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A volte ritornano. In manette Mario Chiesa per tangentiMario Chiesa è uno dei dieci destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dalla magistratura di Busto Arsizio per un vasto traffico di rifiuti. Chiesa, 65 anni, di Milano, è considerato dagli inquirenti il collettore delle tangenti nella gestione del traffico illecito di rifiuti. L'ex presidente del Pio Albergo Trivulzio, secondo gli investigatori è l'uomo del 10%. Il nome di Chiesa è fortemente legato all'inchiesta di Mani Pulite della magistratura di Milano degli anni '90: è con il suo arresto, avvenuto il 17 gennaio 1992, fatto in flagranza di reato subito dopo avere intascato una busta con sette milioni di lire, una rata di quella che doveva essere la tangente per concedere l'appalto a una impresa di pulizia, che è iniziata la più nota inchiesta di Tangentopoli. Con l'arresto di Chiesa è emerso un vasto retroscena di concussione e corruzioni a largo raggio che ha poi coinvolti numerosi esponenti della politica, della finanza e dell'imprenditoria.Chiesa, ingegnere, allora presidente del Pio Albergo Trivulzio, casa di riposo nota anche come "Baggina", fu il primo arrestato dell'inchiesta passata alla storia come Mani Pulite, che portò a galla il sistema delle tangenti e che rivoluzionò la vita politica italiana. Era il 17 febbraio 1992 e a tradirlo fu una mazzetta da sette milioni di lire.Esponente del Psi, era diventato presidente del Trivulzio nel 1986, acquisendo potere e meriti in ambienti politici, anche se alla fine si era legato soprattutto a Craxi. Quello che fu definito 'mariuolò proprio dal leader socialista, aprì la strada all'inchiesta dei magistrati milanesi - che a quel tempo avevano in primo piano l'allora pm Antonio Di Pietro - quando decise, dopo cinque settimane di carcere, di spiegare il sistema delle tangenti per la spartizione degli appalti. Le indagini si estesero a migliaia di persone, fra politici, amministratori, imprenditori. E Tangentopoli divenne un pezzo di storia d'Italia.Mario Chiesa rimediò, attraverso i riti alternativi - mai fu giudicato pubblicamente - condanne per 5 anni e 4 mesi, restituì sei miliardi e, otto anni e mezzo dopo quel febbraio '92, nell'agosto 2000 uscì definitivamente dalla scena di Tangentopoli, dopo aver passato un periodo in prova ai servizi sociali, occupandosi di assistenza ai disabili. Da tempo sembrava ormai ai margini della cronaca. Oggi, invece, torna protagonista con l'arresto disposto dalla magistratura di Busto Arsizio (Varese) nell'inchiesta sul traffico di rifiuti.«Quindici anni fa Mani Pulite aveva radiografato la mala politica, la mala amministrazione, la mala imprenditoria. In tanti hanno voluto far credere agli italiani che la colpa di tutto era dei magistrati che aveva scoperchiato quel pentolone. Ora questo arresto esprime la continuità delle tangenti» ha detto Antonio Di Pietro, l'ex Pm che fece arrestare proprio Mario Chiesa il 17 febbraio 1992.«Ai tempi di Mani Pulite si potevano scoprire le cose perchè c'erano i reati. Ora è stato tutto o condonato o depenalizzato. Quindi è molto più difficile scoprire le cose». Di Pietro ha detto di aver sempre sostenuto che Tangentopoli «non è mai morta e che bisognava alzare la guardia e non abbassarla». Poi Di Pietro ha fatto una considerazione sul personale destino dell'uomo simbolo della stagione delle tangenti: «Quell'uomo forse non ha capito la lezione. Ma sul piano etico e sul piano politico non è il solo e non è il primo: la verità è che in tutti questi anni è prevalso il senso dell'impunità, del poter fare quel che si voleva, perchè tanto prima o poi sarebbe arrivata una legge, un indulto, un condono una denigrazione del magistrato o un blocco dei processi e di conseguenza una vittoria di chi delinque».«Non è la stagione di Tangentopoli ad essere stata archiviata, semmai - ha aggiunto - è finita da anni la stagione di Mani Pulite. Tangentopoli era la 'citta» che bisognava ripulire con la ramazza, mentre Mani Pulite, era la ramazza con cui bisognava pulire il malaffare. A quella ramazza si è impedito di lavorare e in tutti questi anni si è preferito criminalizzare coloro che hanno scoperto i reati e non gli autori dei reati. Il risultato è che ci ritroviamo sempre qui con gli stessi problemi».31 marzo 2009

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chissà come mai hai dimenticato una certa parte politica

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perché dell'altra certa parte politica nessuno è stato preso con le mani nella marmellata! zorro

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