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Buongiorno

Desidero condividere con voi quanto è capitato a me e mio marito per capire qual è la vostra opinione a riguardo, e se abbiamo o meno diritto al rimborso.

Mi scuso in anticipo per il messaggio lungo – ma ho cercato di dare le informazioni in maniera più completa possibile.

Io e mio marito abbiamo un conto cointestato presso la banca online IW Bank

Abbiamo ciascuno un bancomat. Ogni bancomat è collegato ad un profilo, per cui lui ha il SUO bancomat ed io ho il MIO.

In data 26 febbraio 2013, entrando nel conto per un bonifico, mi sono resa conto di 3 movimenti col suo bancomat che mi sembrano molto strani. Ho parlato con lui e mi ha confermato di non averli fatti.

Il primo movimento era del 25 gennaio, per 498€, gli altri due del 5 febbraio per 502€ e 247€. Tutti i movimenti erano pagamenti ad una stessa utenza Sella. Evidentemente il bancomat era stato clonato.

Abbiamo subito denunciato alle autorità il tutto ed allegato il verbale della questura al modulo di denuncia delle operazioni fraudolente avvenute mediante duplicazione/contraffazione alla nostra banca, chiedendo il blocco della carta ed il rimborso di quanto rubato. Allo sportello l’operatrice ci ha confermato che riusciva a visualizzare diversi tentativi di movimenti presso il conto sella sopracitato (evidentemente prima di capire qual era il tetto mensile hanno dovuto provare qualche volta)

La banca ha risposto mesi dopo negando il rimborso ed adducendo le seguenti motivazioni:

il blocco della carta e la denuncia sono stati tardivila banca fornisce una serie di strumenti di allarme gratuiti via e mail e servizi sms (a pagamento) che non erano stati attivatila banca permette la visualizzazione dei movimenti con i servizi di home bankingsono state effettuate movimentazioni del conto successive al primo evento e precedenti al secondo

noi abbiamo avanzato reclamo, rispondendo punto per punto:

non è precisato quale sia un termine opportuno per la segnalazione di eventi fraudolenti, ed anzi nel regolamento della banca è indicato come termine per l’approvazione dell’estratto conto 60 giorni dall’emissione dello stesso. Alla data della denuncia l’estratto conto di febbraio non era nemmeno disponibile.Non abbiamo l’obbligo di attivazione degli strumenti online. L’sms è a pagamento e la mail – non obbligatoria - sarebbe inutile non avendo mio marito uno smartphone ne la possibilità di consultare sempre la mail (come precisavo prima la bancomat di mio marito è collegata al suo profilo e non al mio – io entrando con la mia utenza e pass sul conto online ho solamente visualizzato i movimenti, ma non avrei potuto ricevere nessun allert a riguardo)Non abbiamo la possibilità di controllare ogni giorno il conto online, ne è stabilita da nessuna parte una frequenza obbligatoria. Me ne sono resa conto un mese dopo. Non ritengo che il lasso di tempo intercorso sia eccessivo.Il fatto che siano stati effettuati dei movimenti sul conto – che è appunto cointestato – non prova nulla. I movimenti sono stati effettuai con MIO bancomat, e dal momento che sul conto c’era disponibilità, non si capisce perché avrei dovuto controllare o allertarmi.

La banca ha risposto negando ancora il rimborso.

Ci siamo rivolti all’Ombudsman giurì bancario, il quale ha risposto però che la questione non era di sua competenza.

Stiamo a questo punto pensando di rivolgerci ad un avvocato, il quale ci ha precisato che i prossimi step sarebbero:

procedura stragiudiziale, prima lettera da parte suase il rimborso venisse ancora negato, andremmo davanti ad un mediatore/conciliatorese la mediazione non fosse per noi vantaggiosa si arriverebbe in causa

Tutti i costi che dovremmo purtroppo sostenere prima dell’eventuale causa saprebbero a carico nostro, mentre potremmo recuperarli – se vincessimo -

dopo il processo.

Secondo l’avvocato la banca è pressoché obbligata al rimborso in casi come questo, avendo per altro assicurazioni che la proteggono da rischi del genere.

Inoltre, sostiene sempre l’avvocato, i soldi sono stati rubati alla banca, che li custodiva per conto nostro, ed il furto è avvenuto attraverso la contraffazione di uno strumento che la banca messo a disposizione e per la cui sicurezza – dal punto di vista elettronico - è responsabile (tranne ovviamente il pin e il fatto di custodire la carta con scrupolo – ed infatti per noi così è stato , non avendo smarrito ne la carta ne il pin)

Vorrei sapere se a vostro avviso abbiamo o meno diritto al rimborso e se dobbiamo andare avanti.

Grazie mille

Nibelain

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L'importo totale che vi è stato sottratto è da giudice di pace che troppo spesso compensa le spese di giudizio (ognuno si paga le sue) e in questo caso ci rimettereste. Se l'avvocato è così convinto e, visto che non ci sono più i minimi tariffari, proporgli che tutto quanto sarà pagato dalla banca soccombente in più rispetto al rimborso dell'ammanco, se lo intascherà lui. Io immagino cosa risponderà però val sempre la pena provare

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