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Il calcolo della riserva matematica nelle polizze vita sottoscritte nel 1986, e le successive valutazioni negli anni successivi, comprensivi dei prelievi dovuti al pagamento della rendita dovuta a scadenza del periodo di differimento, sono sbagliati.


O si tratta di un vero e proprio furto ai danni dell'assicurato, oppure si tratta di una truffa finanziaria.


Il tasso di rendimento tecnico minimo garantito è del 4% composto, ma la banca lo calcola al 4% semplice, come mai?

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Presso la Procura della Repubblica di Torino è stato aperto un procedimento penale contro ignoti n.26352/2018

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L’opposizione alla richiesta di archiviazione del P.M. dr.ssa Longo procedimento penale contro ignoti 26352/2018, è stata trasmessa al Giudice delle Indagini Preliminari dr.ssa Valentina Soria procedimento n. 117716/2018 per la fissazione dell’udienza. - Flavio Miccono (0 / 7) 23/11/2018, ore 17:33

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https://www.corriere.it/economia/risparmio/cards/polizze-vita-sicurezza-rende-fino-4percento-ma-occhio-costi-l-economia-oggi-gratis/ripresa.shtml

 

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Polizze Vita, la sicurezza rende fino al 4% Ma occhio ai costi L’Economia oggi gratis

di Pieremilio Gadda e Francesca Monti8 aprile 2019


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La ripresa

Con i mercati sotto la bufera, nel 2018, sono in molti ad aver riaperto l’ombrello delle polizze vita. Non è un caso se nel 2018, calcola l’Ania, l’associazione di categoria delle imprese assicuratrici, la raccolta premi del comparto vita è tornata sopra quota 100 miliardi: in ripresa del 3,5% dopo le contrazioni registrate nel 2017 (-3,6%) e nel 2016 (-11%), e con un aumento del 5,4% per i premi del ramo I, che rappresenta il 65% del totale. Se l’obiettivo è la protezione del capitale, infatti, i contratti assicurativi collegati alle gestioni separate — così definite perché il patrimonio dei fondi nei quali confluiscono i premi dei sottoscrittori, rivalutato di anno in anno in base ai rendimenti ottenuti, è separato da quello della compagnia — possono essere, a certe condizioni, una risorsa preziosa. Secondo un’indagine condotta da L’Economia su 246 gestioni disponibili sul mercato italiano, il rendimento lordo medio realizzato nel 2018 è del 3,2%, con punte sopra il 4% tra quelle con più di un miliardo di euro di patrimonio.


Com’è stato possibile, in un anno così negativo per molti segmenti a reddito fisso, se è vero che questi strumenti investono larga parte degli asset in titoli di Stato italiani e obbligazioni societarie? «La spiegazione sta in un meccanismo contabile —, spiega Marcello Rubiu, amministratore unico della società di consulenza finanziaria Norisk scf —. In base alle norme vigenti, i titoli in pancia alla gestione separata sono valorizzati al prezzo d’acquisto, fino a quando non vengono venduti. In questo modo, apparentemente le polizze vita di ramo I, come vengono definite dagli addetti ai lavori, non risentono delle oscillazioni dei prezzi che invece si manifestano quando si ha in portafoglio un singolo titolo, un fondo attivo o passivo».


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di Pieremilio Gadda e Francesca Monti8 aprile 2019


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Rendimenti stabili

Il risultato è una forte stabilità dei rendimenti: una proprietà ulteriormente tutelata da un recente provvedimento dell’Ivass, l’autorità di vigilanza del settore, che ha introdotto la possibilità per le compagnie di costituire un fondo utili: un serbatoio di profitti entro cui far confluire parte delle plusvalenze realizzate, con funzione di riserva, da spalmare sui risultati della gestione in anni di vacche magre sul piano delle performance. Vale la pena ricordare che in molti casi i rendimenti vengono consolidati, anno dopo anno: in questo modo, se la polizza ha una garanzia di ritorno, anche minima, il capitale investito non può mai diminuire.


Si spiega allora perché chi nel 1982 avesse investito 100 in una gestione separata, calcola l’Ania, dopo 35 anni, alla fine del 2017, si troverebbe con un capitale di 1.702, a fronte di un rendimento medio annuo dell’8,4% (4,9% in termini reali) e con una volatilità annualizzata del 5,5%. Un analogo importo destinato all’acquisto di azioni italiane, nell’ipotesi di completo reinvestimento dei dividendi, avrebbe raggiunto nello stesso arco temporale il valore di 2.190, con un rendimento medio annuo di poco superiore al 9,0% e una volatilità annualizzata, però, molto superiore, pari al 28,7%.


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di Pieremilio Gadda e Francesca Monti8 aprile 2019


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Il futuro è in discesa

Qui si parla di performance lorde. A fronte di alcuni vantaggi indiscutibili, però, bisogna considerare anche i costi, che possono essere piuttosto elevati. In ogni caso, le performance delle gestioni separate sono destinate a scendere, inevitabilmente, a mano a mano che giungono a scadenza i titoli in portafoglio emessi in fasi di mercato caratterizzate da tassi più elevati, sostituiti via via da nuove obbligazioni con rendimenti molto più bassi.


A parità di condizioni, quindi, è meglio scegliere gestioni separate di dimensioni rilevanti e con una lunga storia alle spalle, perché scontano una minore volatilità di flussi e rendimenti. «Questa soluzione, competitiva dal punto di vista fiscale, è adatta soprattutto ai clienti che hanno una bassa propensione al rischio e quindi una limitata capacità di tollerare ampie fluttuazioni dei prezzi — spiega Rubiu —. In ogni caso non bisognerebbe abusarne, anche considerando l’elevata esposizione al rischio Italia».


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di Pieremilio Gadda e Francesca Monti8 aprile 2019


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Niente tasse per gli eredi

A parte la stabilità dei rendimenti, le polizze vita attirano soprattutto chi ha esigenze di pianificazione in ottica di trasferimento della ricchezza agli eredi. Il principale beneficio di questi strumenti, infatti, risiede nell’esenzione dalle imposte di successione, valida sia per le polizze a gestione separata che per le unit linked (ramo III): polizze agganciate a fondi d’investimento nei quali confluiscono i premi pagati dall’assicurato. Entrambi i contenitori assicurativi (ramo I e III) beneficiano, inoltre, di un prelievo fiscale differito: i rendimenti ottenuti vengono tassati, secondo un criterio di maturazione dei redditi (12,5% fino al 31/12/2011, 20% dal 1° gennaio 2012 al 30 giugno 2014, 26% a seguire, ferma restando l’aliquota del 12,5% sulle plusvalenze prodotte dai titoli di Stato) solo al momento del riscatto, ovvero alla liquidazione della prestazione.


Questo garantisce la possibilità di tenere sempre investita la quota che altrimenti verrebbe decurtata dal patrimonio, come nel caso di altri strumenti finanziari. Le polizze a gestione separata (ramo I) godono di un ulteriore vantaggio: si risparmia il bollo annuo dello 0,20%, da cui sono esentate. E che si paga, invece, nel caso delle unit linked. «È in atto da tempo un dibattito sulla natura e la qualificazione delle polizze di ramo III: ci si interroga se i contenuti finanziari siano prevalenti rispetto al vestito assicurativo. Prima o poi l’esenzione dalle tasse di successione e gli altri benefici potrebbero essere messi in discussione», osserva Marcello Rubiu, amministratore unico di Norisk scf.


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di Pieremilio Gadda e Francesca Monti8 aprile 2019


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La variabile delle spese

Anche un altro cavallo di battaglia delle polizze, l’insequestrabilità e impignorabilità, è da interpretare correttamente: «Vale a condizione che non sia riscontrabile un comportamento fraudolento da parte dell’assicurato», precisa Rubiu. Il principale aspetto cui bisogna prestare attenzione ha a che fare con i costi: tra commissioni di gestione, caricamenti iniziali e spese di uscita, i benefici fiscali e le potenzialità di rendimento rischiano di essere compromessi. «I caricamenti iniziali possono arrivare al 2%», osserva il consulente di Norisk scf. Significa che, nel caso peggiore, si mette sul piatto 100 ma solo 98 vengono effettivamente investiti.


«Occorre ricordare che queste commissioni sono sempre negoziabili, specialmente per chi ha a disposizione un patrimonio di una certa entità: in questo caso i caricamenti iniziali devono essere azzerati. I piccoli risparmiatori, invece, spesso si trovano a fare i conti con prelievi di almeno 0,5% ad ogni versamento», annota Rubiu. Secondo cui le commissioni di gestione, nei prodotti più competitivi, si attestano poco sopra l’1%. «Ma possono arrivare al 2%», precisa.


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Le penali per chi abbandona in corsa

Talvolta vengono applicate commissioni variabili, in base alle performance ottenute. C’è poi il nodo dei riscatti: di norma per il primo anno non si può uscire dall’investimento. Trascorsi 12 mesi e fino ai cinque anni, in molti casi è prevista una penale di uscita decrescente, che nelle fasi iniziali può valere anche il 3% del capitale investito. Prima di sottoscrivere il contratto è essenziale, quindi, mettere a confronto i costi di vari prodotti, analizzando il Ter (Total expense ratio, un indicatore sintetico di costo) disponibile sui fogli informativi.


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Lo sprint delle «multiramo»

In un anno positivo per la raccolta Vita, lo sprint spetta alle polizze multi-ramo: soluzioni che propongono una combinazione tra la componente assicurativa tradizionale, a rendimento minimo garantito (ramo I) e quella unit linked (ramo III), con la possibilità di passare da una all’altra, senza far scattare il prelievo fiscale sul capital gain. La raccolta registrata su questi prodotti, che rappresentano un terzo del totale dei premi, pari a 31,3 miliardi, è aumentata del 12,1% nel 2018. A gennaio un’ulteriore accelerazione, più 17% su base annua (esclusi i prodotti previdenziali e i Pir). .


Il successo delle soluzioni «ibride» va interpretato anche alla luce della fase di debolezza attraversata dalle polizze nel 2016 e 2017, anni di contrazione della raccolta nel ramo Vita. Un dato riconducibile, a sua volta, a un cambiamento regolamentare: le nuove regole della direttiva europea Solvency II richiedono un elevato assorbimento di capitale per le polizze di ramo I, rendendole un business meno profittevole per le compagnie. Le quali, non a caso, cercano di dirottare la richiesta di protezione, attraverso strumenti assicurativi, verso soluzioni multi-ramo


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In data 11.2.2020 il procedimento penale 117716/2018 è stato archiviato, poichè emergono 3 punti:
1) aver carpito con artifici e raggiri al momento della stipula del contratto avendogli fatto credere che la rendita annua e la rendita annua aggiuntiva avrebbero avuto, per tutta la durata contrattuale come valore di riferimento un tasso minimo garantito del 4% composto;
2) aver ottenuto un ingiusto profitto con altrui danno in tutti gli anni a seguire, per errata applicazione dei tassi (algoritmi di calcolo)
3) aver causato un ammanco di 3.000,00 (tremila,00) €uro nella determinazione della riserva matematica.


 

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Id: 12871113Relazioni ClientiProt. 00589.08/2016Gentile SignorMICCONO FLAVIOVIA ROMA, 85 C/O BAIMA MARISA10070 SAN FRANCESCO AL CAMPO TORoma, 28/03/2020Oggetto: Polizza “Piano Pensione Fideuram” VIVA n. 7441478Gentile Cliente,con la presente diamo riscontro alla sua comunicazione pervenuta il 12/02/2020 e con riferimentoalla polizza in oggetto, le comunichiamo quanto segue.Abbiamo preso atto del provvedimento di archiviazione N. 117716/2018 R.G.G.I.P. emessol’11/02/2020 dal Tribunale di Torino relativo al procedimento penale N. 26352/2018 R.G.N.R., inallegato alla sua comunicazione, riferito ai fatti che hanno riguardato l’emissione e la gestionedella polizza in oggetto.In particolare, rileviamo con soddisfazione che detto provvedimento ha confermato “la mancanzadei presupposti di rilevanza soggettiva e oggettiva penalmente rilevabili” con riferimento allecondotte assunte dalla scrivente Compagnia nella stipulazione e gestione del contratto.Tale decisione non fa che confermare sotto un più ampio profilo l’assenza di comportamenti illeciti,illegittimi o semplicemente inadempienti da parte della scrivente Compagnia, come ampiamentegià dimostrato in occasione di tutte le precedenti comunicazioni trasmesse in riscontro ai reclamida lei presentati negli anni dal 2013 al 2017, e in ultimo come ampiamente chiarito e documentatocon nostra del 31/01/2020 in allegato (All.1), inviata all’Avv. Anna Patisso dell’Associazione deiConsumatori ADUSBEF da lei incaricata.In tale comunicazione abbiamo ampiamente e ancora una volta chiarito come la prestazione direndita annua vitalizia garantita alla scadenza della polizza del 25/11/2006, prevista allasottoscrizione del contratto per un importo iniziale di € 1.646,83 è stata costruita con una tariffa cheprende come basi tecniche un tasso di interesse finanziario garantito del 4% annuo pre-calcolatoper tutta la durata del differimento. Inoltre, tale rendita ha beneficiato di una ulteriore rivalutazioneannua durante il periodo del differimento sulla base del rendimento annuo della gestione separataVIVA calcolata, in base alle Condizioni Speciali di Valorizzazione Automatica, al netto del tasso diinteresse tecnico del 4% già garantito e pre-calcolato sulla rendita iniziale, determinando altermine del differimento del 25/11/2006 il raggiungimento di una prestazione di rendita annuarivalutata dell’importo lordo di € 2.160,28 (per il dettaglio di calcolo dei rendimenti annui durante ildifferimento e durante il periodo di godimento della rendita si veda la tabella inserita nella nostraprecedente comunicazione del 31/05/2017). - Flavio Miccono (0 / 7) 29/03/2020, ore 11:44

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Rimane un dubbio sulla correttezza del calcolo effettuato dalla Compagnia assicuratrice, che è relativo al 4% semplice, mentre in contratto c’é scritto il 4% composto!


Ovviamente, nulla viene indicato dalla compagnia al riguardo.


 


 

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