Un nuovo suicidio. Leggo dai giornali. Un futuro papà di 38 anni, di Torino, si è impiccato in cantina per i troppi debiti.
Ma quando chi di dovere stopperà lo strapotere del recupero crediti, che usa sempre di più questa arma, consapevolmente o inconsapevolmente, di portare alla morte fisica il debitore?? Quando chi è già in serie difficoltà con la vita, e di questi tempi sono proprio in tanti, si vede arrivare una lettera dove legge testualmente "vendita forzata di denaro contante,preziosi, mobili e auto di Sua proprietà presso la Sua abitazione se necessario,e previo ordine del tribunale, procederanno con l'intervento della forza pubblica e, nel caso di Sua assenza, forzando la porta in caso di mia assenza. a loro dire, l'unico modo per fermare tutto ciò è pagare entro.." come reagisce? Ecco, uno dei modi nei quali può reagire è proprio quello che apprendo dal giornale: un modo tragico ed anche tragicamente errato, ma questo è il risultato.
Indipendentemente dalle regole del credito e del debito, che saranno pure sacrosante, ma dico io: sarà pure sacrosanta una vita, o no? Pertanto, anche solo supponendo un potenziale "possibile esito letale" (mi rivolgo magari agli analisti di settore), non sarebbe il caso di analizzare meglio e con altri metodi la questione? La società è fatta di persone e non di cose, e che le persone possono essere forti ma possono anche essere, o diventare, estremamente fragili. E possono essere deboli perchè già la vita ha infierito su di loro e magari anche sui loro cari. Il naturale istinto di protezione può prevaricare quello di sopravvivenza.Si chiama "stress", si chiama "choc"; insomma si impazzisce. Le cause sono esterne, pertanto assolutamente circoscrivibili, come possiano notare; le conseguenze invece sono estreme.
Voglio esprimermi in maniera concreta e propositiva, con ciò che farei io se sapessi di avere in mano la vita delle persone, e non come troppi recuperatori, funzionari, avvocati e purtroppo spesso giudici allo sbaraglio, che per far piacere al cliente o farsi currculae finiscono per ammazzare la gente!
Scusate la polemica di impeto.
Torno alla mia proposta: io penso che, almeno per una buona parte di debiti, per salvare delle vite basterebbe dare più tempo al rientro, modulando gli importi ed evitando oculatamente meccanismi aggressivi ed ingiuriosi i quali, oltre che essere assolutamente inutili, come vediamo sono addirittura mortali. E' giusto tutelare i creditori, assolutamente si. Ma i debitori non sono immondizia, spesso sono solo persone in serie difficoltà che andrebbero ascoltate e guidate nel pagare il proprio debito.
Forse sarebbe solo un inizio, ma qualsiasi cosa vale pur di salvare vite.
Quando se ne accorgeranno? Quante vite ancora andranno in fumo per danaro? O si vuole lasciare tutto cos'ì com'è?
Spero che la Adusbef, o chiunque di voi, colga il mio messaggio.