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povero vuolter che dev e andare via o forse per lui sara' una liberazione. chissa' chi lo sa'?

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Il Pd verso il ko, ma Veltroni scarta il congresso Walter VeltroniVedi anche ~ Elezioni in Sardegna, affluenza in calo. Cappellacci esultaAlle 21 il portone della sede nazionale del Pd e' chiuso, immagine di un partito che man mano che passano le ore perde le speranze di vincere in Sardegna e rinvia alla riunione del coordinamento di domani ogni decisione sulla rotta da seguire, gia' molto accidentata al punto che stamattina il veltroniano Giorgio Tonini tornava a chiedere l'anticipo del congresso. Un'ipotesi che tanto Veltroni quanto i suoi sfidanti, Bersani in primis, tendono a scartare, per motivi diversi ma tutti consapevoli dei rischi altissimi di un scontro congressuale a ridosso delle europee. Spoglio al cardiopalma e estenuante per il Partito Democratico, che gia' dai sondaggi degli ultimi giorni sapeva che sarebbe stato un testa a testa durissimo. Il segretario ha sempre ripetuto che il voto sardo non era un referendum tra lui e Berlusconi ma una sfida regionale, gestita in prima fila da Renato Soru che ha sempre voluto carta bianca sia dal Pd, commissariato dopo lo scioglimento della giunta, sia dagli altri partiti della coalizione. Ma tutti al vertice dei democratici sono coscienti che una sconfitta non puo' che allargare le fratture interne e accelerare una fase congressuale cominciata nei fatti dopo la discesa in campo di Pier Luigi Bersani.L'ottimismo iniziale e' scemato quando, racconta un dirigente del Pd, "si e' capito che a Sassari e a Nuoro, tradizionalmente piu' vicine a noi, si era vinto ma con un vantaggio stretto". Non sufficiente, quindi, a bilanciare i voti di Cagliari, dove il Pdl e' piu' forte. Ma c'e' un altro dato che, man mano che le sezioni scrutinate aumentavano, ha preoccupato i big del Pd, cioe' i consensi del Pd intorno al 25%, ovvero quasi dieci punti sotto il risultato delle politiche.Perche' tra le varie sfaccettature del voto sardo c'e' anche il peso del Pd rispetto a Soru, da piu' parti accreditato come un possibile futuro leader del partito a maggior ragione dopo che, come dimostra la vittoria di Matteo Renzi alle primariefiorentine, gli elettori sembrano stufi di candidati identificati con gli apparati ed i vari capibastone.

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Marcello Fois: «La mia isola e il futuro»di Tullia Fabiani Lo spoglio minuto per minuto: le sezioni di Sassari, quelle di Cagliari - «feudo di massoni e costruttori» - e poi quelle di Nuoro, Olbia, e a seguire le altre in tutta l'isola. Un pomeriggio di attese e speranze per Marcello Fois, scrittore, giallista, sardo di nascita e cultura, bolognese d'adozione. Solo in serata, a risultato quasi definitivo, arriva il momento della riflessione e dei commenti. Ed è l'ora dell'amarezza. «Questa vittoria per la Sardegna significa guai grossi. Sono enormemente deluso. Ugo Cappellacci, per bocca del premier Silvio Berlusconi, ha promesso un'autonomia non in grado di assicurare. Alla prima difficoltà dovrà chiedere aiuto a Roma, e la gente lo manderà a casa, come è accaduto con Mauro Pili. In quel caso si è trattato di uno scontro sollevato dalla questione delle scorie nucleari. E potrebbe essere così anche per Cappellacci». La convinzione di Fois è che l'impegno di Cappellacci sia fondato solo su un calcolo di utilitarismo politico, senza riscontri futuri sul territorio. «Il fatto è che come presidente non può pensare di garantire l'autonomia dell'isola prendendo ordini da Arcore o da Roma - dice Fois - E purtroppo è questo lo scenario prevedibile. Del resto l'ho sempre sostenuto: il programma di Cappellacci è stato fondato su tre punti: i viaggi Cagliari- Roma; i viaggi Cagliari-Arcore; i viaggi Cagliari - Porto Rotondo».Lo scenario viene descritto in modo pessimo: «Per noi sarà un disastro: cementificheranno tutto ciò che è possibile. E mi spiace davvero pensare che i sardi non hanno capito la prospettiva della politica di Renato Soru, una politica di sostanza e non di spot. Una politica che chiede a tutti di rimboccarsi le maniche, di lavorare sodo, per fare cose importanti. Per far crescere la Sardegna».Nel caso di vittoria di Soru, secondo il giallista sarebbe stato premiato «un grande lavoro, un serio lavoro. Lontano da qualunque ruffianeria e centrato sugli interessi reali della Sardegna». E fa esempi precisi: «Sull'istruzione c'è stato un impegno eccezionale, che ha portato la Sardegna più avanti di altre regioni italiane. Tremila ragazzi sono stati mandati a studiare all'estero. Poi la modernizzazione delle infrastrutture, l'intervento sulle nuove tecnologie, il risparmio sul bilancio regionale - 40% in 4 anni - la difesa dell'ambiente». Ma il premio non c'è stato e, al Pd, Fois non lesina qualche accusa: «Se si è arrivati a questo punto è anche colpa di una fornda del Pd, che ha ostacolato Soru. Dovrebbe pagare un prezzo politico per questo». E poi? «A questo punto considerato il risultato e il fatto che i sardi non hanno capito o apprezzato questa politica, consiglio a Soru di lasciare la situazione a chi se la merita. E occuparsi della politica nazionale. Certo avrei preferito fosse rimasto in Sardegna, per continuare quello che aveva cominciato. Ma ora spero almeno che la sua politica possa trovare spazio altrove».16 febbraio 2009

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Ma Uolter non era quello che aveva detto "vedrà Berlusconi, lunedì quando si apriranno le urne ,dovrà vendere la sua villa in sardegna perchè i sardi lo cacceranno via", complimenti Uolter.

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Beh, ragionando come ragionavi tu dopo le ultime elezioni poltiche il margine se è ridotto a un terzo,,,E comunque credo che anche Alemanno dovrà andarsene molto presto, se i suoi risultati in tremini di sicurezza sono questi,,,,In tutta onestà, hummer, il pdl sembra che abbia vinto le elezioni in Sardegna, ma la tua euforia è del tutto fuori luogo....D'altra parte è giusto e democratico lasciarti sfogare qui dove puoi,... Per me, argomento chuso.

C'è bancario e bancario. Anche in banca, val più la pratica che la grammatica.
Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo (Goethe)

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Ha vinto come al solito da 4 elezioni in qua:perdendo di meno del presunto avversario (il PD).Meno 17 il PD e meno 12 il PDL

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