Salve. Ho subito una appropriazione indebita di un pegno. C'e stata una sentenza penale, che ha sancito che il reato in tutte le sue componenti c'è stato, ha assolto l'imputato per assenza del solo dolo. Premetto che ci sono altre indagini, una vicenda complessa. Ora la domanda che mi pongo è :Il Giudice penale dice che il reato c'è stato e che la banca si è indebitamente appropriata dei miei soldi, e tutto quanto fatto dalla Banca è illegittimo. C'è una causa civile per i danni, che molto di più del pegno, però mi domando se io chiedo alla Banca notificando una diffida stragiudiziale al direttore generale e a casa sua, alla restituzione del pegno, in base alla sentenza che riconosce il reato, me lo devono restituire subito o possono comunque aspettare i tempi della causa civile?Se io prendo l'automobile di caio, credendo di poterlo fare, e il giudice dice che il reato astrattamente è stato commesso, ma non l'ho fatto con il dolo, devo restituire la macchina a Caio, o posso aspettare la sentenza civile e nel frattempo Caio cammina a piedi ?Quindi se Caio mi dice, dopo la sentenza, che vuole la macchina indietro, e io non la restituisco, il reato in questo caso lo commetto e con il dolo. Almeno se c'è una logica. Perchè questa domanda. Perchè i miei legali hanno pareri contrastanti. Vi ringrazio delle risposte
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17/12/2009, ore 11:31
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17/12/2009, ore 12:03
L'accordo delle parti extragiudiziale fà parte del lavoro degli avvocati...se un soccombente può limitare i danni perchè non trovare una soluzione meno costosa in tempo e denaro?Ma se la controparte ha le spalle grosse...con avvocati e denari sociali....potrebbe benissimo voler aspettare la sentenza civile..e la quantificazione...del danno con sentenza,visto i tempi.procedurali.e le lungaggini nostrane.Poi ci si potrà anche appellare dopo il primo grado...se si trovassero cavilli ed /o omissioni procedurali.....alla fine chi si stanca prima e cerca l'accordo è la parte più debole.Quindi il tutto stà principalmente nella strategia di difesa della controparte...che non sarà pronta a farla trasparire..e aspetterà le mossedel danneggiato per difendersi.Poi al Direttore, se non ha commesso un illecito a fini personali...avrà avvocati e spese sostenute dalla banca, e anche quì i mezzi a difesa non saranno pari. |
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17/12/2009, ore 12:20
Questo era già chiaro, però c'è qualche Problema. é venuto fuori da indigini estere che la Banca aveva predisposto tutta una documentazione falsificata per la Procura italiana a cui l'aveva fatta rinvenire. C'è stata una nuova denuncia e adesso ci sarà qualche problema per un po di persone.Ma la mia domanda non è relativa la fatto civilistico. Il punto, se io chiedo il pegno sulla base sentenza penale, che dice che è mio e che c'è stata appropriazione indebita, perchè devo aspettare la sentenza civile? Se io notifico la richiesta di restituzione e cito la sentenza nella diffida, scatta il reato in caso di rifiuto? Il punto è tutto qui. |
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17/12/2009, ore 12:42
Se esiste una sentenza che parla di "appropriazione indebita" si dovrebbe supporre che il bene oggetto della discordia sia "sotto sequestro" e non più nella disponibilità del reo, altrimenti che razza di reato sarebbe? e che razza di processo avrebbero fatto omettendo di porre sotto sequestro cautelativo il bene oggetto della contesa.Non sono un legale ma parmi che la richiesta di rientrare in possesso del bene debba essere rivolta alle istituzioni e non al reo. |
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17/12/2009, ore 12:49
Si tratta di un bene mobile peraltro la cosa la fa una Banca. Loro hanno incamerato illegittimamente questa somma depositata in pegno. é controversa la cosa. |
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17/12/2009, ore 16:25
In un'accordo..extragiudiziale...tutte le parti devono uscirne soddisfatte...e anche gli avvocati impegnati fin'ora.....e devono essere dimesse le azioni di recupero giudiziale. |
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