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Giovedì 11 Dicembre 2008 Scrivi alla redazione Sostieni il legnostorto Disclaimer Epifani lancia uno sciopero generale stile Germania di Weimar, anni venti del novecento Scritto da Carlo Panella giovedì 11 dicembre 2008 ...“Che culo”! così un alto dirigente – saggio – del Pd commentato giovedì pomeriggio in Transatlantico la notizia che la Cgil ha revocato lo sciopero generale di venerdì 12 dicembre a causa del maltempo. Purtroppo la notizia si è rivelata falsa – se non parzialmente – e il sollievo di tanti dirigenti del Pd per la buona scusa alluvionale che sarebbe stata trovata da Epifani per evitare una scelta sciagurata (che per di più spacca in due il Pd), è durato pochi minuti. Sufficienti, però, per far comprendere a chiunque passasse per il Transatlantico come il Pd sia letteralmente decomposto, con una parte dei suoi dirigenti – D’Alema e Bersani in testa – che marcerà domani con gli scioperanti, e un'altra – e non solo di provenienza democristiana – che considera questa protesta addirittura demenziale. In realtà, il violentissimo nubifragio alluvionale che si è scatenato nella notte di mercoledì su Roma ha fatto comprendere che Guglielmo Epifani è ormai preda di evidenti difficoltà percettive: si è accorto infatti che a Roma è piovuto e piove, piove molto, e ne ha tratto la logica conseguenza, ha preso il telefono e ha comunicato al sindaco di Roma Alemanno la sua decisione di sospendere lo sciopero nei trasporti di domani nella capitale. Alemanno ha ringraziato calorosamente e noi con lui. Uno sciopero generale in una città fortemente danneggiata dal maltempo è cosa fuori dal seminato e per fortuna il leader della Cgil ha fatto marcia indietro in tempo.Il dramma però è che Epifani non s’è accorto che tutta l’Italia è metaforicamente alluvionata – in realtà anche metereologicamente – e che uno sciopero in questo contesto è semplicemente una follia e che andava dunque revocato, esattamente come quello dei trasporti romani. Solo nella Grecia violenta degli anarchici che da due giorni si scontrano davanti al Parlamento di Atene e a Salonicco, si è proclamato uno sciopero generale contro la crisi. In nessun altro paese civile, nessun sindacato assennato ha fatto questa scelta dissennata. Uno sciopero generale infatti nonostante le sue intenzioni, brucia ricchezza, nel paese e nelle tasche dei lavoratori, diminuisce la produzione, impatta sullo stesso Pil e metterlo a segno nel momento in cui Confindustria segnala un calo della produzione industriale dell’11% – ripetiamo: dell’undici per cento! – significa semplicemente superare ogni livello di ragionevolezza.E’ una scelta da anni venti, da vecchio movimento comunista, una scelta da repubblica dei Weimar, tanto velleitaria, quanto parolaia e dannosa, innanzitutto per i lavoratori. Ma questa, ormai, è la deriva della sinistra italiana e pare che nessuno – men che meno i dirigenti assennati del Pd che gioivano per la falsa notizia della sospensione dello sciopero – riesce a governarla. (L'Occidentale dell'11 dicembre)0 commenti

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