Gradirei avere un consiglio in riferimento ad una situazione venutasi a creare con il mio Istituto bancario. Premetto che sono cliente della banca ormai da 10 anni e che nella stessa è attivo anche il c/c di mio marito. La nostra necessità di gestire due differenti conti dipende dalla mia condizione lavorativa. In alcuni periodi a causa di ritardi nei pagamenti degli stipendi sono costretta a dei fuori fido. La banca, più volte sensibilizzata in tal senso, ha mantenuto attenzione al mio c/c in virtù della solidità economica che, sia io che mio marito, abbiamo sempre garantito. Dal mese di agosto del 2009, tuttavia, in presenza di fuori fido temporaneo, la banca ha provveduto ad applicare un prelievo dal mio conto per COMMISSIONI indicate quale "Recupero spese per l'autorizzazione di operazioni del giorno".Preciso, che in questi mesi ho sfruttato la possibilità del fuori fido, seppure per periodi mai superiori ai 20 giorni. Dette commissioni ammontano a € 20,00 per ciacuna operazione effettuata nel periodo di utilizzo del conto sfruttando il fuori fido. Da un calcolo delle Commissioni, da settembre ad oggi, è stato effettuato un prelievo di €360,00In particolare in un paio di occasioni ho potuto verificare, che le Commissioni sono state applicate anche in assenza di fuori fido. La mia banca, contattata, mi ha comunicato, che detta commissione, è applicata ai sensi del decreto legge 28 gennaio 2009, n. 2 e che, in applicazione del dettato normativo, non sarebbe stato possibile procedere allo storno delle somme. Al fine di evitare ulteriori difficoltà mi è stato proposto di aumentare il mio fido. Al riguardo, chiedo cortesemente di avere un parere circa la leggittimità di tale prelievo che, a mio avviso, è fortemente penalizzante. In attesa di riscontro invio cordiali saluti.