La presente per segnalarvi quella che secondo me è una vera e propria truffa perpetrata dallo Stato e da Poste Italiane ai danni dei piccoli risparmiatori.
Come è noto, il decreto Salva Italia del governo Monti ha introdotto un’imposta di bollo fissa di 34,20 euro l’anno per tutti i rapporti finanziari, compresi i conti postali e i libretti di risparmio sia bancari sia postali. La norma prevede un’esenzione per le giacenze inferiori a 5 mila euro. Tuttavia, la somma considerata per avere diritto a tale esenzione è calcolata su tutti i rapporti intestati alla stessa persona. Quindi, se un risparmiatore possiede, ad esempio, due libretti postali e sul primo ha depositato 0 (zero) euro e sul secondo 5001 (cinquemila e uno) euro, dovrà pagare due imposte di bollo, ossia una per ciascun libretto.
Da sempre le Poste Italiane esortano i loro clienti a non estinguere i libretti postali quando non ne hanno più bisogno ma a lasciarli attivi a importo zero, comunicando in maniera depistante che se l’importo del libretto è inferiore a 5000 euro non ci sono tasse da pagare. Ciò che non dicono è che l’esenzione dell’imposta di bollo si applica sulla somma calcolata su tutti i rapporti intestati allo stesso risparmiatore e non sulla giacenza del singolo conto.
Mia moglie e io eravamo cointestatari di due libretti postali e un paio di anni fa decidemmo di chiuderne uno. Tuttavia, allo sportello delle Poste di Ponte San Giovanni (PG) ci esortarono a non estinguerlo ma a lasciarlo aperto a giacenza zero, “tanto non ci sono tasse da pagare” ci dissero, consiglio che purtroppo facemmo l’errore di seguire.
Qualche settimana fa, per puro caso, ho preso la decisione di estinguere definitivamente il libretto postale con giacenza zero. Mi sono recato presso l’ufficio postale e l’impiegata allo sportello, ancora una volta, mi ha detto che l’estinzione del libretto era un’inutile perdita di tempo perché non c’erano tasse da pagare. Dopo che ho insistito, all’atto dell’inserimento dei dati nel terminale, l’impiegata si è accorta che c’era da pagare un’imposta di 34,20 euro per l’anno 2012 e un’ulteriore imposta di euro 6,18 per il primo trimestre del 2013. Se avessi seguito il consiglio dell’impiegata, negli anni l’imposta sarebbe cresciuta a dismisura e un giorno o l’altro mi sarei ritrovato Equitalia a casa a reclamare il pagamento delle imposte dovute.
Dulcis in fundo, pochi giorni fa ricevo una lettera dalle Poste Italiane in cui sono invitato a recarmi presso qualsiasi ufficio postale per effettuare l’aggiornamento dei miei dati relativamente ad un libretto a me intestato il cui numero, però, non corrisponde a quello del libretto da me usato attualmente. Mi reco alle poste di Ponte San Giovanni per chiedere spiegazioni e, dopo aver effettuato una ricerca nel terminale, è risultato che si tratta di un altro libretto a importo zero che avevo aperto circa vent’anni fa presso l’ufficio postale di Vieste (dove ho avuto la residenza fino al 1998). Sebbene io non mi ricordi di questo libretto, ho richiesto che fosse immediatamente estinto e qui è iniziata la tragedia: poiché non so che fine abbia fatto questo libretto, devo presentare denuncia di smarrimento presso i Carabinieri, richiedere il duplicato all’ufficio di Vieste (che dista circa 500 km da Perugia dove risiedo attualmente), attendere 90 giorni e quindi, alla ricezione del duplicato, fare domanda di estinzione. Gli impiegati non sono stati in grado di dirmi se dovrò pagare l’imposta di bollo anche su questo libretto dormiente. Inutile dire che le Poste Italiane per me sono diventate un vero e proprio incubo.
Dal momento che gli impiegati delle poste hanno sempre esortato i risparmiatori a non estinguere i libretti e a lasciarli a importo zero, quanti di loro si trovano nella mia situazione e rischiano di ricevere la sgradita visita di Equitalia?
Perché le Poste Italiane non mandano una comunicazione a tutti i loro clienti possessori anche di libretti dormienti informandoli che, se non si affrettano ad estinguere il loro rapporto, rischiano di pagare importi spropositati a causa dell’accumularsi dell’imposta di bollo annuale? Del resto, quando vogliono, le Poste Italiane sono bravissime a rintracciare i loro vecchi clienti anche quando hanno cambiato residenza da diversi anni, semplicemente disponendo del loro codice fiscale (come è successo nel mio caso).
Spero che, dando diffusione a quanto mi è accaduto, io possa, nel mio piccolo, mettere in guardia contro questa truffa i piccoli risparmiatori già flagellati da una pressione fiscale ai limiti dell’usura. Il mio consiglio è quello di recarvi presso il vostro ufficio postale per verificare che non ci siano libretti dormienti con giacenza zero a voi intestati.
Un caro saluto.
Pasquale Esposito