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Il preveggente. Fra le qualità del governatore pugliese, la più sorprendente è quella relativa alla conoscenza delle inchieste dei pm della sua regione, che Nichi Vendola, come D’Alema nel caso della «scossa», sembra «vedere» in anticipo. Non si dica a Nichi e a Max che ciò è dovuto alle buone entrature del centrosinistra nella procura di Bari. Sì, l’ex pm Emiliano è diventato sindaco col Pd, l’ex pm Nicastro, che indagò per anni sul ministro Fitto, è assessore nella giunta Vendola, il pm in aspettativa Carofiglio è parlamentare del Pd, sua moglie Francesca Romana Pirrelli si è occupata di reati di pubblica amministrazione, l’ex pm Maritati (quello che si informa direttamente col pm Scelsi sui dalemiani coinvolti nel caso Tarantini) è senatore del Pd. Ma perché pensar male?QUELLE TANTE COINCIDENZEOvviamente sono coincidenze. Come l’anticipazione dell’inchiesta a carico di Fitto, rivelata da Vendola nel 2005 alle telecamere di Telerama, che un anno dopo si seppe esser stata data a poche ore dall’iscrizione del ministro sul registro degli indagati. Lasciamo stare poi la coincidenza della celerità con cui Vendola, d’accordo con Tedesco, a tre ore dall’agenzia di stampa che rivelava l’inchiesta sull’assessore alla Sanità (oggi senatore Pd) annunciò la defenestrazione del fidato assessore. E lasciamo stare pure la insolita richiesta di «accesso agli atti» fatta al pm Scelsi dal successore di Tedesco alla Sanità, Tommaso Fiore, che per «verifiche interne» chiede e ottiene dal pm, a luglio 2009, parte degli atti d’indagine. Guardiamo, invece, negli atti dell’inchiesta di Tedesco i tanti riferimenti, preveggenti pure questi, che esponenti del centrosinistra pugliese fanno al lavoro dei magistrati di Bari.LA TRADECO E «QUELLA COSA»Una delle magagne di Tedesco riguarda un appalto di smaltimento rifiuti, nel quale per la procura l’assessore avrebbe «sponsorizzato» la ditta Tradeco. A margine, emergono altri rumors. Per esempio, in una telefonata di novembre 2008 con l’assessore, il perito Antonio Coscia, che a verbale si definisce «vicino al centrosinistra», e «accreditato come persona di fiducia di forze dell’ordine e di alcuni magistrati», rassicura Tedesco che un’acquisizione atti avvenuta nella Asl barese riguardava la Tradeco e non «quella cosa». Gli inquirenti chiedono a Coscia cos’era «quella cosa», e il testimone replica: «Quello che lo poteva preoccupare... allora si parlava sempre delle indagini».L’AVVISO DI GARANZIA «POLITICO»Il consigliere regionale Pd De Caro a maggio 2008 chiama Tedesco: «Albe’ mi è arrivata una telefonata di Possin, che dice che si è diffusa una notizia politica, non giudiziaria, relativa a un avviso di garanzia che avresti presto tu».LE «CARTE» DI NICHI CONTRO TEDESCOIl 10 giugno 2008, Tedesco chiama il sindaco di Bari, all’epoca segretario regionale del Pd, Emiliano. Che gli rivela l’intenzione di Vendola di farlo fuori o di tenerlo «sotto scacco» con «carte». Tedesco: «Me lo ha detto il capo di gabinetto (...) mi ha fatto capire che le carte gli erano state date dagli ambienti del Pd». Emiliano: «(...) io invece temo un’altra cosa (...) sostanzialmente voglia tenerci in scacco su alcune cose». Il 21 giugno, stessi interlocutori, Tedesco aggiunge che Vendola gli ha detto di aver saputo da Zazzera (Idv) «che a settembre riprenderà un’offensiva nei miei confronti che sarà anche di carattere giudiziario».VENDOLA E LE INTERCETTAZIONIIl 6 febbraio, tramite Ansa, Tedesco scopre di essere indagato e si dimette. Tre giorni dopo, al telefono con Vendola, scopre qualcosa di più. Vendola: «Ci sono molte intercettazioni, molte tue in cui parli male di Lea (Cosentino, direttore dell’Asl di Bari, in rotta con Tedesco e scaricata da Vendola, ndr)». Sui giornali non c’era traccia di indiscrezioni sulle intercettazioni, come faceva a saperlo? Il successore di Tedesco, Fiore, vedrà «ufficialmente» parte delle carte solo 5 mesi dopo. Ma già il 9 settembre 2008 il direttore dell’Asl Bat, Polemio, dice al braccio destro di Tedesco, Mario Malcangi: «Un amico mi ha detto che mercoledì Alberto si dimetterebbe per anticipare la procura...». E quando Malcangi chiede al fratello oculista di Vendola, Enzo, se è vero che Nichi voglia sostituire l’assessore, si sente rispondere: «Mario, no comment. Quattr’occhi». Lo stesso Enzo Vendola, il 7 ottobre, è ancora più esplicito con Malcangi: «Non possiamo parlare più per telefono di questi fatti (...) perché l’aria si è fatta proprio irrespirabile, capito?».

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questo vale anche per DI PIETRO in campania e GIGGINO IL MANETTARO,loro sanno sempre in anticipo di inchieste nei loro confronti,qualcuno ha chiesto dei chiarimenti ????????

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