imprenditore campano Alfredo Letizia ne ha censiti 62. Vincoli che non hanno impedito al Paese più iper regolato di diventare campione europeo di illegalità e abusivismo edilizio, ma che rendono ancora più tortuoso ogni processo decisionale, condizionato da un numero incredibile di soggetti competenti. Alla conferenza dei servizi della Stazione dell'alta velocità di Roma Tiburtina hanno partecipato in 38, ciascuno dotato di un potere di veto più o meno piccolo. Per fotocopiare e distribuire a tutti il progetto sono stati spesi 456 mila euro, poi altri 22 mila per distruggere le fotocopie
...e questo senza contare la corruzione, le Mafie eccetera. in un Paese così, tu puoi togliere l'euro e tornare alla lira, poi togliere la lira e tornare al fiorino, poi al sesterzo e indietro fino la baratto o ai ciotoli di pietra; ma se non metti mano a quei problemi lì non risolvi nulla. E il Paese è destinato miseramente ad affondare. Questa è la (triste) realtà, Inutile girarci intorno