Mio figlio, in qualità di titolare di ditta individuale, è intestatario di un c/c bancario con una linea di credito ed un finanziamento con pagamento a rate mensili. Io sottoscritto con mia moglie siamo fideiussori di tali posizioni.
Il c/c è stato acceso nel 2009 come " conto commercio" prevedendo nel contratto l'applicazione del tasso del 6%+ o,50% sulla disponibilità fondi.A seguito di un periodo di crisi che,come è noto, ha colpito un pò tutti, l'attività di mio figlio,oltretutto trattasi attività commerciale nata alla fine del 2009,ha subito una condiserevole flessione di incassi tanto da ridurre il c/c in una situazione di stallo senza poter rientrare,anche se parzialmente, della linea di credito.In un primo momento,la banca aumenta il tasso di interesse dal 6% al 9% ed ancora,con decorrenza 4/9/2013 dal 9% al 12,75% oltre 0,50% sulla disponibilità fondi,nonostante sia in corso un rientro parziale del fido con rata mensile.Preciso che,per ragioni di difficoltà finanziarie di mio figlio,la banca,in base alle attuali leggi, su specifica richiesta,ci ha sospeso per 12 mesi il pagamento della quota capitale del finanziamento .Preciso che i relativi aumenti da me detti "SELVAGGI" sono stati appresi soltanto alla ricezione dell'estratto contro trimestrale.La banca,a seguito di richiesta di motivazione di tali scabrosi aumenti di tasso,ci ha verbalmente riferito che tanto è scaturito dalla posizione con Rating alto ed oltretutto rischiosa per la banca,preavvisandoci che ci potrebbe essere ancora un ulteriore aumento alla soglia dell'usura .
Ciò stante, vi chiedo se c'è qualche possibilità di difesa verso un comportamento a dir poco deleterio ed autoritario nei confronti dei poveri consumatori.Grazie anticipatamente.