il concordato preventivo, a quanto mi risulta. è un'operazione complessa atta a prevenire il fallimento, e mi risulta che possa essere richiesta solo in alternativa al fallimento, se i creditori hanno già fatto partire un'istanza fallimentare, ovvero solo in presenza di insolvenza conclamata, credo che sia molto precoce parlarne.

e si tratta di operazione lunga e laboriosa, allo stato dell'arte è più ragionevole parlare di pignoramento mobiliare.

non lo stia molto a seguire, non legge nemmeno il sole24ore e pare che alla bocconi non si studi ne diritto di fallimento ne altro. il nuovo concordato preventivo puo venire chiesto anzi proposto in ogni momento, dovrà magari valutare la convenienza del costo di un commercialista o di un legale. Con le nuove disposizioni e' diventato un must e sta spopolando Saluti

il diritto fallimentare (non il diritto di fallimento, che in Italiano corrente, è un'altra cosa) si studia alla Bocconi, ma come dici tu, il concordato preventivo è stato recentemente modificato in maniera sostanziale, quanto tu dici ha una parvenza di verità, ma se deve ottenere un concordato preventivo una persona con tre debiti, totale 40.000 euro, piuttosto che tirare in ballo anche il garante e svendere anche le attività dell'azienda che potrebbero essere vendute a un prezzo più vicino al mercato, è verosimilmente più congrua l'ipotesi formulata dal forumista scrivente: svendere i cespiti e pagare un commercialista e/o un legale, è probabilmente un'operazione molto antieconomica in base ai dati che ci sono stati forniti, che implica trovarsi, alla fine della procedura, in braghe di tela anzichè con un discreto gruzzoletto, sempre buono per vivere. non occorre una laurea per capire che svendere è una soluzione di emergenza, ma i nostri imprenditori nostrani che non hanno studiato neppure il primo postulato dell'economia (massimo rendimento con il minimo sforzo), cosa vuoi che ne capisca?

tra l'altro, più ancora della garanzia del padre, che giustamente precluderebbe l'operazione, va detto che Compass fa credito al consumo, cioè ai privati, non alle aziende (che anche come "ditta individuale" sono persone giuridiche. quindi quel debito risalente a "prestito personale", finalizzato o meno, non può essere "mischiato" con quelli dell'azienda. no, hannibal, non solo hai fatto una proposta fuori luogo, hai solo chiarito una volta per tutte che tra me e te, quello che non capisce una cippa lippa sei tu, meglio che resti a parlare di multe.

l'utente gustavo e' una nullità totale, ho reperito il testo di legge adatto a chi ha postato, entro domani pubblico i riferimenti, vale per ditte individuali e anche per privati. poi vediamo di allontanare il disturbatore con una ennesima segnalazione.