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tempo fa "qualcuno" difese l'inglese di Prodi, ora vi sottopongo un dubbio sull'inglese di Renzi: tre banalità in poche righe, e se è vero che tre indizi fanno una prova...
http://www.polisblog.it/post/312260/matteo-renzi-washington-16-17-aprile-2015?utm_source=fb&utm_medium=ed&utm_content=gl01&utm_campaign=Facebook:%20Blogo
a domani!


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qui sta il punto: all'interno del partito ci si conta, ci si mette d'accordo, si stabilisce la maggioranza, poi in parlamento si va a votare tutti uniti.

Non è esatto. Non del tutto, perlomeno. In una democrazia rappresentativa di base statutaria l'esercizio della funzione pubblica e demandata ai partiti, che incarnano e rappresentano la volontà popolare e svolgono il loro ruolo appunto in base a regole di statuto. Ora, secondo lo statuto del PD, ma anche degli altri partiti, la linea politica la detta il segretario (democraticamente eletto) e su scelte importanti o controverse si chiama a deliberare l'assemblea, nel corso della quale si tenta di trovare un accordo, dopodiché si va ai voti e la minoranza si adegua alla volontà della maggioranza. Non è che se non si trova un accordo all'unanimità si blocca tutto.

Il nodo sta tutto qua: i minorati della minoranza PD pretendono invece di distorcere il concetto stesso di democrazia e corretto funzionamento del Partito rifiutando di adeguarsi a questo basilare concetto, con la pretesa tuttavia di farlo in nome di una democrazia che - distorrta com'è - vive solo nelle loro menti malate.

Che le opposizioni si oppongano e normale, direi persino ovvio. Ma che lo facciano componenti del Partito stesso di Governo e demenziale. E solo in un Paese di Pulcinella come l'Italia, dove l'intera informazione dei media è distorta, asservita e a livello del tifo da Bar dello Sport una cosa del genere può essere raccontata come normale contrapposizione; in qualunque altro Paese 'sti dementi sarebbero messi alla gogna.

Quanto alla scommessa, ovvio che quella volta non l'avevi persa. All'epoca scherzavo, pansavo si fosse capito... Se davvero tu l'avessi persa, stai tranquillo che non ti avrei dato tregua: o pagavi, o abbandonavi il forum (come ha fatto il "palombaro-cacciatore-di-alieni")

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L'altra paura che hanno addosso : nel tempo e con le riforme istituzionale si vada verso il partito della nazione verso il partito del presidente verso un centro forte della politica lasciando pochi spazi alla sin,.delle chiacchiere e pinzillacchere.Lo spazio politico in termini di potere di sottopotere e di poltrone fatalmente si ridurrà.

Sì, è questo il punto: le poltrone. Con una Riforma del genere tutto si accentra nelle prerogative del nucleo direzionale (segretario, assemblea, gruppo dirigente ecc.) e resta poco spazio ai giochini delle correnti, che si troveranno di colpo spiazzate e disarcionate dai loro piccoli centri di potere periferico. Dietro tutte le pompose chiacchiere di diritti popolari, di democrazia eccetera c'è secondo me solo questo. Oltre a un po' astio, antipatie e voglia di vendette personali nei confronti di Renzi. Robe da piccole persone, da mentecatti. Non mi meraviglia affatto la eterogenea combriccola formata, mi spiace solo che si sia fatto risucchiare dentro anche Bersani, persona che ho sempre stimato sia a livello personale che come politico (le sue liberalizzazioni restano una delle poche cosa buone realizzate negli ultimi 20 anni)

Questo è il motivo per cui renzi tira dritto,e più tira dritto e più questi affondano,perchè renzi non li accontenta con la modifica sui capilista,non li accontenta perchè vuole creare nuovi spazi al partito del presidente,

Non credo vi sia solo questo. C'è anche una questione di equlibri tra i rapporti con gli alleati, dichiarati o trasversali che siano (sono infatti certo che sottobanco una buona parte degli ex grillini e della stessa F.I. abbiano assicurato appoggio, purché ovviamente la legge sia quella e non altre). Inoltre vi è anche una questione di immmagine. Il Paese è ormai stanco delle infinite chiacchiere a vuoto fatte dai politicanti su ogni piccolo passaggio: vuole fatti, vuole un nuovo modo di procedere che arrivi dritto al punto e senza fronzoli. Renzi, che a livello comunicativo regge il confronto col Berlusca e Grillo, queste cose le sa e quindi evita accuratamente di farsi risucchiare nel soliti mercanteggiamenti della vecchia politica. Lui è nato come rottamatore: più tira dritto e ne rottama e più regge nel consenso popolare. Se appena appena dà l'idea di cedere o ammorbidirsi, è finito

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Si d'accordo ma ci deve essere un momento della prova del 9,voglio dire,quel che dice Letta,tanto comprensibile quanto politicamente scorretto,ci deve essere insieme al metadone indubbiamente somministrato, una terapia e cura per uscire dalla crisi,senza necessariamente aspettare tempi migliori,ossia le elezioni,si deve poter vedere il segno dell'opera,il verso come dice lui,pragmatismo e decisione,perchè sai anche se a fin di bene sotto sotto anche renzi è un populista, questo suo modo di relazionarsi con la gente va rivisto,vedo tanti ministri e ministrelli che guando parlano alla gente sono più chiari, aperti, e diretti,per questo mi piacciono e vorrei che renzi faccia meno moine e piu coerenza,parlar chiaro è segno d'amicizia si dice da noi.

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Tra tutti i personaggi che si agitano e minacciano, l'unico ad avere una certa legittimazione morale a farlo è proprio Letta, visto il trattamento ricevuto... Ciò non toglie che il suo sia stato un Governo pessimo e inutlle. Non è stato capace di produrre nessuna Riforma, ma in compenso ci ha rifilati l'aumento iva e quel pateracchio della Tasi.

Quanto al resto, un politico deve essere capace di unire una favella populistica a un'agire pratico e pragmatico (Monti, che non era un politico e non si esprimeva mai su toni populistici, si è visto la fine che ha fatto). E la prova del nove sono le Riforme. Una l'ha fatta, e sta dando già buoni risutati. Le altre, be', non si può certo dire che non ci stia provando, no? Poi, che ci riesca o meno è da vedere (eri tu quello ottimista; io ho sempre espresso timori, con questi numeri); tuttavia, laddove fallisse, non si potrà certo dire che è stata colpa sua e che non ci abbia messo l'anima

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In una democrazia rappresentativa di base statutaria l'esercizio della funzione pubblica e demandata ai partiti, che incarnano e rappresentano la volontà popolare e svolgono il loro ruolo appunto in base a regole di statuto. Ora, secondo lo statuto del PD, ma anche degli altri partiti, la linea politica la detta il segretario (democraticamente eletto) e su scelte importanti o controverse si chiama a deliberare l'assemblea, nel corso della quale si tenta di trovare un accordo, dopodiché si va ai voti e la minoranza si adegua alla volontà della maggioranza. Non è che se non si trova un accordo all'unanimità si blocca tutto.

Totalmente d'accordo. Per la legge elettorale, Renzi non ha votato, ma, prima di votare e di correre il rischio di cadere in minoranza, ha sostituito i contrari e ha ottenuto l'unanimità a suo favore, Ecco perchè è un "ducettto".

Poi, che ci riesca o meno è da vedere (eri tu quello ottimista; io ho sempre espresso timori, con questi numeri); tuttavia, laddove fallisse, non si potrà certo dire che è stata colpa sua e che non ci abbia messo l'anima

Sai che sono mesi che stiamo dicendo la stessa cosa, ma che non lo vuoi riconoscere?

E non dire - nemmeno per inciso - a pollice che non ci sono,ma che ci faccio, in questo caco credo che sia tu a farci , e molto!


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