Sono un giovane imprenditore edile e la mia attività è iniziata dopo il fallimento dell'impresa di mio padre causato per 'essere stato vittima di usura.Dal 2009 ho acceso un conto corrente bancario, senza alcun affidamento e carnet. Negli ultimi tempi a causa delle gravi difficoltà che trovo nel riscuotere, anche per il nefando patto di stabilità, ho avuto due protesti dal banco posta immediatamente onorati, comprensivi degli oneri di legge e ho evitato con le procedure vigenti la segnalazione CAI cosi come per alcune cambiali anch'esse onorate ed inviate nei tempi alla C.C.I.A.A. per la non menzione.
Vivo su un territorio di piccole dimensioni (isola d'Elba) ove sanno tutto di tutti e quindi tutti gli istituti bancari presenti in loco mi hanno sempre rifiutato l'apertura di conto per il cognome che porto. Ciò anche prima di avere avuto le difficoltà degli ultimi mesi.
L'istituto bancario di cui all'inizio spiegavo mi riferisce, attraverso il Direttore di filiale, che devo chiudere il conto. A nulla sono valse le mie osservazioni riferite agli immediati pagamenti e le procedure eseguite per il CAI. Nulla, pretendono che io sottoscriva di proprio pugno la chiusura del conto entro il 30 aprile p.v.
Ho 5 dipendenti, lavoro sia nel pubblico che nel privato, ho segnalato su tutte le fatture emesse e a tutti gli enti pubblici il conto dedicato (quello che vogliono chiudermi) e non so come poter andare avanti dal 1 maggio prossimo. Sono terrorizzato al pensiero di dover chiudere l'azienda per il mancato accesso a un conto corrente.
Qualcuno potrebbe gentilmente darmi un consiglio di come poter evitare tutto ciò? Sono disperato, non riesco più a concentrarmi sul lavoro.
Grazie, Espanico