Leggo di professionisti e commercianti imbufaliti per l'intenzione del Governo di aggiornare gli "studi di settore" per renderli un po' più significativi.Da ex lavoratore dipendente ed oggi imprenditore, mi chiedo come i miei colleghi possano sopravvirere, per non dire campare dignitosamente, guadagnando solo quello che risulta dagli studi di settore. Se il mio reddito fosse così basso, tornerei subito a fare il dipendente ...
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07/10/2004, ore 18:26
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07/10/2004, ore 23:24
Bravo, è la domanda che si pongono tutti, solo che quando si intravedono le scappatoie per tenersi in tasca tutto il possibile si percorrono tutte le strade, lecite o meno. Sembra che in Italia i dipendenti guadagnino regolarmente di più degli imprenditori... è ovvio che non può essere! |
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08/10/2004, ore 00:45
Ma che bisogno c'e' di fare "gli studi di settore"Ognuno dovrebbe pagare in base a quello che guadagna,in misura adeguata(non esagerata)Leggi buone da far rispettare;gli addetti,inoltre, non mancano.......Se uno si lamenta avra' i suoi buoni motivi;perche' non credergli?Nella media,c'e' chi si lamenta e chi e' soddisfatto del proprio redditto e delle tasse che paga.Questo vale per i gli imprenditori e i per i dipendentiAvra' modo di lamentarsi il piccolo imprenditore con il negozietto di telefonia non certo Trochetti Provera.Come non ho mai visto Fazio partecipare,con i suoi colleghi ad uno sciopero di categoria!!Saluti a tutti Tondi |
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08/10/2004, ore 12:10
Gli "studi di settore" hanno appunto lo scopo di indviduare quale sia il reddito plausibile di una certa categoria di contribuenti autonomi ... |
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11/10/2004, ore 19:40
Ad un certo tipo di contribuente autonomo,effettivamente,mancava qualcuno che gli facesse un bel studio di settorePerche' tra commercialisti,tributaristi,guardia di finanza,polizia tributaria,polizia municipale notai,ufficio imposte,camere di commercio ,banche,avvocati,consulenti vari etc.etc non sai mai quanto possa guadagnare |
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04/11/2004, ore 16:04
Non sono d'accordo con chi cataloga i dipendenti tra i poveri e gli imprenditori (tra cui impropriamente si elencano anche lavoratori autonomi, liberi professionisti, consulenti, nuovi professionisti emergenti senza un albo professionale, co.co.co etc) tra i ricchi : non sempre un'impresa produce automaticamente ricchezza, anzi, talvolta, sembrerà strano, gli affari possono andare molto male. Credo quindi che standardizzare il reddito per alcune categorie sia troppo semplicistico : è anche per vero, viceversa, che altre categorie sono "taximmuni" e iperprivilegiate. Sono contenta per Andrea Lucchesi : è ovvio che se hai smesso di lavorare come dipendente, hai avuto dei buoni motivi.Per Alex 74 : la categoria dipendente è troppo eterogenea. Non concordo con la tua affermazione, infatti può accadere che un dirigente (quindi dipendente) guadagni molto di più di un piccolo imprenditore. Vorrei sottolineare a tale proposito che nelle imprese esiste una categoria molto sottovalutata : quella della microimpresa, dove talvolta non solo il profitto non è in linea con gli studi di settore, ma addirittura in perdita secca. |
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