sono uno di cinque figli di una signora vedova arrivata alla veneranda età di 90 anni. negli ultimi anni mi sono sempre interessato di tutte le questioni burocratiche della mamma(utenze, rapporti con il padrone di casa, tasse, condominio etc.) essendo di tutti i figli quello più disponibile e forse quello "preferito" dalla mamma. Ultimamente la mamma ha ritenuto di darmi la delega a operare sul conto corrente bancario in considerazioni delle condizioni di salute naturalmente deterioratesi. In Banca sono stato accolto insieme alla mamma con cortesia e "simpatia" . Sempre in quell'occasione fui informato che la mamma aveva, oltre al conto corrente, un investimento in una poliza i cui beneficiari sarebbero stati, in parti uguali, tutti e cinque i figli, senza incorrere nei problemi della successione. Non ritenni allora di farmi inserire in qualche modo nella polizza appunto perchè destinata in parte uguale a tutti i figli. Detto questo accade poco tempo dopo che la mamma ha un brusco peggioramento delle condizioni di salute il che ha portato, ad oggi dopo un calvario tra ospedali e case di cura varie, ad una permanenza ormai stabile in una casa di cura specializzata per anziani con tanto di medici ed infermieri oltre a una infermiera "personale" che quotidianamente la accudisce e la segue. Tutto ciò premesso, il fatto: la banca mi nega adesso ogni notizia sulla poliza per una questione di pricacy. Non intende consegnarmi blocchetti di assegni e, questa è di questi ultimi giorni, "il bancomat" mi dice che la carta è smagfnetizzata !! Che devo fare? Può la banca tenere tale comportamento, tenuto conto della delega ad operare sul conto corrente, e impedirmi di utilizzare le somme che arrivano sul conto corrente rinvenienti dalla pensione INPS che la mamma percepisce? La mamma ormai non si muove più dal letto e le sue funzioni cerebrali sono ormai state compromesse da numerosi ictus. Per completezza aggiungo che i miei fratelli sono perfettamente a conoscenza di tutto quanto perchè li tengo informati. Grazie
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06/01/2014, ore 16:46
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06/01/2014, ore 17:28
credo che occorre prendere visione del regolamento della banca che, dovrebbe essere esposto nella filiale e approndire i poteri e i limiti del delegato. è evidente che la banca si è messa in cautela pur non avendo alcuna opposizione da parte di alcuno così potrebbe impedire a lei di far fronte alle spese di cura e ricovero della mamma. se non si riesce a trovare alcuna via per operare sul conto resta la via giudiziaria ma è lunga e costosa. non è richiedibile l'amministrazione di sostegno perché la mamma ora non può manifestare. (?) (a volte può capitare un giudice tutelare che comprende il dramma e potrebbe fare, su richiesta dell'interessato, un provvedimento per trasferire le somme e la pensione su altro conto appunto per consentire la continuità dei pagamenti per l'assistenza). per ultimo, un altro dramma si apre nel cuore di un figlio e che, per me è una cosa terribile. interdire la propria madre e fare il suo tutore.
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06/01/2014, ore 18:01
escluda l'interdizione ma provveda con la massima urgenza alla richiesta di inabilitazione.e' un provvedimento leggero che permette a chi viene nominato curatore una normale amministrazione,avendo gia lei una delega e l'accordo con i fratelli non le dovrebbe essere difficile ottenere la nomina. per quanto riguarda l'interdizione e' una prassi comune ogniqualvolta la persona soggetta non ha piu la capacita fisica di comprendere e reagire agli stimoli e domande esterne e nel contempo necessita di compiere atti che non puo firmare. sarebbe comprensibile una riserva a chiederla quando l'interessato manifesta ancora della capacità di relazionare ma nel caso valutatela quando il momentolopuo richiedere. Hannibal www.palombarimotociclisti.it Hannibal www.palombarimotociclisti.it |
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06/01/2014, ore 19:02
Personalmente mi pare che la banca sbagli, con un comportamente censurabile. Ma se non costa nulla una lettera di uno studio legale la manderei con la copia della delega a suo tempo rilasciata da mamma. Per tale situazione prenderei in serio esame la possibilità che uno dei 5 figli venisse nominato "amministratore di sostegno", che evita la "antipatica" richiesta di interdizione, ma che risolve. Se sommate il T.A.N. al Tasso di Mora, tutti i mutui stipulati dagli italiani sono presuntivamente usurai, TUTTI, proprio TUTTI |
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07/01/2014, ore 09:00
assolutamente d'accordo con Dante. Per motivi affettivi, anch'io e mio fratello abbiamo deciso di non interdire i nostri genitori, che, passati i 90 anni, erano incapaci di intendere e di volere, e con difficoltà di deambulazione. solo un cannibale interdirebbe propria madre a curo leggero, tra l'altro se si ha da fare, meglio farlo per tempo, senza aspettare che siano scappati i buoi. Purtroppo la salute mentale della mamma non tornerà più. .... continuavano a chiamarlo l'ineffabile g.g. |
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07/01/2014, ore 12:30
rimango decisamente perplesso sulle risposte che ha ricevuto. Intanto prendiamo nota che la madre non e' in grado di intendere e comunicare.. Se la banca ne e' a conoscenza non puo far finta di niente- per i servizi di supporto alla sua situazione l'amministratore di sostegno non puo essere nominato per il seguente articolo della legge 6/2004.
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