A seguito di multe non pagate risalenti al 2001 (nemmeno 500 euro divenuti, ad oggi, più di 3.500, ma questo è un discorso a parte...) ho saputo, un mese e mezzo fa dalla segreteria della ditta dalla quale stavo per essere assunto a tempo indeterminato, notizia che era giunto un pignoramento dello stipendio con atto di citazione dei titolari. Il problema è che io non avevo ricevuto alcuna comunicazione da nessuno! Contattando poi il legale vengo a sapere che:1 - C'era in essere un atto esecutivo dal 2007. Atto del quale ero al corrente in quanto ritirai una raccomandata nel 2007. Il problema è che poi varie difficoltà mi impedirono di far altro, e la raccomandata effettivamente ricevuta andò in dimenticatoio.2 - Mi mandarono una raccomandata ad Agosto 2011 e non hanno avuto risposta tantomeno ho mai ritirato la raccomandata.Dei due fatti il primo è vero, il secondo NO. Io non ricevuto un bel niente ad Agosto 2011. Vivo a Milano,ricevo sporadicamente posta, ma di sicuro una raccomandata la andavo a ritirare. Infatti cinque giorni dopo l'evento capitatomi in ufficio ho ricevuto una bella busta verde dove dentro un documento mi comunicava che c'era un atto giudiziario che attendeva alle poste; atto che ho poi ritirato e che trattava dell'evento in questione, appunto datato Agosto 2011.Dato che la comunicazione giuntami per voce della segreteria della ditta dove lavoro ha messo a conoscenza di altri dei fatti che avrei potuto (voluto & preferito) tenere per me, posso ritenere di aver avuto un danno alla mia privacy??Dato che il creditore aveva certamente identificato la ditta dove lavoro, avendo questa ricevuto il pignoramento c/terzi e atto citazione, ed il fatto che il legale non abbia preventivamente tentato un contatto con me al fine di scongiurare eventuali danni, questo può in qualche modo rappresentare l'alienazione del mio diritto a conoscere la mia situazione debitoria prima che sia resa pubblica?Dato che ritengo di aver subito un danno IRREPARABILE da tale evento, spiegabile in poche parole: perdita di fiducia nel mio operato per aver provocato situazione sgradita alla direzione ed indicativa di possibili difficoltà in rapporto all'incarico prospettato per il mio inquadramento, instaurazione dell'idea di una figura "disordinata" nella sfera personale verso i miei titolari con successivo ridimensionamento delle mie previste mansioni ed addirittura retrocessione di livello (quello che scrivo sono il riassunto di quanto scrittomi dall'azienda quale benvenuto da precario a tempo indeterminato...) la domanda è: Posso far valere le mie ragioni dinnanzi ad un giudice e chiedere risarcimenti?Grazie
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20/11/2011, ore 19:08
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21/11/2011, ore 06:31
Epicuro, grazie per la risposta, ma non dare per scontato che si tratti della agenzia delle entrate/Equitalia. Di fatto così non è. E' la società, di proprietà di un certo comune, che gestisce dei servizi tra i quali i parcheggi, che mi richiede tali somme. EPICURO dice<<<>>>Scusa : ma se ancora dovevi essere assunto come è possibile che Equitalia (o chi per essa) si rivolga all'azienda e pignori uno stipendio che ancora non esiste ?>>>>Quando ho ricevuto l'atto di pignoramento, ripeto non IO ma la segreteria della ditta, mi trovavo a 8 giorni dalla data di scadenza di un tempo determinato di 1 anno. Il mio inquadramento, già confermatomi proseguire come tempo indeterminato, era in fase di perfezionamento relativamente alle mansioni. L'evento ha creato un danno permanente. Questo è indubbio. Che poi questo non possa essere configurato come reato vuole solo dire che siamo proprio messi bene. Tutto qui. <<< .......(omissis)......Dato che la comunicazione giuntami per voce della segreteria della ditta dove lavoro ha messo a conoscenza di altri dei fatti che avrei potuto (voluto & preferito) tenere per me, posso ritenere di aver avuto un danno alla mia privacy??>>>No.>>> E perchè, secondo te...? << |
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21/11/2011, ore 20:12
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23/11/2011, ore 12:44
Mi spiace per la risposta datami, in quanto non corrisponde certamente al miglior suggerimento ci si potesse attendere da questo forum, magari specialistico.La notifica diretta al datore di lavoro è legale, ma da qualsiasi giudice considerata una extrema ratio poichè, potenzialmente, mette a rischio il posto di lavoro del dipendente. Infatti tale meccanismo pone le basi ad attriti tra il titolare, chiamato suo malgrado in causa, ed il dipendente ed inoltre viene messo il titolare a conoscenza di fatti ineluttabili, gravi e senza soluzione di continuità, che riguardano il dipendente, e che oggettivamente possono ridurne le capacità operative (ad es. la capacità di concentrazione sul posto di lavoro), per il quale il dipendente viene retribuito. Il dipendente viene comunque posto nelle condizioni di non poter adottare atteggiamenti e risorse personali atte a mascherare o ridurre gli effetti di qualsiasi avvenimento spiacevole che, nella normalità della segretezza personale, permetterebbero di contenere le "manifestazioni esteriori". Pertanto il meccanismo potrebbe promuovere addirittura la perdita del posto di lavoro, pertanto della stessa fonte di guadagno aggredita dall'ente che se ne appropria per salvaguardare un proprio credito, e creare perciò un danno di più ampia portata che attraversa diagonalmente la sfera personale, familiare e sociale del dipendente aggredito.E' chiaro che il meccanismo, visto sotto tale aspetto, rappresenta un atto di forza non solo verso la persona "debitrice", ma anche verso il suo lavoro ed i suoi familiari, con conseguente notevole aumentato rischio di danno alla salute causato dalla molteplicità di effetti negativi concorrenti.Non esiste in Italia una vera tutela contro questo tipo di aggressione, in quanto avvallata dalla Legge.Attualmente sto valutando, assieme a degli specialisti, la possibilità di avvalorare questa tesi nelle opportune sedi, anche e sopratutto in difesa di altri che, come me, hanno subito o stanno subendo questo "trattamento".Prima di dare risposte errate, ritento che sarebbe da preferirsi una piccola analisi delle proprie capacitù di expertize e, sopratutto, coscienza. |
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