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Salve,in data 24/04 ho acquistato dal sito www.toshibashop.it (gestito da eprice ) un portatile a € 250,00. Mi e' arrivata immediatamente una e-mail di conferma di quanto avevo ordinato e le spese di spedizione. Ieri mi hanno annullato l'ordine senza darmi nessuna spiegazione ne' via telefonica ne' via e-mail! Ho chiamato io e mi hanno detto che si sono sbagliati nell'inserimento del prezzo....insomma mancava uno 0! Lo possono fare??? Nel condizioni contrattuali che mettono su internet non c'e' nulla che lo permette! Ho tutto documentato.....mi sono salvato diversi screenshots del sito!grazie, ciao

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Visto che a 250,00 € un portatile non si porta a casa, neppure il più scadente, si tratta di quello che giuridicamente è detto "errore ostativo".Insomma dovevi aspettartelo: quasi tutti sono in grado di capire che un portatile da € 2.500 è un signor portatile che non sarà mai venduto a 250. Se non da un disonesto ricettatore.Annullandoti l'ordine senza spese hanno fatto forse la cosa migliore. Così sei libero di decidere di rifare l'ordine al prezzo giusto.
C'è bancario e bancario: anche in banca la pratica vale più della grammatica (Nickname)

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...e chi ha detto che la controparte è concessionaria Ferrari? l'insegna in cartoncino similtolla ben fatta che domani crolla? la truffa può essere palese molto presto!per quanto riguarda il pc, credo che non ci sia possibilità di errore: a 250 € si compra un 486 con 540 Kb di memoria, non un apparecchio valido ed attuale.per me la ammissione di errore nel giro di un giorno dell'errore commesso sul listino ed anche sulla conferma d'ordine sono segno inequivocabile di buona fede (mai visto la famosa clausola s. e.& o. su tanti documenti commerciali?).anche il cliente non deve pretendere di essere tutelato su ciò che non è suo diritto.
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Non sono d'accordo.Vale sempre la ragionevolezza.Qui non abbiamo parlato di promozioni (in cui comunque va evidenziata la autorizzazione a fare la promozione ed il relativo periodo; il prezzo originale; la percentuale di sconto; il prezzo netto): pertanto comprare a € 250 un oggetto che ne vale 2500 è solo frutto di errore evidente o di irregolarità nell'effettuare il "saldo".Anche il venditore può e deve tutelarsene.Credo proprio che nessun giudice darebbe ragione al cliente in caso di accanimento.E certo non potrebbe obbligare il venditore a vendere a prezzo ribassato per poi dargli la multa per promozione fuori norma o quant'altro.
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toshiba non c'entra nulla... anzi, i prodotti di questa casa sono di ottimo livello!il problema di fondo ve lo evidenzio con un riassunto sullo stato delle cose che riporto dal nostro forum:1) La vicendaOggetto: contratto di acquisto di beni sullo shop virtuale www.toshibashop.itIn data 24 aprile 2005 verso le ore 23.30, leggendo su un forum specializzato in hardware e software, sono venuto a conoscenza di un'offerta su uno shop on line.L'offerta riguarda l'acquisto in promozione del laptop Toshiba Qosmio G10-120 Cent PM755.Previa registrazione al sito www.toshibashop.it (gestito dalla societa' ePrice srl), necessaria per poter effettuare l'acquisto, il giorno 25 aprile 2005 alle ore 00.10 completavo l'iter on line per l'acquisto del bene con la conferma on line della disponibilita' dei pezzi (162 ancora disponibili al momento del mio acquisto, alle ore 09.30 del 25 aprile 2005 la disponibilita' era scesa a 56 pezzi.).Alle ore 00.11 dello stesso giorno ricevevo la conferma d'ordine.Ho effettuato una ricerca anche su altri shop on line per verificare la veridicita' della promozione in corso avendo i seguenti risultati:- il sito www.dvd.it riportava € 248,99- il sito www.kelkoo.it (motore di ricerca per le offerte sui vari shop on line) riportava € 235,05 (su webplanet)- il sito www.shopinabox.it riportava € 239,40Queste offerte sono state disponibili dalla mattinata del giorno 24 aprile fino alla mattina del giorno 26 aprile su tutti i siti menzionati.2) La prima azione dei vari eShopTutti gli eShop coinvolti hanno unilateralmente cancellato gli ordini ricevuti dai consumatori.Tale atto unilateralmente definito è contrario alle norme sui contratti per il diritto civile.Gli eShop con questo atto ritengono unilateralmente risolto il contratto.3) La replica dei consumatoriQualcuno ha scritto mail di protesta o di richiesta di spiegazioni. In generale sono state spedite mail informali o meno formali per avere spiegazioni o pretendere il portatile.4) ePrice pone un termine illegale e fa un offertaePrice spedisce una mail ai consumatori offrendo il prodotto a un prezzo diverso, intimando di accettare o meno l'offerta entro un tempo non ragionevole, pena l'annullamento del precedente ordine.ePrice con questa mail commette due illeciti contrattuali e cade nella prima contraddizione.Gli illeciti (o meglio gli atti senza nessun valore legale) sono l'apposizione di un termine ad un offerta contrattuale che intende sostituirsi ad un precedente contratto dal quale non può svincolarsi unilateralmente senza il consenso della controparte (il consumatore) e inoltre se anche intendesse in linea astratta avvalersi dell'art. 6 del D. lgs. 185/99 non potrebbe comunque adempiere in forma diversa da quella originaria senza il consenso della controparte (ciò comporta che, a mio parere, qualora la controparte accetti la proposta nulla questio, ma qualora controparte non accetti, il contratto resti in piedi. E' mio parere che l'art. 6 non sia il diritto di recesso del venditore, in quanto la sua rubrica parla di "esecuzione del contratto", mentre l'art. 4 parla di "recesso" del compratore. Anche l'art. 6 è a tutela del consumatore. L'art. in questione è scritto davvero male e lascia intendere che il venditore possa entro 30 gg. avertire che il prodotto non c'è e restituire i soldi, liberandosi dal contratto. Io ritengo sia diverso, ma preferisco prima fare qualche altra ricerca.)La contraddizione sta nel fatto che ePrice con la prima mail comunica che gli ordini sono stati cancellati e nella seconda dichiara che saranno cancellati dopo il termine.Allora delle due l'una. O secondo ePrice i contratti si cancellano anche due o tre volte per non lasciare traccia di macchie e aloni o non hanno le idee chiare su quale sia l'iter da seguire per cancellare un contratto (basta dirlo tipo "tana" o bisogna prima dare un preavviso tipo "un, due, tre, stella"?).Gli rinfresco la memoria ricordando che un contratto è la convergenza di due volontà che si incontrano sugli elementi essenziali del negozio e nello stesso modo si cancellano, con due volontà sempre convergenti sugli elementi del negozio estintivo.Ogni altro sistema è nullo.5) I primi consumatori si muovonoI primi consumatori si danno una minima organizzazione unitaria per affrontare la vertenza.Al 29/4/2005, 94 consumatori hanno già risposto all'appello di Wakai per seguire una linea comune.Vengono predisposte una mail e una raccomandata il 27/4/2005 da spedire in quella giornata (la mail) e il giorno dopo (la raccomandata).Il contenuto delle stesse è identico. Nega che le mail dei vari eShop siano atte ad avere fondamento legale sia nella forma che nei contenuti. Nello stesso momento pongono il termine (stavolta legale) di 15 gg. (che per legge slitterà al 30° giorno dopo la vendita per effetto della legge sui contratti lontano dai locali commerciali) scaduto il quale i vari eShop saranno costituiti in mora (nei confronti però solo di chi ha scritto la raccomandata).Nonostante sia spirato il termine del 28/4 chiunque voglia costituirli in mora può ancora inviare la raccomandata (preceduta o meno dalla mail è uguale).Si predispongono inoltre piccole modifiche date certe peculiarità di certi consumatori.6) ePrice ci riprovaPer la terza volta ePrice annulla i contratti (penseranno che sia una macchia di vino o sugo) stavolta richiamando l'art. 6 del Decreto Lgs. 185/99 (di cui non si degna nemmeno di ricopiare il contenuto, forse perchè basterebbe leggerlo perchè anche un profano si rendesse conto che non è applicabile alla fattispecie concreta)L'articolo parla di indisponibilità temporanea o definitiva. A mio parere tale indisponibilità dovrebbe essere a scelta:1) prefigurata al momento della conclusione del contratto, tale che verificandosi anche non per cause non imputabili al venditore sia richiamabile2) qualora non sia prefigurata, per essere valida deve essere non imputabile al venditore, il quale non basta non si trovi tale prodotto in magazzino o in altro posto, ma deve prima averlo e poi non averlo più.ePrice ha ricevuto numerosi ordini mantenendo la dicitura "disponibile" (nemmeno la dicitura "disponibile in pochi pezzi" che spesso si trova è stata inserita, che non avrebbe cambiato di molto la fattispecie, ma che avrebbe comunque dato un segnale di buona fede da parte loro) e pertanto si ritiene che il consumatore abbia concluso un contratto ritenendo che il suo prodotto fosse presente in magazzino e pronto per la spedizione o il ritiro. Ciò significa che se il prodotto in realtà non c'era o ce n'erano meno degli ordini ricevuti, non basta al venditore trincerarsi dietro tale mancanza perchè l'impossibilità sarebbe originaria e non sopravvenuta, causando un inadempimento nel venditore.Inoltre la comunicazione è come al solito via mail, quando l'art. 4 prescrive chiaramente la raccomandata con ricevuta di ritorno per avvalersi in astratto di quella previsione. (non vogliono spendere i soldi delle raccomandate evidentemente)7) La prossima mossaLa prossima mossa dei consumatori sarà a giorni, quindi nel frattempo è meglio non compiere nessun passo ufficiale di propria iniziativa nei confronti degli eShop, ma restare in contatto con il nostro forum ed eventualmente cercare pareri e consigli esterni, senza tramutarli in azioni personali prima di averne discusso qui. http://www.wakai.it/forum/index.php?showforum=228) in data 30 aprile ePrice emette un comunicatoRiporto integralmente il comunicato rilasciato da ePrice in modo da permettere a chi sta seguendo la questione qui e non ha aperto più il loro sito di conoscere la loro opinione:----------------------COMUNICAZIONE IMPORTANTELa presente per comunicare a tutti i clienti di Toshibashop.it che nei giorni 23 , 24, 25 e 26 Aprile 2005 a causa di un errore materiale a noi non imputabile di inserimento prezzo da parte di Techdata Italia srl, distributore nazionale di prodotti informatici, è stato pubblicato sul nostro sito il computer portatile Toshiba modello Qosmio G10-120 con un prezzo di vendita al pubblico di 259,00 Euro iva inclusa al posto del reale ed esatto costo di € 2.415,85 Euro + IVA.Il prezzo di detto bene offerto, così come erroneamente pubblicizzato, era evidentemente sproporzionato in relazione al valore effettivo di mercato dello stesso.A tutti i clienti che nei giorni sopraindicati hanno espresso l'intenzione d'acquistare il prodotto, durante giornata non lavorativa, il sito ha inviato un messaggio in automatico che confermava loro la ricezione dell'ordine da parte di ePrice e non l'accettazione del contratto di acquisto.Martedì 26 Aprile rilevato immediatamente, alla propria apertura, l'errore ePrice ha provveduto all'annullamento di tutti gli ordine ed all'immediato storno di tutti i pagamenti effettuati dai clienti.Per venire incontro ai clienti interessati all'acquisto del portatile Qosmio G10-120 ePrice ha proposto eccezionalmente l'acquisto dello stesso ad un prezzo estremamente competitivo pari 1790.00 € IVA inclusa valido fino alle ore 18:00 del 28 Aprile 2005 , termine dovuto in considerazione delle effettive disponibilità del magazzino.La ePrice srl ha inoltre offerto uno sconto del 10% usabile immediatamente o su prossimo ordine effettuato dal cliente sul sito www.toshibashop.it .Teniamo a precisare che l'inconveniente tecnico che ha causato il problema in ePrice ha riguardato anche diversi altri siti di commercio elettronico italiani, i quali anche loro utilizzano la stesso distributore, il tutto a riprova della totale buona fede di ePrice srl nella gestione di questo evento.Visto il diffondersi a macchia d'olio in forum di discussione online di informazioni millantatorie con notevoli dichiarazioni ingiuriose e offensive nei confronti di ePRICE srl e Toshiba Italia , si riservano sin d'ora il diritto di perseguire legalmente nelle opportune sedi penali e civili chiunque venga riconosciuto come responsabile di diffamazione ai danni delle predette società, chiedendo altresì il pagamento di tutti i danni patiti.E' disponibile presso il ns. ufficio legale (email:[email protected]) su richiesta, copia della lettera informativa da parte di Techdata Italia che conferma l'errore tecnico che ha generato il disguidoCordiali salutiEprice srlToshiba Italia--------------------9) Wakai chiarisceWakai e i suoi gestori ci tengono a chiarire che ogni contenuto disponibile sul proprio forum ha come unico scopo quello di dare assistenza ai consumatori che ritenessero di aver subito una ingiustizia, di qualsiasi tipo si tratti, senza per questo ritenere a priori che tale giustizia sia di lampante evidenza, restando in capo agli organi giudiziari il compito di dichiarare se tale ingiustizia ci sia o meno stata.Nulla di quanto disponibile su Wakai intende arrecare danni derivanti da diffamazione o calunnia nei confronti drgli eShop coinvolti, atteso che vertenze di tipo commerciale sono all'ordine del giorno in tutti i campi del vivere civile e mancando la possibilità di esprimersi a riguardo sarebbe una limitazione sproporzionata tra diritto all'informazione e all'espressione delle proprie opinioni in rapporto al diritto alla privacy e al nome.Qualora uno dei contenuti qui proposti si ritenesse da parte di terzi lesivo dei propri diritti si invita a segnalarlo per poter valutare la sua rimozione onde evitare di incorrere in illeciti civili e penali.10) Il comunicatoNei prossimi giorni produrremo le eccezioni e le contestazioni relative al comunicato di ePrice da inserire nella prossima Raccomandata

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non e' proprio cosi.. vedi su internet il discorso e' diverso.... ti riassumo la trafila per sommi capi:il venditore fa' la sua proposta esponendo una merce ad un determinato prezzo, il compratore fa' la sua offerta d'acquisto sul sito, il venditore manda la conferma d'acquisto...se io vedo in un supermercato una confezione di birre con su scritto 2.50€ alla cassa paghero' 2.50€ anche se il codice a barre dice 3.40€... oppure gliele lascio li, ma e' una mia scelta... e non e' il venditore che decide che gliele devo lasciare li. io ho tutto il diritto che la merce mi sia venduta al prezzo esposto...senno' da domani mi metto a contrattare il prezzo delle sigarette... cosi' come l'acquirente non puo' fare il prezzo, anche il venditore non puo' venderti un oggetto e poi ritrattare sul prezzo...mi pare ovvio no?...

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