Sic il Governatore afferma che si tratta di un atto di "barbaria" ma quando si è trattato di Berlusconi mica qualcuno si è permesso di affermazioni simile. Poi una considerazione, magari si tratterà di bolle di sapone, ma Lui possibile che quando votava in Giunta non si sarebbe accorto di "nulla"? che ne dite......................
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31/07/2009, ore 16:00
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31/07/2009, ore 16:02
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31/07/2009, ore 18:13
non è un atto di barbaira perchè è comunque lecito indagere....in ogni caso, glielo dici tu a hummer che magari si tratterà di bolle di sapone?e poi, noi sappiamo come votava la giunta, non i sngoli componenti e nemmeno le relative motivazioni.... |
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31/07/2009, ore 21:39
chi di magistratura ferisce..... di magistratura perisce.io lo dicevo da tempo che questa inchiesta doveva preoccupare chi ha gestito la sanità in puglia e non berlusconi che nell'inchiesta non c'entrava assolutamente nulla.ed ora la realtà viene a galla. |
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08/08/2009, ore 18:18
venerdì 07 agosto 2009, 07:00 Farmacie, la strana fretta della giuntadi Paola SettiVota1 2 3 4 5 Risultato Strumenti utili Carattere Salva l'articolo Invia a un amico Stampa Rss Pdf Condividi su Facebook Segnala su OKNOtizie Commenti Condividi la tua opinione con gli altri lettori de ilGiornale.itLeggi tutti i commenti Log in / Registrati alla community e lascia il tuo commentoaiuto Almeno questo, si son presi la soddisfazione di smentirlo. Nessuna perquisizione negli uffici del Consiglio regionale pugliese. Cioè, non il 5 agosto, ma il 4, vabbè. Del resto, sorride l’avvocato Quintino Lombardo che da due anni lotta contro quella «leggina» con cui la giunta Vendola ha regalato 14 farmacie ad altrettanti farmacisti in tutta la regione, «c’è poco da sequestrare, visto che gli atti sono pubblici». In realtà, il nucleo investigativo dei carabinieri era a caccia, fra giunta e Consiglio, di riscontri sul pagamento di tangenti in cambio di quelle licenze, politici o funzionari che le avrebbero «vendute» proprio grazie alla legge. A guardare le carte, ciò che è certo è che la giunta Vendola aveva fretta. Mai vista tanta solerzia da parte di un ente pubblico. Il provvedimento a favore dei 14 gestori provvisori trasformati in titolari a tutti gli effetti è divenuto realtà in soli cinque mesi, nonostante la bagarre in aula del centrodestra, le proteste degli ordini professionali dei farmacisti e gli ostacoli tecnici, a partire dalla necessità di modificare il limite di età dei 60 anni per l’ammissione ai concorsi a uso e consumo di A.M.D., classe 1927, che ha «vinto» una farmacia a Triggiano, provincia di Bari. I ricorsi al Tar presentati dai titolari di altre farmacie, che annotano una disparità di trattamento in violazione della Costituzione, parlano ironicamente di «volontà inflessibile dell’amministrazione regionale nell’accelerare l’iter», «susseguirsi intenso e frenetico» di provvedimenti, «esemplare solerzia». Il primo atto porta la data del 13 marzo ed è quello che il senatore Pdl Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente dell’Ordine dei farmacisti della Provincia di Bari, ha definito «doppio regalo»: pur non risultati idonei al concorso, infatti, i 14 farmacisti ottennero la possibilità persino di scegliere le sedi che preferivano fra le 22 disponibili, il tutto dopo aver incassato indennità fra i 400 e i 500mila euro dai vincitori del concorso che subentrarono al loro posto nei vecchi esercizi. Il 5 agosto successivo il provvedimento era legge. Anzi, era «legge provvedimento», formula legislativa che mette al riparo dai ricorsi al Tar, consentendoli solo per violazione della Carta. Nel mezzo, le polemiche sulla Commissione di esperti per la valutazione dei titoli: nessun ordine professionale infatti mise a disposizione farmacisti, «non ravvisando gli estremi di legge per indicare i nominativi richiesti», l’unico docente universitario che diede la disponibilità la ritirò il giorno dopo, e la giunta fu costretta a modificare la commissione, che passò da 5 a 4 componenti. In attesa che il Consiglio di Stato si pronunci sui ricorsi già respinti dal Tar, ieri è stata Federfarma a chiedere che la Procura faccia «presto chiarezza» individuando eventuali «responsabilità di amministratori e farmacisti coinvolti». Anche perché nel frattempo, nel 2008, la Puglia ha modificato il rapporto tra numero di farmacie e abitanti, aumentando gli esercizi di circa 40 unità. Un atto che «non risponde a reali necessità e che potrebbe essere dettato dal desiderio di tacitare le proteste dei farmacisti penalizzati dalla legge del 2007». |
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