Salve. Da due anni circa mio padre mi ha dato in comodato gratuito verbale un appartamento, precedentemente affittato a terzi. Dato che sono artigiano autonomo e ho diverse cartelle di Equitalia non pagate (cartelle mai ricevute ma di cui suppongo l'esistenza, a causa di tributi INPS non versati, etc, tutto per sopravvivere - la mia documentazione fiscale è tutta in ordine e non faccio 1 euro di nero!), per tutelarmi non ho spostato la residenza anagrafica nell'appartamento in comodato ma l'ho lasciata presso la residenza di prima - in altra provincia, dove non vive più nessuno e ci sono lavori in corso da tempo (un cantiere, in pratica). Questa situazione mi ha permesso di poter vivere sereno per gli ultimi due anni, questa forma di irreperibilità infatti non mi ha fatto arrivare cartelle e quindi ha evitato altre forme di persecuzione esattoriale, di cui ben sappiamo il corso finale. Il problema ora sussiste a causa dell'IMU. Trascorsi due anni in cui l'apppartamento dove vivo risulta al Comune vuoto, mio padre mi ha chiesto di fornire l'autocertificazione di comodato d'uso gratuito per ottenere l'aliquota IMU più bassa. Scaricando il modulo di autocertificazione, però, ho notato come questa preveda la residenza anagrafica, che io non ho preso e che non intendo prendere. Ovviamente, prendendo la residenza anagrafica, il giorno dopo verrei sicuramente perseguitato da Equitalia e mi arriverebbero decine di cartelle esattoriali (e potrei smettere di campare me e la mia famiglia, a quel punto, perchè non posso permettermi di pagare niente; solo vivendo così mi posso procurare un minimo di sostentamento per me e per loro); non prendendola, mio padre si troverebbe a pagare l'aliquota IMU più alta come seconda casa non affittata. Vorrei consigli in merito sulla strada da percorrere. Abbiamo pochi giorni, dato che i due anni di "abbuono" per "lavori in casa" scadono il 1 Marzo. Grazie a tutti quelli che sapranno darmi buoni consigli.
Bartolo