Al di là che non è giuridicamente valido, e comunque i risultati non sono "certificabili" (2,3 milioni di votanti su 3 milioni di aventi diritto, 2,1 milioni di "sì"), resta il fatto che si è evidenziato l'ennesimo segnale di disagio. Ora sta alla politica il compito di dare risposte, invece che ignorare. Purtroppo da tempo tutti i segnali di protesta e di disagio vengono ignorati o ridicolizzati ("non ho visto nessun boom" ha detto Napolitano dopo le elezioni politiche dove una forza politica nuova ha conquistato il 25% di voti). Non so fino a quando si potrà andare avanti a far passare sotto silenzio tutto, si rischia di arrivare al punto di non ritorno. Di questo referendum ne hanno parlato persino all'estero, e non dimentichiamo che al di là della nostra Costituzione esistono dei principi di diritto internazionale (autodeterminazione dei popoli) che vanno considerati superiori alla nostra legislazione.
gli 85 euro al mese accontenteranno qualcuno ma non fanno ripartire l'economia nè creano nuovi posti di lavoro, e soprattutto non ci hanno detto con quali sacrifici verranno finanziati (se tagliano la spesa pubblica senza intervenire strutturalmente rischiamo che poi i vari enti locali aumentino nuovamente le tassazioni o riducano i servizi prestati).
le promesse sulle riforme strutturali già si stanno annacquando, vedremo poi cosa riuscirà a produrre in parlamento l'allenanza Renzi-Alfano.