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BLUESlei deve èssere più sagace e meno abboccato e sa bene che glielo dico con stima e affetto. A proposito della sua meraviglia circa la meraviglia dell'impeccabile funzionario della Santander in relazione alla Maran ( loro tirapiedi ),le allego una paràbola VERA e VISSUTA che certamente le rischiarerà l’emisfero cerebrale destro..In un paesino della Borbonia,anni 70,il sòlito pòverocristo protestato, senza diritto al crèdito di nessun tipo e con urgente bisogno di sposare la figlia per intervenuta e inaspettata gravidanza,parlottando col direttore postale del paese,fu indirizzato DISINTERESSATAMENTE,da un manutèngolo rubagalline ( Giggino ò sapunaro ) che faceva i nodi delle cravatte per conto di . A un certo momento il poverocristo,soffocato dagli interessi che si moltiplicavano a go go ogni qualk volta consegnava un acconto,non ce la fece più e smise di pagare. Da un dèbito originario di 5 milioni,nonostante ne avesse ripianato 2,ne restavano 7. …. cominciò a braccarlo per il paese e quando lo trovava,lo minacciava pubblicamente,e qualche volta lo mortificava con schiaffi,telefonate nel cuore della notte ed altre angherìe.Insomma la vita del poverocristo era diventata un inferno e anche quella della sua famiglia,fino a quando <ò sapunaro> non commise un errore grave. Gli incendiò la 127 con la quale andava a lavorare ma non solo. In una telefonata più minacciosa delle altre,disse DUE cose sbagliate e UN errore madornale perché fatto al telèfono..La prima : si era preso a male questo sgarbo con le conseguenze del caso che lui sapeva. La seconda : che lui ( Gigino ) conosceva benissimo la figlia e sapeva dove abitava col marito ( fuori paese ad un paio di kilometri in una casa colonica isolata ). Fu così che il pòverocristo prese il coraggio a due mani e alle 9 in punto era a casa di per anticiparlo prima che uscisse e poterci parlare di persona senza orecchie indiscreteFu accolto dalla moglie che con somma cortesia lo fece accomodare e gli offrì il caffè,mentre Don Vicienzo apparve nella sua vestaglia di seta con aria meravigliata e preoccupata. Man mano che il pòverocristo chiedeva scusa e cercava di spiegarsi per quanto successo,Don Vicienzo esprimeva meraviglia e stupore da tutti i pori,fino a quando sentita la minaccia fatta alla figlia,il suo stupore diventò sgomento e paura. Sissignore,paura.Perché ? Perché l’astuto Don Vicienzo,a differenza di Gigino che era un rubagalline,aveva capito che un uomo disperato è pronto a qualunque cosa. Soprattutto ad andare dai Carabinieri e cantare tutto il repertorio ! Arrivò anche la moglie di Don Vicienzo a dare man forte al marito,e ambedue sdegnati e scandalizzati impegnati a spiegare al poverocristo che loro non facèvano questo mestiere e quell’infame di Gigino si era inventato tutto per giustificare la sua vita di avanzo di galera e di < òmme è merde >….Insomma giuramenti,scuse,lacrime ( della moglie ) e abbracci di Don Vicienzo che disse al pòverocristo di non avere nessuna preoccupazione di nessun tipo,che doveva stare tranquillo e che Gigino si sarebbe calmato senza alcun problema. Il pòverocristo se ne andò rinfrancato e con un piccolo peso sullo stomaco : ma come, Don Vicienzo ò Milord,un uomo di rispetto e guappo di antico stampo,che chiedeva scusa e che giurava e spergiurava che lui non faceva ? E che gli aveva dato la sua parola che non sarebbe stato più disturbato da quel fetente ? allora era meglio se fosse venuto prima,pensava tra sé il pòverocristo………Passò qualche giorno,e di Gigino nessuna notizia. Anzi,per il paese,stranamente non lo si vedeva più. Passarono settimane e mesi,fino a quando Gigino non ricomparve. Con le stampelle. Aveva avuto un brutto incidente con la macchina chissà dove ed era uscito pochi giorni prima dall’ospedale di non si sa dove. Una cosa però il pòverocristo non capiva : perché mai Gigino era diventato così amichèvole ed ùmile nei suoi confronti. E si era dimenticato del sospeso. Ma non solo lui,anche il Direttore postale che lo salutava con una cordialità mai dimostrata prima e evitava pure di far fare la fila alla madre del pòverocristo quando andava a riscuòtere la pensione.Pensò : allora è vero,Don Vicienzo è davvero un guappo-signore e non c’entrava niente con questo mariuolo……………………………………….Parola di Cagliostro. Ite,Missa est…………..
LA NOBILTA' DELLO SCHIAVO, E' LA RIBELLIONE !
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