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Subiamo in questi giorni una martellante campagna pubblicitaria che ha lo scopo di convincerci a partecipare all'aumento di capitale di Unicredit, cioè di investire i nostri soldi in Unicredit.

A tutti coloro che avessero intenzione di partecipare, vorrei segnalare il mio caso: sono un azionista di Unicredit e, ad oggi, ho PERSO il 90% del capitale che avevo investito. E attenzione non sto parlando di azioni acquistate quando il titolo valeva 5€, sto parlando di azioni acquistate con un prezzo medio di carico di 1,7€. Nel giro di pochi giorni, il raggruppamento delle azioni e l'avvio della ricapitalizzazione hanno spinto le perdite da me subite dal 50% del capitale investito (il titolo navigava intorno a 0,7€) al 90%. Il consulente finanziario (di Unicredit) con cui ho parlato mi ha candidamente confermato che non c'è nessuna speranza di recuperare il capitale perduto e che avrei fatto meglio a dargli retta e a investire in fondi invece che nelle azioni della sua stessa banca!

Ma una azienda non dovrebbe creare valore per gli azionisti? Aveva proprio ragione Cuccia a cui, perdonatemi l'ironia, è stata giustamente dedicata una piazza: i piccoli azionisti sono solo vacche da mungere!

State attenti! non fatevi incantare!

ciao a tutti

Vittorio

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Ciao Vittorio! non hai visto il mio forum sempre su questo sito? è dal 27 che come dicono alcuni: "sono urla nel deserto del matto del villaggio". Effettivamente ci vuole proprio la faccia come il culo a pubblicizzare l'aumento. E' una truffa, voci sempre più incalzanti parlano di una svendita della banca ai cinesi. Tutto quello che hai scritto lo avevo già postato. Vai a leggerti la discussione "come reagire alle truffe della borsa". Non c'è bisogno di consulenti. Basta vedere la storia del titolo. Da non fare assolutamente l'aumento. Sono soldi assolutamente persi. Ripeto se qualcuno fosse a conoscenza di qualche Class Action contro unicredit posti pure!!!!

Ciao Vittorio

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Non sono d'accordo. Ritengo Unicredit un'ottima banca, che purtroppo sconta da un lato una crisi finanziaria di sistema e, dall'altro, una discutibile decisione dell'EBA, che considera i collaterali quali i nostri titoli del debito pubblico alla stregua di spazzatura, quindi obbliga alcune nostre banche ricapitalizzare in un momento tutt'altro che favorevole.

Per quanto mi riguarda, con le azioni Unicredit ho avuto un'ottima esperienza: nel 2008, in piena crisi da subprime, quando il titolo Unicredit era sceso a 0,80 -0,90 centesimi, su consiglio del direttore della mia filiale acquistai un pacchetto di azioni. Nel giro di un anno o un anno e mezzo, me li ritrovai con un guadagno del 120%. Ho quindi venduto un importo pari a quanto avevo investito più il 20% di guadagno, lasciando investiti solo i soldi scaturiti dall'incremento di valore. Su questi, oggi ho una perdita di circa il 60% (il che significa che il mio guadagno si è ridotto al 40%), tuttavia, siccome credo che più giù di così non scenda, ho intenzione di sottoscrivere tutti i miei diritti scaturienti. Anzi, nel primo giorno di trattazione ne ho acquistati altri: li ho presi che perdevano il 40%, a 0,80 centesimi; a fine giornata sono scesi di un ulteriore 40%. Pensavo di aver fatto un pessimo affare... Invece nei giorni successivi hanno ripreso quelli e gli interessi, e in questo momento quotano 1,66... E, benché mi trovi in guadagno su questi ultimi diritti acquistati, credo che convertirò anche questi in azioni (anche se il recente decalssamento a BBB+ dell'Italia mi lascia un po' in dubbio)

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Il caso a cui si riferisce Vittorio è quello che più o meno hanno subito il 99% dei risparmiatori. Tu sei il caso isolato che ha avuto la fortuna di acquistare sul "rimbalzo". Noi stiamo parlando della quasi totalità di investitori che hanno in mano la spazzatura 3 o 4 euro prima del raggruppamento e aumento (quindi con sta roba in carico oggi magari a € 40,00 ad azione) e che "hai voglia di annacquare con gli aumenti" non riprenderà mai il valore pagato, sempre per la teoria dell' "interruzione volontaria della ciclicità della borsa" (aumenti, conversioni, raggruppamenti)... calcola che io prima di tutto questo le avevo in carico (dopo aver effettuato un aumento di capitale e quindi dopo aver "annacquato" a circa € 2,20). Adesso mi ritrovo questa spazzatura a circa € 22,00 di carico. Anche partecipassi all'aumento (come stupidamente feci l'altra volta) quando mai, realisticamente parlando, il titolo potrà raggiungerà tale prezzo di carico? Ripeto, tu sei un caso isolato. L'aumento è una fregatura. Tu pensi realmente che il titolo non scenda più di così? Lo spero per te... ma io non ci credo davvero. Ne riparleremo a fine "manovra"...

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Capisco la tua rabbia così come quella di chi con le azioni Unicredit ci ha perso, caro Andrea, ma da qui a sconsigliare di aderire all'aumento di capitale (ché di quello si parla) ce ne passa.

Premesso che, come le Unicredit, al netto dell'aumento di capitale imposto (che presto o tardi dovranno varare anche altre banche), quasi tutte le azioni del listino italiano sono crollate, e in particolare le banche, aderire oggi all'aumento significa:

a) mediare decisamente al ribasso le perdite in conto capitale sin qui maturate (e non mi sembra un'occasione da perdere);

b) investire adesso, a prescindere se attarverso l'aumento di capitale per azioni possedute o mediante l'aquisto sul listino dei diritti, signica acquistare non alla cifra corrente - già di per sè bassa -, ma addiritturta a meno 1,95 €, vale a dire all'equivalente di un importo minore di 0,20 centesimi al prezzo precedente al raggruppamento.

Ora, salvo non faccia default l'Italia e con lei mezza Europa, direi che da uno a 100 ci sono 10 possibilità di ribasso e 90 di netto rialzo. E' una questione di logica, non si tratta di essere esperti di borsa (che poi anche gli esperti spesso ci rimettono le penne).

Dunque, sconsigliare di aderire all'aumento è una notizia quentomeno fuorviante

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La mia non è rabbia, è semplicemente esperienza con i vari aumenti di capitale e non solo di unicredit. Mi permetto perciò di dissentire fortemente. E da qui a consigliarlo sarebbe come a voler dimostrare che Cristo è morto dal sonno. Il fatto che tutte le quotate siano crollate non mi sembra certo la giustificativa al fatto di partecipare all'aumento. Cosa vorrebbe dire? mal comune mezzo gaudio?

Aderire all'aumento significa:

a) mediare assolutamente il prezzo perdendo anche quelli dell'aumento, l'esperienza insegna questo. Ti sfido a fornirmi informazioni su aumenti di capitale che abbiano permesso al risparmiatore di rientrare in prezzo dopo l'annacquamento. Io, solo per fare un esempio, sempre relativamente ad unicredit, avendole in carico ad oltre 3 euro, partecipai (stupidamente) al precedente aumento circa due anni fa. Mediai a circa € 2,20. Cosa ho raccolto? Il fatto di aver regalato altrisoldi alla banca. Dopo quest'ultimo aumento me le ritrovo in saccoccia a € 22,00. Bada bene che io sono la regola e c'è chi sta peggio di me. Quindi è un'altra bella occasione di regalare soldi ad una banca della quale ancora non v'è certezza sul futuro.

b) probabilmente non hai ben chiaro come "solitamente" reagisce un titolo una volta passata la bufera dell'aumento. Al ribasso. Sempre. Consulta pure lo storico dei titoli e trovane uno che abbia preso la via del rialzo (a parte il fatto che ora sono solo calcoli teorici, dal momento che fino al 26 gennaio non puoi sapere a quanto acquisterai l'azione con il diritto in mano, data la forte oscillazione dello stesso, ipoteticamente il titolo da qui al 26 potrebbe anche scendere sotto la soglia dei 2 euro. La crisi finanziaria mondiale non ti dice nulla?). Bada bene che stai trattando con uno che di aumenti se l'è puppati tutti. MAI RIENTRATO NEI VALORI DI CARICO.

Poi su che base mi fornisci una percentuale così precisa di un ipotetico rialzo contro quella del ribasso? Giochi a poker probabilmente. La storia non ti sostiene. La logica neanche, basti vedere come la logica si muove all'interno dei mercati. Anzi mi permetterei di sostenere che la logica sostanzialmente ne resta fuori.

Quindi, sconsigliare di aderire all'aumento mi sembra quantomento ONESTO. Poi ... tutto può accadere ...

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