Chiedo cortesemente a qualcuno che possa darmi delle informazioni chiare su una vicenda che vede coinvolta la mia famiglia.A causa del fallimento dell'impresa di famiglia,avvenuto in circostanze anomali ....soprassiedo per la sede non idonea,noi 4 sorelle socie e garanti dei fidi di cassa,del mutuo e dei leasing che la società aveva acceso, abbiamo immediatamente ricevuto la richiesta dalle banche di rientrare dei fidi .Delle 3 banche con cui lavoravamo, 2 hanno avviato trattative civili per il rientro ,tenuto conto che al momento siamo 4 famiglie allo sbando più totale...vivevamo di quel lavoro...La terza banca ,ad eccezione di quella prima comunicazione, senza ulteriore avviso ha bloccato il mio conto e quello di mia sorella in dare rendendo inoltre inattivo il bancomat.Sul mio conto c'erano rimasti circa 9.000 con i quali pensavo di far fronte per 4 famiglie alle esigenze primarie dei prossimi mesi .Il direttore della filiale mi riferisce che i soldi sono sequestrati per compensazione.Sul conto di mia sorella viene unicamente accreditato lo stipendio di maestra anch'esso reso indisponibile sempre per lo stesso motivo: compensazione.In pratica mia sorella divorziata ,senza alimenti e con una figlia da lunedì non sa più come vivere.Inoltre io e mia madre avevamo stipulato un mutuo che, con l'acquisto di un certo n.di azioni della banca e mantenendole per 10 anni ,garantiva tassi agevolati ma se si perdeva la qualifica di socio, la banca era autorizzata a recedere dal contratto e richiedere l'intero importo residuo del mutuo.Ieri ricevo una contabile da parte della banca in cui mi si comunica che facendo seguito alla mia richiesta del 14/06/2012 le mie 74 azioni erano state vendute.Io non ho impartito alcun ordine di vendita....la banca ha la facoltà di estromettere un socio vendendogli le proprie azioni?Inoltre la stessa banca ,nell'ambito del fallimento, ha elevato protesto personale nei miei confronti. Io avevo ,in qualità di delegata (non sono l'amministratore della società), emesso in data antecedente il fallimento assegni postdatati (sempre in rappresentanza della società)che in realtà spesso richiedevo in restituzione quando potevo pagare prima scambiandoli con altri titoli con data corrente.La banca mi ha detto che con fallimento ogni contratto si scioglie compresa la procura e che ,rientrati quegli assegni in data successiva al fallimento, venivo protestata io personalmente.La cosa strana inoltre è che mentre le altre 2 banche ,in seguito alla comunicazione del fallimento della camera di commercio,avevano immediatamento estinto il conto e quindi io non ho potuto neanche più versare i circa 20.000 euro che avevo in cassa,la terza banca al momento della presentazione del primo assegno mi chiama per ricoprire immediatamente l'assegno per evitare il protesto ma al contempo non posso versare ...e soprattutto io ormai non potevo più versare nella dopo la notifica del fallimento.Quindi mi hanno protestato per mancanza di fondi...che in realtà la società aveva.Le altre 2 banche mi hanno detto che in caso di fallimento loro estinguono il conto mandanto indietro bonifici ,assegni e non consentendo più versamenti .Chi ha ragione?E poi è possibile che i postdatati non esistono ma per le sì..visto che ne hanno piene le casseforti ...e danno così anticipazioni...fidi e quant'altro?Sono disperata ,non siamo delinquenti,le nostre vite sono distrutte .....Grazie a chiunque mi possa dare una mano.....non potendoci permettere un avvocato.