Dna, sigarette, saliva: le prove che mancanoLa polizia scientifica ha lavorato a lungo. Confrontando campioni, incrociando test del Dna, scandagliando le ipotesi sul tavolo. Risultato? Gli esami sui reperti trovati nel parco della Caffarella scagionerebbero i due rumeni arrestati per la terribile violenza su una quindicenne (con percosse al giovane fidanzatino) avvenuto tre settimane fa nel parco della Caffarella, a Roma. Alexandru Isztoika Loyos, 20 anni, e Karol Racz, 36, allo stato delle prove, sarebbero non colpevoli. L'accusa traballa, travolta dai prelievi effettuati sui mozziconi delle sigarette fumate dagli stupratori e su altri reperti trovati tra i rovi. Lunedì prossimo i due indagati dovranno comparire di fronte al tribunale del Riesame, ma è possibile che prima di quella data la stessa procura di Roma ne chioeda l'immediata scarcerazione. Nessun nuovo prelievo potrà essere effettuato e la consulente scelta dallaprocura limiterà il suo compito alla verifica delle comparazioni. Non combaciano neanche le impronte digitali. Quelle trovate hanno consentito di escludere qualsiasi grado di compatibilità, come gli esperti della Scientifica hanno spiegato al magistrato. Nonostante il riconoscimento in foto da parte della vittima di Alexandru Loyos, l'indagine dovrà ripartire da zero. Per cercare i colpevoli si riesaminano gli identikit prodotti con le descrizioni fornite dalla ragazza e dal suo fidanzato. Gli avvocati della difesa protestano, la polizia, per adesso, tace. In attesa di nuovi sviluppi. 04 marzo 2009