Recupero crediti
Il tribunale di Padova,in nome del popolo italiano,ha condannato ad anni 5 e mesi 6 di reclusione,il titolare di un'agenzia di recupero crediti ed alcuni collaboratori a pene inferiori, per aver pesantemente minacciato alcuni debitori ed ha riconosciuto in parte i reati di associazione a delinquere finalizzata all'estorsione e quello di stalking,inibendo a vita lo stesso dai pubblici uffici.O il giudice e' indebitato, oppure l'aria sta cambiando.Per recuperare i soldi a Padova, o vanno nei tribunali con gli strumenti che la legge concede loro o si beccano condanne di questo tipo.Credo che tale sentenza,anche se di primo grado, fara' cambiare metodi ai cani da riporto.Il tipo diceva che "chi non paga finisce nei piloni".....la notizia e' sul "Mattino di Padova" di ieri nella cronaca nera.
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25/11/2010, ore 13:06
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25/11/2010, ore 13:11
COYOTEnotizia interessantissima ! Ma perchè non ci posti il copiaincolla integrale ? |
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25/11/2010, ore 14:43
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25/11/2010, ore 14:44
Recupero crediti con minacceil mattino di Padova — 23 novembre 2010 pagina 25 sezione: CRONACA Una società di recupero crediti con metodi un po’ troppo pesanti, la Divina Services con sede operativa a Padova in via Decorati al Valor Civile 59/a. Tanto che è fioccata la condanna per il titolare Michel Pompeo Giovanni D’Imperio, 44 anni di Maratea con domicilio ad Abano e per un suo collaboratore, Luigi Perri, 28 di Praia. Sono stati inflitti al primo 5 anni e 6 mesi di carcere, al secondo 2 anni e 4 mesi. I due dovranno anche risarcire (3000 euro in totale) le parti civili, una delle quali si è costituita con l’avvocato Raffaella Di Paolo. Le accuse erano di tentata estorsione nei confronti di due privati di Cavarzere e Lonigo solo per quanto riguarda D’Imperio che ha incassato anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici; entrambi dovevano rispondere dello stesso reato commesso ai danni di un commerciante di Pianiga. La sentenza è stata pronunciata dal tribunale che ha assolto un terzo collaboratore, Bruno Lando, 58 anni di Ponte San Nicolò. Tutti gli imputati sono stati assolti per il reato di associazione a delinquere. A innescare l’inchiesta era stata la denuncia di L.B., 47 anni di Pianiga, ex titolare di un negozio di ortofrutta a Mestre e a Marghera con un socio. I due, dopo aver ampliato l’attività, avevano fatto lievitare il debito con un fornitore, la ditta padovana Busato srl che aveva accettato pagamenti dilazionati. Poi, per ragioni logistiche, era stato cambiato il fornitore. E a quel punto la Busato aveva chiesto il saldo del debito di 51 mila euro, mentre L.B., nel frattempo, aveva lasciato la società per andare a lavorare come operaio a Santa Maria di Sala. È l’11 marzo 2008, all’uscita dall’azienda, che L.B., la prima volta, viene atteso da due sconosciuti. Al secondo incontro c’è pure un terzo individuo il cui messaggio è chiaro: «La gente come te dalle mie parti la mettiamo all’interno dei pilastri delle autostrade» aveva ammonito L.B. con l’invito a pagare 60 mila euro. Z.M. di Lonigo aveva un debito di 7 mila euro con la ditta Arredamenti Zaninello di Padova. Sempre nella primavera 2008 D’Imperio si era presentato a casa sua, intimandole di pagare 14.778 euro |
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25/11/2010, ore 20:43
Che bella gente che c'è in giro! Dalle sue parti mettono la gente nei piloni dell'Autostrada....ma và, non ne eravamo al corrente.....Cinque anni solo gli hanno dato? Sono stati molto clementi questi giudici..... |
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27/11/2010, ore 09:42
eh eh eh.......vedi che la giustizia divina esiste?????? Aaaaah, Deo Grazia!!!!!!! |
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