Salve a tutti. Gia' in passato ho parlato di miei problemi causati da alcuni assegni che non riuscii ad onorare. Nel lontano 2004/2005 dovetti chiudere la mia attivita' in franchising ma avevo ancora degli assegni con la mia azienda che pagai entro un anno dalla scadenza. Piu' volte chiesi loro di inviarmi la lettera liberatoria,ma nulla. Purtroppo questo stato di sospensione mi causo' non pochi problemi psicologici, crisi depressive con conseguenti stati di confusione (ho persino una relazione di un Prof. che mi curo') e lettere di un legale che sollecitava la soluzione del problema con la mia vecchia azienda.Nel tempo lasciai perdere esausta da questa situazione e perche' non potevo impazzire per colpa loro, stavo troppo male e non avevo nessuno che mi consigliasse sul da farsi.Attualmente collaboro con l'azienda di mio fratello ed avendo intenzione di aprire un'attivita' commerciale con lui ho fatto richiesta, rischiando ovviamente, di un finanziamento perche' ho intenzione di figurare titolare.Naturalmente mi è stato rifiutato e d'accordo col mio commercialista ed ora anche il legale, abbiamo fatto richiesta alla mia precedente azienda della liberatoria per gli assengi che io ho pagato ormai da piu' di 4 anni.Mi preme sapere se secondo voi la mia vecchia azienda doveva comunque liberarmi automaticamente inviandomi le lettere liberatorie con i relativi assegni da me firmati e se, a questo punto, ci sono i presupposti per chiedere un risarcimento danni dal momento che nonostante le mie richieste scritte e spedite con raccomandata non hanno mai risposto. Insomma, cosa posso fare per avere un risarcimento anche morale visto che per colpa loro mi sono vista rifiutare un finanziamento di 20mila euro? Ed inoltre la vecchia azienda come potrebbe ostacolarmi?
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19/04/2009, ore 14:16
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23/04/2009, ore 13:32
Riporto su la mia domanda sperando che qualcuno possa rispondere per capire come comportarmi. Grazie |
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29/04/2009, ore 21:41
Ma sei stata protestata oppure no ricorda che il pagamento tardivo, anche se viene fatto subito dopo la levata del protesto, non da’ diritto alla cancellazione di quest’ultimo. La cancellazione del protesto puo’ essere ottenuta solo dopo che sia decorso un anno, se nel frattempo non si viene protestati di nuovo, rivolgendosi al tribunale e poi alla camera di commercioPer quanto riguarda il danno morale nutro seri dubbi anche perchè se i danni li chiedono i debitori credo che le parti poi si invertirebbero.Senza entrare nello specifico i debiti contratti con finanziarie e/o banche sono una cosa mentre i debiti contratti con persone fisiche moralmente sono piu' importanti |
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29/04/2009, ore 23:14
ROSABLUlascia pèrdere e abbandona qualunque sogno di poter ricominciare grazie ad un finanziaento o ad uno scoperto che nessuna Banca ti farà mai. anche se sarai i possesso di tutte le liberatorie d questo mondo.Il < sistema> non prevede amnistìe. Puoi solo aggirare l'ostacolo,evitndo che compaia il tuo nome. |
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05/05/2009, ore 13:50
Grazie per la risposta. I danni morali a cui faccio riferimento sono per non avermi consegnato, a saldo degli assegni da me pagati, la dichiarazione liberatoria che la mia azienda avrebbe dovuto inviarmi nonostante le mie ripetute richieste.Per questa loro "mancanza" e nonostante il mio impegno a liquidarli entro un anno dal protesto, io sono rimasta e lo sono tuttora iscritta.Per colpa loro io non posso accedere a nessun finanziamento."la cancellazione del protesto puo’ essere ottenuta solo dopo che sia decorso un anno, se nel frattempo non si viene protestati di nuovo, rivolgendosi al tribunale e poi alla camera di commercio": ma se non mi hanno inviato quella benedetta liberatoria come potevo cancellami? Anche perche' la Camera di Commercio mi ha spiegato che se non c'è cancellazione decorsi 5 anni diventera' automatica."Senza entrare nello specifico i debiti contratti con finanziarie e/o banche sono una cosa mentre i debiti contratti con persone fisiche moralmente sono piu' importanti": In che senso? Io il debito l'ho contratto con la mia azienda non con la banca... o ho capito male? |
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11/05/2009, ore 17:36
Il problema in una richiesta di risarcimento è il fatto che bisogna quantizzare il danno subito.Nel caso particolare il fatto di non avere credito è un danno difficilmente quantizzabule e provabile. |
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