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Profumo sotto tiro «Le pmi del Nordest soffrono la stretta» LA RECESSIONE GLOBALE. Ieri a Roncade l'Unione degli industriali di Treviso e Venezia ha ospitato un vivace convegno sulle prospettive economiche del 2009 Il ministro Sacconi: «Banche e Cgil sono la conservazione» Giavazzi: «Sussidi per tutti, lo Statuto dei lavoratori si rifà» 25/01/2009 e-mail print A Giuseppe Morandini, Alessandro Profumo e Raffaele Bonanni ieri al convegno di RoncadeMarino SmiderleINVIATO A RONCADE (TREVISO)Sono da poco passate le nove della mattina e la campagna trevigiana di Roncade sembra fumare, quasi che il provvisorio sole pallido di gennaio si divertisse a cuocerla a fuoco lento. Di sabato a quest'ora non dovrebbe esserci nessuno. Stavolta invece c'è una coda silenziosa, verrebbe da dire rassegnata, di auto che si dirige disciplinata verso Ca' Tron, dove l'Unione degli industriali di Treviso e Venezia ha convocato un panel eccezionale di relatori per parlare delle prospettive mondiali dell'economia nel 2009. Alla fine arriveranno oltre duemila persone, segno che la preoccupazione del Nord Est che lavora e produce ha raggiunto livelli di guardia.Alessandro Vardanega e Antonio Favrin, presidenti di Confindustria Treviso e Venezia, fanno gli onori di casa. Il senso del loro esempio associativo (sinergia spinta tra le due territoriali) è racchiuso nelle parole di Favrin: «Non dobbiamo distruggere la voglia di combattere insieme - attacca - e questo è un messaggio che, insieme ad Andrea Tomat appena eletto alla presidenza di Confindustria Veneto, dobbiamo portare a sindacati, banche, mondo della politica. Se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano procedi assieme agli altri. Ecco, per battere questa crisi dobbiamo andare tutti assieme».Belle parole che però si schiantano al primo giro di opinioni. Sì, perché Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit Group, paga la sua sincera e dolorosa disamina della situazione con qualche contestazione dalla platea, con una tiratina d'orecchi "ufficiale" da parte di Giuseppe Morandini, presidente della Piccola Industria di Confindustria e, alla fine, con un "avvertimento" da parte del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Prima però c'è il tempo di ascoltare la lucida analisi di Francesco Giavazzi, editorialista del Corriere della sera e professore alla Bocconi. «Le stime del programma fiscale di Obama, pari a 775 miliardi di dollari, il 7% del Pil - spiega - dovrebbero cominciare ad avere effetto a partire dall'estate prossima. E la disoccupazione dovrebbe iniziare a scendere nel terzo trimestre dell'anno. La mia preoccupazione è che, una volta avviata la ripresa, si possa riaccendere l'inflazione per via dell'imponente massa di denaro pompata nel sistema dalla Fed».L'Italia è periferia dell'impero ma la recessione morde parecchio. «È vero - prosegue Giavazzi - ma la crisi è anche un'occasione per fare cose che in tempi normali paiono impossibili. Dirò di più: è un'opportunità per fare finalmente quelle riforme che a mio avviso sono indifferibili. Propongo uno scambio virtuoso: sussidi e disoccupazione per tutti in cambio di una riscrittura da zero dello Statuto dei lavoratori». Risponde subito Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, reduce dalla firma sulla riforma dei contratti e dallo scontro con la Cgil («Ognuno si assuma le proprie responsabilità, noi non possiamo restare indietro di 30 anni, specie in tempi come questi»). «Noi lo statuto dei lavoratori lo discuteremmo anche - osserva - se solo ci fosse la disponibilità a pagare di più i lavoratori. In Italia succede che più un lavoratore è flessibile, meno lo si paga. È un controsenso».Silenzio in sala, parla Alessandro Profumo, alle prese con mille problemi (il titolo Unicredit è ai minimi storici) e qui nel mirino degli imprenditori che si sentono aggrediti e perfino traditi dalle banche che stanno chiudendo i rubinetti. In sala ci sono anche SAMUELE SORATO, dg di Popolare Vicenza, VINCENZO CONSOLI, ad di Veneto Banca, Rinaldo Panzarini, dg Cassa di risparmio del Veneto. Ma l'imputato è Profumo. «Non c'è stretta - dice - perché a settembre i nostri crediti sono saliti del 12%. E se è vero che in questo periodo il Pil e gli investimenti sono cresciuti solo del 2%, vuol dire che noi abbiamo finanziato il circolante. Noi non faremo mancare la benzina alle pmi, ma non finanzieremo quelle che non hanno futuro». E ancora. «Se l'Eni per finanziarsi deve emettere un bond con 185 basis point di spread, vuol dire che i mutui che noi concediamo alle famiglie ci provocano una perdita certa in partenza».«Si vergogni», grida un imprenditore dalla platea.«Noi dobbiamo essere sinceri - risponde pacato l'ad di Unicredit - e non possiamo, per esempio, prendere che le banche non applichino Basilea 2 perché in Italia c'è tanto sommerso tra le aziende».Un po' di benzina la getta infine Sacconi: «Non è poi una sorpresa - dice polemicamente - se la riforma dei contratti non è stata firmata da Cgil e Abi: banche e sindacato sono tra i conservatori del sistema. Di fronte a certi comportamenti del sistema creditizio, il governo è pronto a prendere iniziative senza precedenti».

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Non ho capito per chi sarebbero prossime le manette

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Per i biscazzieri del credito "over the counter"

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Per la serie ..."la speranza è sempre ultima a morire"...mi auguro cheveramente questa crisi di dimensioni incontrollabili abbia risvolti penaliper chi l'ha provocata, anzichè i soliti applausi accompagnati la lauticompensi. Penso che tutti noi che abbiamo intrapreso azioni coraggiosenon possiamo far altro che aspettare, in silenzio, che la giustizia faccia ilsuo corso sperando ogni giorno che LA LEGGE SIA UGUALE PER TUTTIPiera Levo

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Giusto ieri il Senato americano ha approvato l'istituzione di una Commissione Parlamentare che indaghi sull'operato di Bush.La legge farà il suo corso sicuramente compensando le spese tra le parti.Avventurandoti nei tribunali della repubblica scoprirai come la legge venga ignorata anche da chi dovrebbe farla applicare.Bello fare esposti o denunciare in base al codice penale, ma se poi il fatto non costituisce reato ???

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non essendo Avvocato, non conosco il codice penale come te, Paolo67.Sono però abituata a chiamare le cose con il proprio nome, magari noncorrettissimo nel linguaggio giuridico ma comprensibile a tutti, ancheagli "sfigati" come me che non sono laureati. Riassumendo : costituiscereato il fatto che,senza alcuna informazione preventiva ne postuma, una tua firma su di un foglio di carta permetta alla banca di incassare (non mi è ancora chiaro da chi e,soprattutto, dove vanno a finire..) commissioni esosissime? Costituisce reato la mancata consegna della copia del tuo contratto? Costutisce reato applicare tassi di interesse sei o sette volte superiori a quelli che, riferiti al periodo, l'ente preposto ha indicato essere"oltre la soglia di usura"? Se tutte le cose che ti ho indicato NON sono unreato chiedo scusa a tutti gli utenti del forum e, soprattutto, a coloro cheper anni ho accusato senza motivo. E graditissima una tua replica. PLevo

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