Ufficio di Bosco, Perugia:l'impiegata, unica donna nell'ufficio, accetta, in data 21/11 c.a. una richiesta per il servizio "Seguimi" con riserva, dato che, a detta della impiegata, doveva prima essere accettata dall'Uffico centrale, senza accettarne il pagamento e chiedendo di ripassare dopo 5 o 6 giorni.Trascorsi non 5 o 6 giorni, ma oltre 20, il 10/12 mia moglie si ripresenta all'ufficio. L'impiegata, utilizzando imperterrita una forma di approccio confidenziale, non quella del "lei" che ci si aspetterebbe, ma del "tu", nonostante mia moglie continuasse a parlarle in terza persona, afferma che la domanda era "sospesa", come le appariva sul suo terminale, invitando a chiamare il numero per reclami 803.160.All' eccezione di mia moglie sul perchè questo non potesse essere fatto internamente, fu risposto che non potevano pensarci loro.Il giorno successivo vado io stesso insieme a mia moglie e ritrovo la solita addetta, la quale non si preoccupa minimamente nel confrontarsi anche con me dandomi del "tu". Dopo aver cercato di chiarire ripetutamente che il numero 803.160 non poteva aiutarmi poichè il reclamo poteva essere inoltrato solo per un prodotto già pagato, lei mostra anche a me ciò che compariva nel suo terminale, "pratica sospesa", non sapendomi spiegare il perchè. Mi dice che dipendeva dall'URP (non ho idea di cosa sia), e riuscii, dopo numerosi tentativi, a farle prendere il telefono ed informarsi presso l'ufficio centrale, poichè trattasi di impedimento a procedere non definito e, dunque, di natura strettamente interna al meccanismo postale. Oltre al fatto che, secondo lei, sarei dovuto essere io a cercare il numero di detto ufficio, visto che lei non ne era in grado!!!L'addetta mi passa al telefono la signora dell'ufficio centrale la quale mi informa che l'impedimento le era sconosciuto in quanto l'uffico competente era quello un altro. L'impiegata non era a conoscenza del numero di telefono neanche di questo ufficio.A questo punto ho la fortuna di avere la presenza del Direttore dell'ufficio di Bosco il quale prende in mano la situazione in modo professionale e cortese: si occupa di chiamare l'ufficio centrale preposto, a quel momento non raggiungibile, si preoccupa di prendere il mio numero di cellulare affermando che il processo si era bloccato al suo interno e, come tale, era loro compito capirne il motivo. Mi avrebbe richiamato per darmi informazioni.E così è stato: ricevo la telefonata del Direttore il quale, sempre in modo molto cordiale, mi spiega che il blocco era dovuto ad un errore di inserimento dell'indirizzo del richiedente (da parte dell'Ufficio: nella domanda l'indirizzo è corretto) e che avrei dovuto ripetere la richiesta ripassando in Filiale.A questo punto, in data odierna, mia moglie ripassa all'ufficio per rifare la procedura. Purtroppo ha la sfortuna di relazionarsi di nuovo con l'impiegata, la quale afferma di non poter procedere per assenza di rete.Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'affermazione "dì alla tua amica che avrebbe dovuto controllare il foglio che ho emesso per verifica dei dati": questo è vero. Ma a mio avviso ci sono 2 punti fondamentali che dovrebbero antecedere questa affermazione:1) Evitare di continuare a dare del "tu" a ogni cliente;2) Fare PRIMA un mea culpa sull'errore da parte sua sull'inserimento errato dell'indirizzo.Ho inviato un reclamo scritto, ma ho dei dubbi che verranno intraprese azioni contro questa..... impiegata.Pensateci 2 volte prima di chiedere un servizio diverso dalla raccomandata alle poste!
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16/12/2009, ore 15:27
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16/12/2009, ore 16:39
Come dipendente postale, pur non nell'ambito strettamente di sportelleria, mi sento di farLe le mie scuse. A volte certi colleghi cafoni e menefreghisti rovinano il lavoro, che Le assicuro essere tanto e con parecchio impegno, di molte altre persone.Sono contento che abbia avuto a che fare con un Direttore competente e professionale (come la maggior parte). E per quanto riguarda il reclamo...ha fatto molto bene a farlo. Le assicuro che vengono presi inconsiderazione, molta considerazione (non scherzo). Spero che abbia anche indicato le modalità di approccio amichevole (la prossima volta chieda alla "gentile" sportellista di farsi invitare alla cena della vigilia visti imodi...).Buon Natale |
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17/12/2009, ore 12:08
<<1) Evitare di continuare a dare del "tu" a ogni cliente;>>su questo bastava chiarire al momento: "signorina, non sono suo fratello e non ricordo di averle dato tanta confidenza in passato. Mi dia del Lei" |
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