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perchè chi commette omicidi deve essere protetto? Battisti, Lula non arretra:«Decisione sovrana». Fini: inaccettabile Invia Stampa Approfondimenti ■ La replica di Lula: «Il Brasile ha preso una decisione sovrana» ROMA (19 gennaio) - «Il Brasile ha preso una decisione sovrana». È quanto ha detto oggi Marcelo Baumbach, portavoce del presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, rispondendo a una domanda dell'agenzia Ansa sulla decisione di concedere lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti, presa dal ministro della giustizia Tarso Genro. Non si sa - ha aggiunto il portavoce - quando Lula risponderà alla lettera inviata dal presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, che si era già detto "stupito e rammaricato" per la decisione del Brasile. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, aveva scritto oggi al presidente brasiliano affinché rivedesse la decisione di concedere lo status di rifugiato a Battisti, terrorista condannato all'ergastolo per due omicidi. «Abbiamo applicato correttamente la legislazione e la costituzione del Brasile così come ha fatto l'Italia che non ha estradato criminali comuni, come Cacciola, per esempio, che aveva doppia cittadinanza» italo-brasiliana, aveva detto oggi il ministro brasiliano della giustizia, Tarso Genro. L'ex banchiere Salvatore Cacciola - ricercato in Brasile per una condanna per crimini finanziari - si rifugiò in Italia nel 2000, da dove non poteva essere estradato perché, grazie alla doppia cittadinanza, aveva anche un passaporto italiano. Cacciola fu poi arrestato nel corso di una sua visita nel Principato di Monaco dall'Interpol ed estradato dal Principato in Brasile.In una intervista al quotidiano «Folha de S.Paulo» Genro dice ancora che «il Brasile ha una tradizione giuridica liberale nel riferirsi agli asili. Tanto di destra come di sinistra. Abbiamo già accolto il generale Georges Bidault, che ha cercato di uccidere il presidente francese Charles De Gaulle all'inizio degli anni 60, il generale Alfredo Stroessner (dittatore paraguayano dal 1954 all'89 ndr) e il sacerdote Oliverio Medina (ex membro delle Farc ndr)». «Quello che sta succedendo adesso - osserva i ministro brasiliano - è una reazione ideologica al fatto che Battisti è stato un militante di ultra-sinistra».«Gentile presidente - ha scritto Fini a Lula - mi rivolgo a Lei, alla sua sensibilità e alla Sua origine italiana, per esprimerle grande sorpresa e forte rammarico, sentimenti condivisi da tutte le forze politiche rappresentate alla Camera dei deputati, per la recente decisione del ministro della Giustizia, Tarso Genro, di concedere lo status di rifugiato a Cesare Battisti, già giudicato e riconosciuto colpevole di più omicidi dalla magistratura italiana, dalla magistratura francese e dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo».«La Camera dei Deputati, come l'opinione pubblica italiana - prosegue - è rimasta molto perplessa e sconcertata per il fatto che, nel bloccare di fatto l'estradizione, la decisione del ministro della Giustizia conceda al Battisti lo status di rifugiato, con motivazioni - tra cui quella di "fondati timori di persecuzionì al rientro in Italia" - francamente inaccettabili per un Paese profondamente democratico e di grandi tradizioni giuridiche, quale è l'Italia. Duole inoltre notare che, con il provvedimento in questione, il Brasile è oggi l'unico Paese al mondo a riconoscere lo status di rifugiato a un nostro connazionale».«Anche a nome dell'intera Camera dei deputati, desidero esprimere quindi l'auspicio, nel pieno rispetto delle regole e delle procedure brasiliane, che le competenti autorità del suo Paese possano procedere quanto prima a un riesame più oggettivo e sereno del caso, in modo da pervenire a una decisione più equa e fondata, che consenta la consegna all'Italia di un cittadino che si è macchiato dei delitti più odiosi. Nel ringraziarla per la gentile attenzione - conclude la lettera - colgo l'occasione per inviarle i miei più cordiali saluti». Il presidente del Senato, Renato Schifani, condivide «il sentimento di disapprovazione» sulla vicenda di Cesare Battisti già espresso dal Capo dello Stato. «Disapprovazione che condividiamo - ha detto Schifani incontrando i cronisti al Senato - così come condividiamo le parole di Napolitano». Invia Stampa linkedin facebook digg mixx yahoo-buzz

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Cerca nel sito Cronaca--------------------------------------------------------------------------------''Nel 1981 fece scappare con sé dal carcere di Frosinone un giovane camorrista'' Il complice di Battisti: ''Intellettuale? Era un delinquente comune''''Io e lui protagonisti di tutte le malefatte dei Pac''. Lo rivela Pietro Mutti, fondatore dei Proletari armati per il comunismo a 'Panorama'. Parla anche l'ex fidanzata: ''Nel dirmi l'effetto che gli faceva uccidere una persona'' si accusò dell'omicidio Santoro. Frattini: ''Mi auguro che Lula sconfessi la decisione del suo ministro della Giustizia'' leggi i commenti commenta 1 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 22 gennaio, ore 19:09Roma, 22 gen. - (Adnkronos) - ''Devo essere sincero: gli unici che sono stati protagonisti di tutte le malefatte dei Proletari armati per il comunismo siamo io e Cesare Battisti, i due operativi''. Pietro Mutti, 54 anni, fondatore dei Pac (ha scontato otto anni di carcere), pentito e grande accusatore di Cesare Battisti, descrive cosi' nella sua prima intervista, pubblicata su Panorama in edicola da domani, il suo ex compagno di lotta armata. ''Non era un intellettuale -dice- ma un delinquente comune e cosi' si dava da fare per meritare di restare con noi, il gruppo fondatore dei Pac, che in cambio gli garantivamo vitto, alloggio e documenti falsi''. E aggiunge: ''Nel 1981 organizzai la fuga di Battisti dal carcere di Frosinone e lui, che del prigioniero politico aveva poco, fece scappare con se' un giovane camorrista''.C'e' anche chi non crede a Mutti. ''Quell'uomo si e' salvato dall'ergastolo scaricando le responsabilita' su mio fratello'', dice a Panorama il fratello dell'ex terrorista. Il settimanale pubblica altre testimonianze di chi e' stato con Battisti nei Pac: ''Nella primavera del 1979 Battisti, nel dirmi l'effetto che faceva uccidere una persona (e ''in particolare vedere uscire il sangue da un uomo colpito'' si legge in una sentenza), fece riferimento all'omicidio Santoro, indicando se stesso come uno degli autori'', ha testimoniato per esempio la ex fidanzata e compagna di lotta di Battisti, Maria Cecilia B., oggi docente universitaria. E Massimo T., ex militante dei Pac, ora stimato professionista: ''Un giorno mi chiesero di guidare l'auto che doveva portare il gruppo a fare una gambizzazione (quella dell'agente di custodia Claudio Nigro, ndr). Con me c'erano Battisti e Mutti. Dopo l'azione io ero sconvolto, loro non mi sembrava. Il nostro piu' grande errore? Pensare di avere ragione: in quel momento avevamo gia' perso''.Contro Battisti anche le dichiarazioni della famiglia Fatone: Sante, pentito, la sorella Anna e la nipote Rita. Quest'ultima definita dagli amici di Battisti ''ai limiti dell’imbecillità''. ''La stessa tecnica di sempre. Che conferma lo stile dell’uomo'' replicano a casa Fatone, dove le donne hanno paura. ''Quando Anna e sua figlia, allora minorenne, andarono in Francia a cercare Sante latitante, Cesare le minacciò di morte. Era il peggiore di tutti''.

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perchè è di sinistra e qualcuno "sottobanco" lo aiuta sia all'estero che in italia. non mi sembra di aver sentito reclami dalla sx in questi gg sull'espatrio di battisti a parte napolitano perchè obbligato in quanto presidente della repubblica.

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