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22/03/2012, ore 21:55
Segui questa procedura e abbi fede,vedrai che il direttore della banca si sveglia: Auguri e in bocca al lupo. Come procedere per non avere sorprese: Staccare un ultimo assegno a valere sul conto da chiudere e versarlo sul nuovo conto. L’importo di tale assegno deve essere tale da lasciare un saldo sufficiente a permettere alla Banca di addebitare le commissioni di chiusura (di gestione e fisse) di cui abbiamo parlato, ed alle quali vanno eventualmente aggiunti gli assegni già emessi ed ancora in viaggio, le spese con bancomat, con carte di credito, gli ordini permanenti (che avremo per tempo eliminato) ecc.; accertato l’addebito sul conto di questo ultimo assegno, e verificata la registrazione di ogni altra nostra spesa, è possibile inoltrare l’ordine di messa in estinzione (raccomandata AR o modulo allo sportello); indicheremo la numerazione degli assegni non utilizzati, che allegheremo dopo averli mutilati della parte destinata alla firma di traenza; allegheremo bancomat e carta di credito, resi inutilizzabili graffiando la banda magnetica e tagliandoli in due, indicandone la numerazione; se utilizzeremo il modulo fornitoci allo sportello, pretenderemo una copia. Dopo alcuni giorni, o alcune settimane, la Banca invierà un ultimo estratto conto con gli addebiti di spese e commissioni, e con l’indicazione del bonifico del capitale risultante a favore del nuovo conto. Il saldo finale sarà pari a zero. Qualora nel giro di un mese non si ricevessero informazioni dalla Banca, recarsi allo sportello per verificare lo stato dell’operazione di chiusura e chiedere una giustificazione del ritardo. Attenzione: se il saldo finale dovesse risultare negativo (spese e commissioni hanno superato l’importo lasciato sul conto), il rapporto non viene chiuso: la Banca attenderà il versamento dell’importo per riportare a zero il saldo. In genere le Banche più scorrette hanno la pessima abitudine di non avvisare di tale circostanza e, al primo scadere del trimestre e dei successivi, quella passività maturerà tassi passivi e commissioni di massimo scoperto, aggravando la posizione debitoria dell’ignaro titolare, non ancora “ex correntista”. È quindi opportuno seguire la vicenda fino al termine del rapporto: saldo pari a zero e conto chiuso. Attenzione: pur di evitare la chiusura del conto, alcuni direttori di Banca inventano fandonie e cercano di evitare l’esecuzione dell’ordine: 1) Non è vero che, per la chiusura di un conto cointestato a più persone “a firma disgiunta”, occorra che l’ordine di chiusura sia sottoscritto da tutti gli intestatari. A tal proposito, ricordiamo che i titolari di un conto possono addirittura fornire all’eventuale delegato il potere di chiudere il conto corrente. Figuriamoci se uno dei cointestatari non ha i poteri di porre in estinzione il rapporto. 2) Se invece le firme sono congiunte, è inutile tentare individuali chiusure del conto. 3) Non è vero che, se il conto corrente è di regolamento per una carta di credito, occorra attendere 60 giorni di “quarantena” prima di poter procedere alla chiusura “perché potrebbero arrivare spese effettuate con la carta ed ancora non addebitate”. Non accettate tali opposizioni. Sono campate in aria. Se avete certezza che ogni addebito sia stato effettuato, imponete l’esecuzione dell’ordine di estinzione. 4) Se allo sportello l’impiegato forza la mano per non accogliere l’ordine di chiusura, si può inviare una raccomandata A.R. al direttore dell’agenzia denunciando il fatto ed ordinando la messa in estinzione del conto. Tale raccomandata va inviata per conoscenza (per Posta normale) a: p.c. Al presidente della Banca …………………………………………………………… (*)Via/Piazza ……………………………….……………………… Cap …………… CITTÀ ……………………………………………………………… * L’ indirizzo è quello della Direzione Generale e non quello della ns. Agenzia. p.c. Ufficio Vigilanza Banca d’Italia Via Nazionale, 91 00184 ROMA p.c. ADUSBEF Via Farini, 62 00185 ROMA Spero sia utile questo consiglio,saluti e condoglianze per la cara perdita.
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PANAMA
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