Accedi con Google+
Registrati con LinkedIN

Accedi con ForumConsumatori


Recupero Password Chiudi
Accedi | Registrati


Iscritti a ForumConsumatori: 68200  Discussioni create: 40498  Messaggi inviati: 260678
Iniziata: oltre un anno fa   Ultimo aggiornamento: oltre un anno fa   Visite: 7196

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

Mi riferisco a questo articolo (e non solo):

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-12-16/quella-passione-po-insana-italiani-il-mattone-sceso-51-miliardi-un-anno-185141.shtml?uuid=AB8xzRk

La predilezione degli italiani per l'investimento sul mattone è cosa vecchia e nota a tutti, non si scopre certo oggi l'acqua calda. DI nuovo c'è invece questa malcelata voglia di dare addosso a questa atavica tendenza, accusando i poveri italiani di essere ora antiquati, ora speculatori, ora anti-progresso e così via.

Il postulato è ovviamente che chi patrimonializza la fa a discapito dell'investimento nella produzione, quindi si qualifica quasi come il vero colpevole della mancata crescita del Paese.

Chi sostiene, più o meno velatamente, questo assioma dimostra di non solo di non capire un accidente di economia, ma di essere anche del tutto alieno dalla quotidianità della gente reale. Prima di tutto, investire in immobili implica necessariamente muovere l'indotto edlizio, che per produzione di Pil, impiego manodopera e volano dell'economia in generale è in assoluto il primo settore. Infatti quasi tutti governi, di cdx come csx, quando l'economia ristagna ricorrono puntualmente a incentivi all'edlizia per tentare di rianimare economia e assunzioni.

Secondo, se gli italiani tendono a ricercare solidità e sicurezza nei loro investimenti ciò è semplice conseguenza di un quadro socio-politico di generale instabilità e insicurezza - oltre al fatto che mentre negli altri Paesi l'acquisto di una casa è opzionale in quanto sia il mercato degli affitti che l'assitsenza pubblica funzionano, da noi se vuoi un tetto sulla testa te lo devi comprare (che caxxo di speculazione è mettersi un tetto sulla testa?). Lo capirebbe anche un bambino questo aspetto.

Invece no, da noi chi investe in immobili dev'essere considerato quasi un untore. Quindi colpito senza pietà da tasse, gabelle e vessazioni legislative varie (vedi il recente divieto di contanti per gli affitti).

E alla fine, se con sacrifici ti compri una casa o, scandalo degli scandali, addirittura 2 o 3, viene pure considerato un "nemico della patria" .

...roba da matti!

aggiungi un commento
aggiungi un commento
Data
Votazione
Non hai ancora votato! Vota ogni singolo contributo che ritieni utile o interessante e che sia ben scritto per permettere ai contenuti di qualità di salire in alto.
Vota ora facendo click sulle icone e vicino ogni domanda, commento o risposta
Pagina 3 di 5
Vai alla pagina [1 2 3 4 5]

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

La ricchezza immobiliare delle famiglie italiane:
un confronto fra dati campionari e censuari
di Andrea Neri e Maria Teresa Montedu

Ho visionato il sito descritto,e poi questo studio di banca d'italia,lo studio evidenzia come fra i possessori di quote iscritte al catasto e l'anagrafe tributaria mancano ben 5,3 milioni di contribuenti,fra l'altro il dato da te riportato riguarda la ricchezza complessiva delle famiglie italiane,mentre lo studio riporta la sola ricchezza immobiliare delle famiglie,manca il dato di enti banche, fondazioni assicurazioni - conclusione sia con il primo che con il secondo non si riesce a stabilire alcunchè

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

Il problema vero da noi è stata la speculazione immobiliare; gestione delle aree edificabili per facilitare qualcuno, per tenere aritificiosamente alti i prezzi in una zona, per danneggiare altri, ecc ecc. per non parlare delle varie infiltrazioni mafiose (boschi che si incendiavano e poi diventavano edificabili, quartieri abusivi che nessuno vedeva, ecc).

Poi è chiaro che "l'investimento" nell'edilizia fa crescere tutto il resto, ma far crescere enormemente i valori immobiliari al punto che ormai per un negozio il costo maggiore è l'affitto (e non i servizi o l'acquisto delle merci) diventa poco sano per l'economia.

Lo schifo dell'Italia è sempre nel COME le cose vengono fatte.

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

ho sempre pensato che solo un bauscia o un fessacchiotto potrebbe comprare a Rapallo, al mare dove non puoi nemmeno fare il bagno, a pochi chilometri da spiagge balneabili, non certo incontaminate ma perfettamente godibili per 10 mesi all'anno! eppure la speculazione nostrana ha portato a questo! ovviamente non ce l'ho con hannibal, anch'io ricordo altre speculazioni di questo e/o di altro genere che avevo intuito e che non ho sfruttato, ma se comprassi una casa al mare, me la terrei per un po', e ci farei almeno qualche bagno in bassa stagione!



.... continuavano a chiamarlo l'ineffabile

g.g.

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

Questi sono aspetti della questione che esistono e alcune volte prevalenti,ma non rispondono alla domanda posta da Jos,conviene ancora oggi considerare l'immobile un investimento proficuo lui dice si, io dico in rapporto all'asset e sempre meno rispetto al passato.

aggiungi un commento
aggiungi un commento

0
0 / 0
Rev.0 Segnala

poi questo studio di banca d'italia,lo studio evidenzia come fra i possessori di quote iscritte al catasto e l'anagrafe tributaria mancano ben 5,3 milioni di contribuenti,fra l'altro il dato da te riportato riguarda la ricchezza complessiva delle famiglie italiane,mentre lo studio riporta la sola ricchezza immobiliare delle famiglie,manca il dato di enti banche, fondazioni assicurazioni - conclusione sia con il primo che con il secondo non si riesce a stabilire alcunchè

Il fatto che i dati in Italia non concordino mai non è una novità. Tuttavia, se pure non sufficienti a stabilire con precisione la fattispecie, possono tranquillamente escludere che la ricchezza immobiliare italica sia 8 volte il Pil. Stante l'attendibilità assoluta di bankitalia, se questa riporta come ricchezza complessiva delle famiglie 8.638 miliardi, considerato che il Pil è di circa 2.000 miliardi, è evidente che si parla di un fenomeno ben più ridotto. Se poi a questo numero togliamo gli asset finanziari, ci ritroviamo un quadro che, ben lungi dal denunciare patologie, trasmette al contrario una sensazione di sana solidità.

Dopodiché, vediamo il resto. Tu parli di bolle, di esportazioni e di fondi immobiliari, Ribelliamoci parla di speculazioni e prezzi gonfiati. Premesso che avevo già chiarito come le estremizzazioni non siano rappresentative, va precisato che tanto le bolle quanto i fondi con il sottostante immobiliare sono più figlie della finanza che della produzione immobiliare, ovvero dell'edilizia (e comunque, le bolle avvengono anche nella finanza, ma la differenza è che nell'immobiliare ti resta l'immobile, che col tempo può riprendere valore, nella finanza resta nulla). E per quanto riguarda le esportazioni, come già avevamo visto nell'altro thread, ad oggi queste vanno benone e il nostro problema è piuttosto il mercato interno (su questo concordano tutti gli economisti).

Sulle speculazioni e prezzi gonfiati, questi altro non sono che, da un lato un normale fattore fisiologico figlio di prezzi oscillanti e, dall'altro, oltre all'inasprimento fiscale che obbliga ad alzare i prezzi anche la mancanza di liberalizzazione del settore che porta a limitare l'offerta. L'impedimento ai cambi di destinazione d'uso sono del tutto assurdi, per esempio. Che senso ha mantere la destinazione industriale in aree ormai dismesse e che non avranno mai più industrie? Che senso ha impedire la riconversione delle vecchie stalle e fienili agricoli laddove non ci sono più allevamenti di animali? Non è forse un incentivo al consumo di suolo? Non è forse un tenere il mercato bloccato, quindi spingere in alto i prezzi? E questo lo fa la nostra amministrazione pubblica, non i privati che vogliono investire in mattoni invece che in borsa.

Perché, alla fine della fiera, al netto delle divagazioni - sia pure interssanti - è di questo che si parla: del Sig. Rossi che, disponendo dei suoi 3 - 400.000 euro deve decidere dove allocarli. Dunque, fermo restando che la produzione edilizia oggi non è più un insensato consumo di suolo (e quando succede è perché spinto dai regolamenti) ma significa riqualificazione dell'esistente, riconversione di aree dismesse (quando lo permettono) e, comunque, valorizzazione dell'esistente; fermo restando che muovere questo comparto significa dare stimolo sia all'economia che al mercato del lavoro, la domanda torna a essere quella iniziale: perché se con quei soldi decide di comparsi un paio di monolocali - uno al mare per vacanze e uno in città da mettere a reddito - dev'essere considerato un "Insano" mentre se li mette in borsa uno sano? Secondo me è il contrario. E il refrain insistententemente sospsinto dai media serve solo a giustificare questo assurdo inasprimento fiscale sui soliti "fessi" che invece di portare i soldi all'estero o delocalizzare li hanno messi qui nel mattone.

...tanto quelli son facili da trovare, no?

aggiungi un commento
aggiungi un commento
Pagina 3 di 5
Vai alla pagina [1 2 3 4 5]


Prendi parte alla discussione
Prima volta? Assicurati di aver compreso le linee guida di partecipazione

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK

Gentile visitatore,

l'accesso gratuito a questo sito è possibile grazie al presenza di alcuni inserti pubblicitari.

Ti chiediamo gentilmente di disattivare il blocco della pubblicità dal tuo browser e, possibilmente, di sostenerci visitando i siti degli sponsor.

Grazie per la comprensione.

Ok, ho disattivato il blocco su questo sito