Or ora leggo sull'Ansa che un banca è stata condannata a restituire al mutuatario la diffrenza tra il piano di ammortamento alla francese (rate costanti) contrattualizzato ed il piano di ammortamento all'italiana (rate variabili e quota capitale costante).
Un po' di storia sui piani di ammortamento. I più diffusi sono 4:
Francese
Italiano
Tedesco
Americano.
Cancelliamo subito l'americano perchè il più costosto, il più difficile da capire, il più complicato.
Quelli "francese" e "tedesco" sono a rate costanti e molti similari (insomma il costo finale a carico dell'utente è quasi uguale per entrambi).
Rimane l'italiano, che a prima vista potrebbe sembrare quello più economico, che nella realtà contabile è così, ma nella realtà pratica di tutti i giorni non lo è.
Faccio un confronto tra "l'italiano" ed "il francese", per un mutuo a 20 anni 240 rae mensili al 5% per 100.000,00 euro, tasso fisso
In effetti alla fine del pagasmento con "l'italiano" si vengono a risparmiare 8.181,05 euro (58,389,38 il francese, 50.208,33 l'italiano), cioè 409,05 l'anno e 34,09 di euro a rata.
Allora dove sta l'inghippo? Eccolo.
Con il francese si paga sempre una rata fissa di euro 659,96 al mese. Con l'italiano la prima rata è di euro 833,33 euro a scendere, Sino alla centesima rata l'importo sarà sempre superiore alla rata costante francese, alla 101sina sarà uguale, a partire dalla 102 sarà inferiore (ricordo che 100 rate sono quasi 8 anni e mezzo. Con l'italiano sino alla centesima rata avrò pagato di rate euro 74,739,61, con il francese avrò pagato un totale di rate pari ad euro 65.996,00. Mi pare chiaro che avendo pagato di più, prima è logico che pagherò di meno dopo (risparmiando anche interessi è nella logica matematica).
Rimane il fatto che teoricamente il mio reddito negli anni aumenterà e non diminuirà (la teoria è sempre teoria, ma in un periodo economico normale sarà così), per cui all'inizio mi serve tenere bassa la rata, Tale principio di rivolta con il piano "italiano", quando, teoricamente, guadagnerò di più, pagherò di meno.
Mi chiedo. nel 99% dei casi, chi chiede un mutuo, chiede "quando devo pagare al mese?". La banca che deve dae i soldi, controlla la congruità della rata in relazione al reddito e poi si procede.
Se nel caso esposto la rata di 800 euro e rotti non è sosenibile, sia perchè lo dice il mutuatario, sia perchè lo dice la banca, il primo sarà costretto a chiedere di allungare il periodo di ammortamento, finendo di pagare, seppur pda "italiano" di più di un tradizionale mutuo con pda "francese".
Quindi non capisco, dove si vuole andare a parare.
Un ultimo commento alla sentenza (chisà se riuscirò a leggerne le motivazioni). Quando si chiedono soldi in prestito e li si ottengono, si fa un contratto tra le due parti e lo si mette per iscritto. Nel caso di mutuo, la banca dice te li presto e me li restituisce con pda alla francese, il cliente dice per me va bene, trovato l'accordo si firma il contratto. Chi è questo giudice che dice che un contratto non va bene per il solo fatto che il mutuatario che lo ha accettato, viene a risparmiare applicando l'alternativa? Poteva benissino rifiutarsi(il mutuatario) ed andare da una altra parte a chiedere un mutuo con pda "italiano" e vedere, poi, se lo concedevano visto il problema dell'importo delle rate. Quancosa non quadra.
Se sommate il T.A.N. al Tasso di Mora, tutti i mutui stipulati dagli italiani sono presuntivamente usurai, TUTTI, proprio TUTTI
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