ok inps dice che deve pagare il mio datore di lavoroil mio datore di lavoro dice che loro pagano dal 5 giornoalla fine mi sono stati non pagati i 4 giorni di lavoro cosa posso fare?
giuseppe tafuro
giuseppe
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01/04/2009, ore 18:44
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01/04/2009, ore 18:56
CHI PAGA LA MALATTIA Sulla base delle disposizioni di legge esistenti (art. 2110 Cod. Civ.), alcune categorie di lavoratori, durante la malattia, ricevono la retribuzione esclusivamente dal datore di lavoro, altri invece ricevono, a titolo di prestazione previdenziale, un trattamento economico anche a carico dell'INPS: Lavoratori non indennizzati dall'INPS Sono i lavoratori con qualifica di dirigenti, impiegati e apprendisti fatta eccezione per gli impiegati del settore terziario (commercio e servizi), i quali invece sono indennizzati anche dall'Istituto Assicurativo. Per i lavoratori non indennizzati, non esistono regole di carattere generale uguali per tutti, quanto e fino a quando deve essere loro corrisposto, è stabilito dai CCNL. Lavoratori indennizzati anche dall'INPSOPERAI di tutti i settori - Industria, Artigianato, Credito, Agricoltura e Terziario, compresi i lavoratori a domicilio e i sacristi.IMPIEGATI del settore Terziario. A tutti il datore di lavoro deve anticipare il trattamento economico previdenziale, fatta eccezione per: · Lavoratori agricoli;· Lavoratori disoccupati cessati dal lavoro da non più di due mesi per licenziamento o dimissioni;· Lavori sospesi che non fruiscono della CIG· I lavoratori dipendenti in procedura di fallimento, quando il datore non è in grado di corrispondere le retribuzioni;· Lavoratori con contratto a termine, per lavori stagionali;· Lavoratori con contratto a termine che non possono far valere nei dodici mesi precedenti periodi lavorativi superiori a 30 gg. A CARICO DELL'INPS L' INPS corrisponde l'indennità economica di malattia ai lavoratori aventi diritto a decorrere dal 4° giorno di malattia e fino al 180° giorno di malattia in un anno solare. L'indennità di malattia viene calcolata sulla retribuzione media globale percepita dal lavoratore nel periodo quadrisettimanale o mensile immediatamente precedente l'insorgere del primo episodio morboso. La retribuzione a questo fine è composta da tutti quegli emolumenti corrisposti in via ordinaria alla scadenza di ciascun periodo di paga: - Stipendio, cottimo, provvigione, partecipazione agli utili, indennità di contingenza, compenso per lavoro straordinario, indennità di ferie godute, indennità varie corrisposte normalmente al lavoratore. Agli operai dell'industria e agli addetti al commercio con qualifica di impiegati, l'indennità giornaliera di malattia spetta nella misura pari: - 50% della retribuzione media globale giornaliera per le giornate indennizzabili comprese nei primi 20 giorni di malattia;- 66,66% della retribuzione media globale giornaliera a decorrere dal 21° giorno di malattia fino al 180° giorno. NON RICONOSCE L'INPS NON VENGONO INDENNIZZATI DALL'INPS:- PER TUTTI - I PRIMI TRE GIORNI di malattia (CARENZA) i CCNL stabiliscono l'eventuale misura di retribuzione a carico del datore di lavoro;- PER OPERAI - Le domeniche e le altre festività (compreso il S. Patrono) cadenti nel periodo di malattia;- PER IMPIEGATI aventi diritto (Terziario) Le festività cadenti in domenica. A CARICO DATORE DI LAVORO Sono i Contratti Collettivi di lavoro a stabilire quale sia la quota di integrazione all'indennità di malattia INPS a carico dell'azienda, gli stessi stabiliscono anche per quanto tempo il lavoratore conserva il diritto al mantenimento del posto di lavoro, oltre il quale può essere risolto il rapporto di lavoro ai sensi dell'art. 2110 Cod. Civ. "PERIODO DI COMPORTO".La maggior parte dei CCNL prevede per i lavoratori che ricevono l'indennità economica per malattia a carico dell'INPS, l'obbligo per il datore di lavoro di corrispondere un trattamento economico integrativo fino al raggiungimento del 100% della retribuzione che il lavoratore avrebbe percepito se avesse lavorato. Occorre precisare che il trattamento economico a carico INPS, essendo una prestazione previdenziale, non è soggetto a contributi; calcolare quindi l'integrazione a carico ditta, facendo semplicemente la differenza tra la retribuzione che il contratto intende garantire e quanto corrisposto dall'INPS, significa assicurare al dipendente un importo NETTO superiore alla retribuzione garantita. In particolare, se l'integrazione prevede il raggiungimento del 100% della retribuzione che il dipendente avrebbe percepito se avesse lavorato, può portare alla conseguenza che un lavoratore assente per malattia percepirebbe una retribuzione più alta di quella che avrebbe ricevuto se fosse stato presente al lavoro. |
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01/04/2009, ore 22:11
Messer Bacolo lei rinverdisce i miei ricordi di "vecchio" sindacalista. Bravo! |
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