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IL RETROSCENA / Giro di colloqui diplomatici di Franceschini per ottenere una treguafino al voto. Gli ex popolari temono soprattutto il feeling tra Rutelli e CasiniVeltroni vede l'incubo scissione"Qui salta tutto, non solo io"di GOFFREDO DE MARCHIS Walter VeltroniROMA - Assediato dai "cacicchi", con il partito commissariato in molte zone d'Italia (l'arrivo di Vannino Chiti a Firenze per vigilare sulle primarie è più di una semplice supervisione), Veltroni si è dato una scadenza per sé e anche per il futuro del Pd: le elezioni europee e le amministrative di giugno. "Adesso impegniamoci tutti insieme, poi si vedrà", ha detto durante la riunione del governo ombra, giovedì. E a molti dei presenti è sembrato liberarsi di un peso mentre pronunciava queste parole. Ma in quali condizioni arriverà il Partito democratico a quegli appuntamenti, la leadership veltroniana reggerà ancora cinque mesi, lo spettro di una scissione può materializzarsi prima? Se lo chiedono quasi tutti i dirigenti del Pd. Dario Franceschini, il vicesegretario, su mandato del leader ha cominciato un giro d'orizzonte fatto di incontri riservati, di contatti, di attività diplomatica alla ricerca di una tregua. Franceschini ne ha già parlato con Massimo D'Alema nei giorni scorsi, ha visto Franco Marini, ha sentito Piero Fassino. Parola d'ordine: non farsi del male fino alle Europee, anche perché al Nazareno circolano sondaggi pessimi che collocano il partito intorno al 25 per cento, ben al di sotto della soglia di di sopravvivenza del 27 per cento. In ballo non c'è più solo il posto di Veltroni ma l'intero progetto. Gli ex popolari sono preoccupati per l'offensiva dei rutelliani e di Francesco Rutelli in persona. I suoi messaggi verso il centro di Pier Ferdinando Casini, il suo disagio all'interno del Pd "che somiglia troppo al Pci" colpisce soprattutto loro, l'anima cattolica del partito. "Perché il messaggio di Rutelli arriva a una fetta del nostro elettorato", dice sconsolato il braccio destro di Franceschini, Antonello Giacomelli. E l'altro collaboratore del vicesegretario, Francesco Saverio Garofani, si spinge oltre: "Se il segretario dell'Udc, dico il segretario, soffia sulla scissione di un altro partito e invita i rutelliani nella Costituente di centro, vuol dire che qualcosa si può concretizzare davvero". Ossia che una scissione non poi un'idea peregrina. Le divisioni quindi sono trasversali anche ai vecchi partiti, Ds e Margherita. Quelli sono contenitori pronti ad accogliere un eventuale ritorno al passato e le polemiche sui soldi sono soprattutto dettate dalle difficoltà politiche. È chiaro che due forze sedute su una montagna di soldi (come sono appunto la Quercia e Dl) hanno la possibilità di ricominciare daccapo la loro attività. La direzione del 19 dicembre aveva segnato una tregua, ma era stata punteggiata di interventi all'insegna della nostalgia per le antiche sigle. Dei diessini e della Margherita (lo stesso Rutelli aveva ricordato come il Pd avesse perso ben un terzo dei voti di Dl). Ma dopo quella data ci sono state le crisi di Pescara (con il ritiro delle dimissioni di D'Alfonso), le dichiarazioni del governatore del Trentino Lorenzo Dellai, le dimissioni di Nicolais a Napoli e l'incredibile episodio della riunione registrata dal sindaco Rosa Russo Jervolino. Un ritorno ai "giocarelli", ai vecchi partiti, era stato dipinto tre settimane fa da Veltroni "come un suicidio collettivo" con tanto di citazione del reverendo James e della sua setta del Tempio di Dio. Ma adesso Veltroni sembra aver messo nel conto anche il sacrificio di massa e chiede al partito di evitare bagni sangue almeno fino alle Europee. Che significa anche interrompere il risiko della leadership, che vede ora in campo Renato Soru, il governatore della Sardegna, e altri fra i quali il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti che dice: "Per il momento do il mio contributo, poi si vedrà". Ma leadership di cosa? Ancora del Partito democratico? È questa la vera domanda. (10 gennaio 2009) zorro

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secondo me, è in atto da parte di alcune minoranze il tentativo di annientare la grande stpri del PC! - PDS - DS come partito di grandi masse popolari. secondo me, il PCI - PDS - DS è stato il vero partito socilalista italiano. questo partito è stato alla guida di grandi conquiste sociali delle classi popolari. dannata memoria corta!!!zorro

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ecco, il problema è una certa anima cattolica del PD. questa componente non riesce o non ha una maturità tale a separare "cesare da Dio". cioè è troppo dipendente dalle gerarchie della chiesa cattolica, dai diktat della chiesa. ovvero, non riesce a separare le proprie credenze religiose dalla amministrazione della cosa pubblica, cioè, questa anima cattolica agisce solo in una visione per uno stato confessionale cattolico non laico. cioè considera cittadini o meglio dire sudditi, a questo punto, solo i cattolici! gli altri cittadini, i non cattolici, sono i dversi che si devono adeguare alle leggi della chiesa e solo in seconda istanza alle leggi dello stato. il papa ha dichiaratp di recente che "d'ora in avanti non rispetterà più le leggi dello stato italiano"!zorro

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preciso: a mio modo di vedere i diversi sono chi ha un credo religioso e da questo credo fa discendere regole che debbono osservare tutti anche chi non crede. perché? perché lo stato non deve essere confessionale, cioé, non deve legiferare secondo i dettami della credenza! credenza, non scienza! e imporre i dogmi della religione come norme di vita per tutti. questi dogmi, queste credenze le osserveranno, appunto, i credenti. ecco perché credo sia davvero difficile far convivere in un partito laico -democratico, dove si afferma la libertà di pensiero, dove si dice che l'istruzione deve essere laica e invece, addirittura, ancora oggi si insegna la religione cattolica come fosse la religione di stato! ecco le difficoltà del PD.zorro

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quest'ultimo post è un pò così e così..... lo riprenderò in seguito...

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potessimo per un momento prenderci una pausa di riflessione credenti e non credenti e pensare solo a far andare avanti questo progetto che è il partito democratico! credo che se fallisse, il progetto PD, per l'italia sarebbe una iattura.zorro

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