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Il Pd e l’eterna questione morale- Monica Maro Posted: 22 Jul 2011 11:10 PM PDTlogo PDROMA- 22 luglio 2011-Intorno alla questione morale e al tema giustizia il Pd si interroga e si dilania. Il caso Tedesco e’ la punta dell`iceberg. Esistono linee diametralmente opposte nel partito. Bersani liquida il voto contrario alla richiesta di Lucio D`Ubaldo con un`alzata di spalle: “Siamo a casi limitatissimi, per il resto è stato lineare e coerente. Chi ha scelto un`altra strada se ne assume le responsabilità”. Conferma la solidità dei sì dei voti democratici il vicepresidente dei senatori Luigi Zanda: “E’ finita come finiscono i voti di fiducia al Senato. Ha vinto il centrodestra. Non ci sono nostre defezioni in massa”.Eppure la vicenda non si chiude qui. Le dimissioni di Tedesco non arriveranno mai. Il Pd fa quadrato intorno a Rosy Bindi e Deborah Serracchiani. Schierandosi a difesa del presidente democratico e dell’europarlamentare pesantemente attaccate da Alberto Tedesco. Mercoledì, il senatore pugliese, di cui la procura di Bari ha chiesto l’arresto per lo scandalo della sanità pugliese, era stato salvato dall’aula del Senato che aveva negato il via libera all’arresto. A quel punto Rosy Bindi aveva chiesto a Tedesco di dimettersi (aprendo così la strada all’arresto). E, oggi, la risposta di Tedesco non si è fatta attendere: “La Bindi? Ma si dimetta lei! Il suo moralismo mi fa orrore, e non da oggi”, dice il senatore a Repubblica, e aggiunge. “Sono vent’anni che la vedo invocare manette e galera con un livore indegno di una persona civile. Serracchiani? E’ una giovane che non ha ancora capito bene il suo ruolo”.Un attacco che scatena la reazione del Pd. “Le parole di Tedesco sono inopportune e inaccettabili. Ci si sarebbe aspettato che, il giorno dopo il voto al Senato, pensasse ai danni pesanti che il Pd in questa vicenda ha già subito e si comportasse di conseguenza”, tuona il vicesegretario Enrico Letta. Dura anche Angela Finocchiaro, capogruppo democratico al Senato: “A Tedesco, che da mesi non appartiene più al gruppo del Pd (è iscritto al gruppo misto ndr.), suggerirei oggi maggiore sobrietà e discrezione. Il tema delle sue dimissioni è questione che riguarda la sua coscienza. Ma lo inviterei a maggior rispetto nei confronti del Pd e dei suoi dirigenti politici”.Rosy Bindi ha gradito pochissimo il ripescaggio del senatore. Come lei Letta, Veltroni e Marino e l‘europarlamentare Deborah Serracchiani. Felice Casson parla di “questione morale” aperta nel Pd. Mettendo insieme l`inchiesta su Penati e Tedesco, Casson osserva che “non si può negare l`evidenza dei fatti, troppi uomini Pd coinvolti nelle indagini”. L`ex pm chiede di intervenire al più presto sul codice etico”.Parisi si scaglia contro Latorre, reo di aver dettato un calendario dei lavori “sospetto” e di non aver votato per un problema tecnico. “Latorre deve spiegare”, dice l’ex ministro della Difesa che sembra però pensare a D’Alema in un richiamo “a nuora” affinché suocera intenda.Replica dell`interessato: “Ho già spiegato il mio voto, l`ho comunicato alla presidenza e fatto verbalizzare. A Parisi piacciono le polemiche sterili e inutili”. Parisi si prende l`ultima parola: “Troppe sono le risposte che sul caso Tedesco non riesco a dare. Dal suo ingresso in Senato alle sue mancate dimissioni. Altro che polemiche sterili!”. Mentre su Internet e sui social network la tensione dei militanti per il voto del Senato è altissima. Tanti interventi critici “per aver salvato uno dei nostri, dite una cosa e ne fate un`altra”.”Non c’è dubbio che ci sia una questione morale, o più direttamente una questione penale”. E’ quanto dichiara all’AgenParl il deputato democratico Furio Colombo. “E’ una situazione che richiede dei comportamenti rigorosi come quelli che si sono sempre raccomandati e richiesti per gli altri partiti”.Colombo torna a chiedere che ci sia l’immediato ritiro dalla vita politica e la rinuncia a tutte le immunità e a tutti i tipi di difesa in modo che si possa andare in fondo alla questione. “Non ci si può proclamare innocenti e nello stesso tempo chiudersi dietro una barriera che giustamente era stata prevista dalla Costituzione e per impedire l’uso della giustizia contro la politica” spiega ancora.“Non c’è traccia di uso della giustizia contro la politica, c’è traccia molto pesante di malaffare penetrato nella politica che la giustizia non riesce a perseguire. Per un partito che ha la tradizione e l’aspirazione, cioè che ha il passato che ritiene di avere il Pd e soprattutto l’aspirazione ad avere un futuro di partito di governo perfettamente credibile come il Pd, bisogna assolutamente sempre mettere tutte le carte in chiaro”. Ad esempio, prosegue Colombo, è “apprezzabile che il Senatore Tedesco abbia detto che era disposto a rinunciare alla sua immunità e ha chiesto al Senato di accettarla, è oscuro il fatto che ci siano stati dei voti anche da sinistra per lui ed è grave che lui non l’abbia concluso dimettendosi. Il non dimettersi è totalmente in contraddizione con ciò che lui stesso ha detto. Si è presentato dicendo che chiedeva che non si tenesse conto della sua immunità, dopodiché la invoca per se stesso una volta che il voto non è passato. E’ addirittura infantile la contraddizione, se non fosse anche profondamente dannosa per la reputazione del partito al quale appartiene”.E la storia vale anche nel caso di Penati. ” Penati ha il problema di dimettersi, e dovrebbe, e non solo di autosospendersi.”, conclude Furio Colombo.

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