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C'è voluto quasi un anno e mezzo, due commissioni al lavoro a tempo pieno, audizioni illustri e polemiche trasversali, ma alla fine il Ddl sul risparmio è riuscito a passare il primo scoglio, quello della Camera dei Deputati, ed ora è pronto per affrontare il Senato. Dire che alla fine la montagna ha partorito un topolino è forse un giudizio troppo severo, visto che comunque le novità introdotte da questo disegno di legge ci sono, ma non va dimenticato che molti provvedimenti, considerati indispensabili per tutelare i risparmiatori passati nel giro di pochi mesi attraverso tritacarne del calibro dei crack Cirio e Pramalat, sono scomparsi oppure sono stati annacquati. Basta dare un'occhiata all'articolo sul falso in bilancio: la versione approvata giovedì ha lasciato sostanzialmente invariate rispetto alla norma già in vigore le pene per chi commette questo reato, ma la sanzioni risultano più lievi rispetto a quelle della proposta iniziale.L'obiettivo dichiarato era quello di evitare altri buchi miliardari nel bilancio, come quello scoperto a Collecchio. In questo senso una modifica del reato del falso in bilancio, con pene più severe sul modello della legge americana Sarbanes-Oxley, avrebbe dovuto avere un effetto deterrente. Ma in questa versione è lecito dubitare della sua efficacia: le soglie di non punibilità sono infatti rimaste inalterate rispetto alla legge in vigore e l'aggravante della pena scatta solo nel caso si riscontri un grave nocumento ai risparmiatori, cosa non troppo facile da appurare. Anche la querelle sulla competenze di Bankitalia e sulla durata del mandato del Governatore si è risolta con un nulla di fatto. Niente mandato a termine per il governatore della Banca d'Italia a cui rimane anche il controllo sulla concorrenza del sistema bancario, che molti volevano trasferito all'Antitrust. È facile capire come ai risparmiatori resti un po' di amaro in bocca. Le associazioni dei consumatori hanno già detto chiaro e tondo che questa legge non è soddisfacente e sono pronte a dare battaglia: partendo dal presupposto che la legge che sta per essere approvata al Senato non sia un punto di arrivo, ma un punto di partenza per poter aumentare la tutela dei risparmiatori. Non vanno infatti dimenticati i passi avanti ed i successi colti: d'ora in poi ad esempio le banche saranno obbligate a fornire prospetti informativi per tutte le obbligazioni, anche quelle emesse all'estero. Casi come quelli dei bond Cirio emessi in Lussemburgo e senza prospetto non saranno più possibili insomma.Vanno nella direzione della trasparenza anche le nuove regole sui controlli societari, che tutelano le minoranze all'interno dei consigli di amministrazione e introducono maggiori controlli attraverso l'entrata negli stessi Cda di soggetti non legati all'azionista principale.By Alan Friedman

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Questa è la verità! Tutti quelli che hanno fatto investimenti di decine di migliaia di Euro in bond (e sono quei tali con cui spesso diciamo che mi pizzico su questo forum) non sono persone comuni in quanto devono averle, quelle decine di migliaia di Euro.E una maggioranza politica, di qualsiasi colore, dovrebbe difendere questi scommettitori, o un'altra popolazione, che lavora tutti i giorni?Ved. anche tanti miei post precedenti.
C'è bancario e bancario: anche in banca la pratica vale più della grammatica (Nickname)

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Non ne faccio una questione politica ma solo vorrei che le cose fossero chiamate per il loro nome,che lo speculatore sia tale a prescindere dall'entità della posta,che gli imbrogli vengano smascherati e che ci fosse più trasparenza,etica e giustizia e trasformismi!

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Adesso lo dico io: basta con la politica e parliamo di economia.Lasciando che gli scommettitori si puniscano da se.
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difficile scindere politica da economia .......Un intervento normativo ex-post è impossibile, non ci resta che confidare nell'indipendenza della magistratura, nella sua facoltà interpretativa nell'applicazione delle leggi e ... nella sua preparazione tecnica specifica

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.....senza esagerare! mi accontenterei di vedere scelte effettuate in onestà.e, scusate se insisto, vieterei i rimborsi oltre € 10.000 a privati cittadini, in quanto arrivisti o ricchi ben consci del rischio che correvano.Ovvero: il risparmio non sono le corse dei cavalli, e bisogna impararlo a proprie spese. Lo stato non può correr dietro a questi mascalzoni...del paracadute.
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