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“ A pizza ‘a otto” ( 1973 )Tra i tanti mestieri e attività,ormai scomparsi,come “ l’acquaiuolo “ " ò lustrascarpe " " à riffa " etc.,vi sono anche dei modi di vita,delle abitudini scomparse. Tra queste,vi è “ a pizza à otto “ che non è,come potrebbe sembrare una pizza per otto persone,ma un modo di pagare la pizza dopo 8 giorni.Non so quanti di voi ricordano il film di De Sica “ Napoli milionaria” dove Sophia Loren impersonava la moglie del pizzaiolo (cornuto) il grande Giacomo Furia e sfoderando la sua prorompente bellezza,gridava “ magnàteve a pizza ! Cà se magna e nun sé pava..... “,e il marito annotava su un foglio di carta le pizze che vènivano pagate dopo una settimana, “ ogge à otto” come si dice in lingua borbonica,cioè fra otto giorni.Era una necessità dettata chiaramente dal bisogno,ma si estendeva anche al negozio di alimentari sotto casa,dove su un appòsito quaderno, venivano segnati e aggiornati i conti che venivano pagati a quindicina o a fine mese. E pagarli,era una questione di dignitoso orgoglio. Non c'era bisogno di CRIF.......................Vicino alla mia zona c’è una delle tantissime pizzerie e friggitorie dall’insegna sbiadita,ma altisonante : PIZZERIA DEL RE FERDINANDO,ove Ferdinando non ha niente a che fare con la buon'ànima del Re borbone,ma più terra terra,con il proprietario,ormai ottantenne : “ don Ferdinando ò Scapèce” autodefinitosi per questioni di marketing,< ò Re d'à pizza >...........Veramente,Scapèce non è il suo cognome, ( infatti viene chiamato O' SCAPECE,ma l’appellativo,e si riferisce alla specialità di fare le zucchine fritte con la mentuccia che,appunto vengono chiamate in Borbònia “alla scapèce”.Ormai don Ferdinando vive in simbiosi dietro la cassa ( di inverno) o davanti alla porta di entrata (di estate),è vecchio e stanco,ma è lucidissimo e ancora in gamba. E proprio lui,mi ricordava questa abitudine della “pizza a otto”,che non si riferiva solo alla pizza,ma in qualche caso ancora più pietoso,addirittura alla cosiddetta “pasta cresciuta”,cioè solo all’impasto. Lui ne è stato testimone e ricorda che non erano solo i ad usufruirne,ma una specie di rito collettivo cui quasi tutti applicàvano. Borghesi,commercianti,impiegati etc.Senza olio,senza pomodoro,senza niente.Se la portavano a casa cotta al forno,per sostituire il pane.Eppure,nonostante la miseria di quegli anni,don Ferdinando ne parla con rimpianto. Forse perché era più giovane,o forse perché,come ama ripètere, all’època,era tutto più pulito,sincero,più napoletano insomma.Adesso,dice don Ferdinando, “ pure ll’aria,a terra, ò mare sò avvelenate,perciò a ggènte a perdùta ‘a càpa ““ Insomma che si stava meglio quando c'era più miseria,perchè forse non si avevano tante pretese.E riuscire a per la famiglia almeno una volta al giorno,era già un risultato positivo. E non c'era bisogno di televisione satellitare,di cellulari,di internet,di Grande Fratello.Il tempo libero lo si passava con gli amici,in famiglia,bastava ................ Che abbia ragione don Ferdinando ?

LA NOBILTA' DELLO SCHIAVO, E' LA RIBELLIONE !
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Mah,se avesse ragione allora vivrebbe di stenti ancora...tanto è piacevole..

"Non siamo gli ultimi di ieri ma i primi del domani."
"Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare."

"Non siamo gli ultimi di ieri ma i primi del domani." "Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare."

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A mio modesto avviso mi sà prorpio di sì!! Io ricordo ancora quando a sera ci si raccoglieva attorno alla Radio per ascoltare il romanzo a puntate , o quando , arrivate le prime TV che venivano accese in alcuni locali , dove ci si raccoglieva ( portandosi dietro la sedia) per vedere lascia e Raddoppia o il Musichiere... Che tempi, si c'era chi andava al lavoro in bicicletta, chi si indebitava firmando cambiali per il corredo delle figlie, o per la stfoffa necessaria a confezionare il vestito della Domenica.. Ricordo anche io ,il negozio dietro casa dove si comperava pane,salumi,formaggi e vino ed il proprietario segnava il relativo controvalore su di un libretto , unto e consuntoche serviva come apertura di conto da saldare a fine settimana per gli operai ed a fine mese per gli impiegati ed i signorotti!!! Statene certi, che i debiti si pagavano senza tanti problemi, e se qualche volta qualcuno si trovava in difficoltà, il commerciante assai comprensivo chiudeva un'occhio e ti dava la possibilità di slittare nei pagamenti, pur di non perdere il cliente... Onore,rispettabilità comprensione verso gli altri, circondavano le ns. esistenze, e seppur a malincuore ci si accontentava di quello che si aveva, e cosa più importante si trasferiva verso i figli questi valori, preparandoli sin da piccoli a non desiderare quello che non si poteva avere!! dandogli così dei fondamenti incrollabili, che li fortificasse nel dover affrontare le vicissitudini della vita.Oggi abbiamo tutto, e forse molto ma molto di più del necessario, eppure siamo sempre " Incontentabili" e smaniamo per poter avere sempre piùanche a costo di impelagarci di debiti e di scadenze senza ritegno alcuno.Cosa diamo ai ns. figli e Nipoti come esempi????? e poi ci rammarichiamo se questi vengono su deviati, insazziabili,eternamentescontenti!!!! Quando ci si decidererà a dare uno " STOP", ed a ricominciare a costruire una società degna di essere chiamata Così???Ognuno di noi nel suo piccolo dovrà decidersi a fare qualche sforzo ed imparare nuovamente a dire NO ad ogni richiesta e rimodellare i ns. giovani, rimettendoli all'interno di quel sentiero che sin dai tempi antichisegnava il cammino delle persone GIUSTE e GIUDIZIOSE.Cordialità

Paolo da Cassano
Paolo da Cassano

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Sottoscrivo, se qualcuno si ricorda dei miei interventi di qualche anno fa, intestati Nickname, le mie posizioni erano quelle...Peccato che altri utenti del forum, legati per lavoro per genia e per chissà cos'altro mi inducano a replicare sul sottostante dei conti deposito di Mediobanca, o, peggio, su quella miseria del 2% netto offerta da Banca Mediolanum a degli utenti straprivilegiati.... o mi portano a discutere se una provvigione di 1500 euro per un agente immobiliare che ha "aiutato" per un quarto d'ora a vendere un box a Milano da 50.000 euro (un regalo, ovviamente) sia congrua...Paolo, ti ammiro...

Sapiens... secum est (Il saggio sta con se stesso) (Seneca, Epistole, 9, 16)

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gustavo, smettila di piagnucolare e fare la vittima ovunque. chi è causa del suo mal pianga se stesso. se continui a polemizzare, innescare diatribe, insultare e intervenire ovunque anche senza nulla da dire... tutto quello che di male semini ti torna indietro.ricordi sempre di più San Ciappelletto.sei un ipocrita, gustavo. pure molto parassita e lecca.... ruffiano!

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Mi piace partecipare a queste letture...dagli antichi sapori, e profumi di usanze ormai introvabili...e dimenticate...nella frenesia attuale che avvolge teste e cuori....dei partecipanti alla grande corsa dei piazzati in società......Comunque..per contribuire nel mio piccolo,...ricordo che nella Napoli tra gli anni cinquanta e sessanta..c'era un'usanza...credo oggi dimenticata che mi piacerebbe ricordare.Nei gloriosi e conosciuti bar dell'antica Napoli, dove si gustava il famoso caffè napoletano, che anche esso come la pizza, c'era chi attribuiva il sapore all'acqua di Napoli, allora più leggera (Serino?) oltre che all'arte di fare le cose bene e a tradizione, (la tostatura del caffè...in torrefazione artigianale).L'usanza che volevo raccontare.....era quella del "caffè pagato"....Non era insolito..mentre si era nel bar..a degustare .sentire qualcuno..magari un po' malmesso..che entrava.. e chiedeva al barista...ci stà oggi qualche caffè pagato...? Lo posso bere?Ora quasi sempre c'era, o il barista te lo dava...anche se non c'era...per solidarietà...della specie...."umana"...come disse Einstein..la prima volta che sbarcò in America dalla nave..e insieme al passaporto..gli chiesero..mentre il diligente agente..compilava il modulo, del permesso di entrata...razza...? Ed il povero Einstein...meravigliato..rispose umana....con fare imperturbabile.Insomma, chi stava un pò meglio degli altri,si ricordava di chi stava peggio di lui, "solidarietà..merce rara oggi..e quando la mattina ordinava... il caffè...ne pagava sempre due..., se , se lo poteva permettere...perchè sapeva..che durante la giornata...molti sarebbero entrati..in quel bar...a chiedere..se per caso c'era "un caffe' pagato....."Ecco perchè a Napoli..il caffè non è solo una bevanda...ma a volte può significare...anche altre cose...per un borbonico..che non ha perduto l'essenza..e il significato della socializzazione.....e della solidarietà,eruzioni del Vesuvio permettendo....



Leo

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