Domani l'Autorità dovrà licenziare il regolamento passando la palla al ministro Paolo Romani, ma non si escludono discussioni. I consiglieri dell'Autorità D'Angelo, Sortino e Lauria - quelli di minoranza - fin dal principio hanno manifestato perplessità su diversi punti. Notavano tra le altre cose che le frequenze tv vengono assegnate con un tipo di gara (il beauty contest) che non procura alcuna entrata allo Stato....La Commissione Ue per la concorrenza guidata da Joaquìn Almunia, dopo avere di recente accordato a Sky la possibilità di eccepire dai vincoli che le avrebbero impedito di fare il proprio ingresso nel digitale terrestre prima del 2012, adesso sta verificando l'appropriatezza delle regole della gara non competitiva per l'assegnazione dei multiplex sulle frequenze digitali che l'Unione europea ha imposto di assegnare in Italia a operatori televisivi alternativi a Rai e Mediaset. <
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24/11/2010, ore 13:30
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24/11/2010, ore 14:21
con gli importi in oggetto per quanto riguarda i diritti di alcuni sport (tra cui casualmente il calcio, almeno per le squadre più blasonate) già l'espressione di fr_e_an sarebbe assolutamente lecita. se poi consideriamo che la squadra più blasonata d'Italia è di proprietà del presidente del consiglio, padrone di (almeno) tre reti televisivie, e tramite un congiunto di sangue (il fratello Paolo) padrone della fabbrica che costruisce, tra l'altro, il decoder per il digitale terrestre, direi che ce n'è abbastanza anche per accontentare risparmio, che vuole sempre accuse circostanziate e nominative.a quanto pare, la maggioranza degli italiani ama essere derubata quotidianamente e continuativamente, nonchè sempre dal medesimo ristretto manipolo di "furbi". A ME NO. ma non sono così coglione da andare alla polizia a denunciare per "reati vari" Sivio Berlusconi e il governo, ben sapendo che la polizia dipende dal Ministero dell'Interno e quindi dal governo....anche questo è "conflitto di interessi"??? |
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24/11/2010, ore 14:29
tramite un congiunto di sangue (il fratello Paolo) padrone della fabbrica che costruisce, tra l'altro, il decoder per il digitale terrestre, direi che ce n'è abbastanza anche per accontentare risparmio, che vuole sempre accuse circostanziate e nominative.---tanto perchè chiamato in causa.... il fratello possiede una quota di un'azienda che produce ANCHE decoder.sul resto... beh curioso che berlusconi voglia aiutare la concorrenza :-))contenti nemmeno questa volta!! ahahdomandona per fr&an: come mai non dovrebbe esserci alcuna entrata per lo stato? |
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24/11/2010, ore 14:30
adesso sta verificando l'appropriatezza delle regole della gara non competitiva per l'assegnazione dei multiplex sulle frequenze digitali che l'Unione europea ha imposto di assegnare in Italia a operatori televisivi alternativi a Rai e Mediaset. <<---gustavo.. si parla di operatori televisivi alternativi... non di mediaset nè di milan. |
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24/11/2010, ore 14:34
si, ma lo sai che i soci (di minoranza) che girano (sulla maggioranza di queste aziende) sono sempre loro, o stretti congiunti?dai, risparmio, non dire che ti sei bevuta anche questa.... |
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24/11/2010, ore 15:32
Se i diritti televisi del digitale non si vendono ma si "regalano" cosa intasca lo stato ? (quindi noi ?)Negli usa per esempoi la vendita di questi diritti ha fruttato circa 19.5 miliardi.Da noi in caso di asta si calcola che avrebbero fruttato circa 4 MILIARDI di euro.In Italia, invece,è stato stabilito di non fare aste sulle frequenze televisive . Si procede per delibere emesse dall’Autorità garante nelle Comunicazioni. L’8 aprile del 2009 una delibera Agcom ha stabilito la suddivisione delle 21 (oggi 25) reti nazionali accese dalla tecnologia digitale. Venti reti sono andate di diritto, e praticamente a titolo gratuito, a chi aveva già le frequenze analogiche. Di queste, cinque sono state assegnate rispettivamente a Rai e Mediaset, tre a Telecom Italia e le rimanenti agli altri “network nazionali”: da Rete A (Gruppo L’Espresso) a Telecapri a Europa 7. Le cinque reti rimanenti, il nostro “dividendo digitale interno” (frequenze da assegnare a operatori televisivi alternativi, come ha intimato Bruxelles con una procedura d’infrazione) non saranno soggette ad asta pubblica ma, come ama dire Corrado Calabrò, presidente Agcom, a un “beauty contest” (procedura comparativa): un concorso di bellezza nella cui giuria siederà il governo, che sceglierà in base a parametri autonomamente determinati. A decidere sarà alla fine il Ministero per lo Sviluppo Economico, guidato guarda caso da ROMANI Il concorso di bellezza non sarà però riservato solo a nuovi operatori, ma potranno parteciparvi anche Rai e Mediaset, che potrebbero portarsi a casa due delle cinque reti (ognuna delle quali, come le altre, permette di irradiare fino a sei canali).In sostanza si conserva lo status quo, ribaltando sul digitale il duopolio Rai-Mediaset. Con lo stato che incasserà solo le briciole: l’1% del fatturato annuo degli operatori (contro il 4-5% medio europeo) a titolo di canone di affitto delle frequenze.E poi piangiamo miseriaRobin Hood alla rovescia |
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