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che ne pensate?Campobasso • PoliticaIorio e Di Pietro, i ladri di Pisa.di Pasquale Di BelloMichele Iorio e Antonio Di Pietro hanno in comune una cosa: entrambi, politicamente, campano alle spalle di Silvio Berlusconi. Beneficiari di un vitalizio senza il quale le loro carriere si sarebbero già sfasciate, per usare un verbo caro all'uomo di Montenero. Immaginate chi sarebbe Di Pietro senza quell'altro, di uomo, quello di Arcore: nessuno. Oltre ai fasti passati di "Mani pulite" egli salirebbe all'onore delle cronache una volta l'anno: per la trebbiatura. I giornali, vedendolo alla guida del "Landini", e col rimorchietto a seguito, una fotonotizia gliela dedicherebbero di certo. A Di Pietro, tuttavia, va riconosciuto che alle spalle di Berlusconi sì ci campa, ma lo fa ufficialmente: la sua opposizione, pur da masseria, possono vederla tutti. Quanto a Michele Iorio, democristiano della peggiore razza, quella cresciuta alla scuola di Santa Dorotea, campa anch'egli di Berlusconi ma lo fa nel costume tipico dei dorotei, che gli è più congeniale: quello tartufesco. Se Iorio gode ancora di un credito residuo nei palazzi romani, è solo grazie alla fideiussione rilasciata da Silvio Berlusconi. Sarebbe davvero singolare se il Capo del Governo, che è anche il capo del Pdl, non garantisse per un "suo" uomo di governo e di partito. Ma è ancor più singolare che a Berlusconi sfugga come Iorio, in realtà, "suo" non sia, né come uomo di governo, né come uomo di partito. Per Iorio il governo, e il partito, coincidono con una cosa sola: il proprio "particulare", per dirla alla Guicciardini o, per dirla a modo nostro, che tentiamo di parlare il linguaggio della gente comune, per Iorio il governo, il partito, il Molise, il popolo esistono solo in quanto funzionali ai "cazzi suoi". Quella di Michele Iorio, la sua lobby, quella che tra le altre ha - si fa per dire - come punta di diamante anche il senatore senza voti Ulisse Di Giacomo, è, all'interno del Pdl, una vera e propria enclave, una terra di nessuno dove vivono mercenarie e lanzichenecchi, bagagli a mano del Governatore pronti a tutto, specialmente a girare le spalle a Berlusconi. In fondo sono loro, gli arraffasalsicce della ditta "Iorio & Co.", ad avere costruito carriere grazie a Silvio e che, al momento opportuno, come tutte le razze mercenarie, gli gireranno le spalle abbracciando domani quelli che oggi sono gli avversari più acerrimi del Cavaliere.Bene, oggi, di questo scenario futuro e di quanto sia pronto Iorio a mollare Berlusconi e di quanto massiccio sia l'inciucio che da tempo va avanti tra lui e Di Pietro, se ne avrà una rappresentazione, come dire?, teatrale. Teatro comico, per gli attori, tragico per i molisani. A Isernia, in piazza Mercato (e non poteva esserci piazza migliore), i due si confronteranno nel corso di un pubblico dibattito e il sospetto, per non dire la certezza, è che faranno come i "ladri di Pisa", quelli che fingono di litigare di giorno e si mettono poi d'accordo di notte. Se così non fosse, noi ci aspetteremmo che Tonino Di Pietro, rivolgendosi a Iorio, gli formulasse questi "cattivi pensieri".Ci piacerebbe che Di Pietro, attingendo al suo miglior frasario inquisitorio e a quel suo periodare a scoppio e detonazione, chiedesse a Michele Iorio alcune cose. Queste (sgrammaticature comprese), ad esempio: "E' vero, o non evero, signor Presidente, che in Molise c'è stato un terremoto, a San Giuliano di Puglia e in altri pochissimi paesi, e lei, con i suoi provvedimenti, lo ha esteso a tutta la Regione?". "E' vero, o non evero, che grazie a questo terremoto legale, che si è sovrapposto a quello reale, sono sette anni che si abbuffano ditte, professionisti, imprese, amministrazioni e chipiùnehapiùnemetta?". "E' vero, o non evero, che l'art. 15, il pozzo dove sono finiti i soldi del terremoto e dell'alluvione, è servito a finanziare progetti che vanno dalle patate alle seppie, da miss Italia alle fratte sentimentali che lei, signor Presidente, chiama parchi?". "E' vero, o non evero, che dietro la sua persona, signor Presidente, si nasconde una parentopoli tra le più vergognose d'Italia?". "E' vero, o non evero - per fare un esempio - che lei in questo momento è assessore alla sanità, commissario alla sanità (oltre che al terremoto) e che tra i suoi subordinati vi è anche una certa Rosa Iorio, direttore del distretto sanitario di Isernia, che pare sia sua sorella?". "Ed è vero, o non evero, signor Presidente, che tale Rosa Iorio in quel posto sia stata nominata da quel Sergio Florio che lei ha voluto manager dell'Asrem con tanta forza pari solo a quella con la quale gli ha rifilato poi una sonora pedata da dietro?". "E' vero, o non evero, che sotto la sua presidenza, signor Governatore, il deficit sanitario è cresciuto a dismisura?". "E' vero, o non evero, signor Presidente, che a suo carico pendono più di una richiesta di rinvio a giudizio?". "E' vero, o non evero, signor Presidente che lei ha modificato di fatto lo Statuto della regione Molise imponendo il meccanismo ricattatorio della incompatibilità tra lo status di consigliere e assessore regionale?". "E' vero, o non evero, che lei si è inventato una lista civica, Progetto Molise, che altri non è se non una sua privata succursale politica creata per destabilizzare gli altri partiti?". "E' vero, o non evero, che lei si è preso due transfughi del centrosinistra, Arco e Cavaliere, e come premio li ha nominati assessori?". "Ed è vero, o non evero, che non c'è comune, amministrazione, comunità montana, unione di comuni, ente sub regionale, azienda partecipata, che possa sopravvivere senza averle prima baciato la pantofola?". "Ed è vero, o non evero, signor Presidente, che a casa sua, cioè nel palazzo della Giunta regionale, si possano compiere impunemente atti di violenza, come l'aggressione ad un giornalista, e che lei taccia, avallando di fatto, quindi colpevolmente, tali comportamenti delittuosi?". "E' vero, o non evero, che lei ha come portavoce un componente del Consiglio dell'Ordine dei giornalisti e che non ha mai avvertito l'opportunità e la sensibilità di imporgli una scelta tra i due ruoli". "E' vero, o non evero, signor Presidente che un Portavoce siffatto è, potenzialmente, anche un Portaorcchie e un Portaordini, e quindi un elemento di destabilizzazione, in quanto ne mina la terzietà, all'interno dell'Ordine dei giornalisti?". "E, infine, signor Presidente, è vero o non evero che lei in questo momento ha di fronte il capo dell'Italia dei Valori, quello che infama il suo di capo, Silvio Berlusconi, tutti i giorni e più volte al giorno e che mai, nessuna volta di nessun giorno ha pronunciato questa frase: ‘Iorio è uomo di Berlusconi e quindi in Molise è il nemico pubblico numero uno'?".Ecco, se tutto questo è vero come è vero, queste domande oggi, a Isernia, in piazza Mercato, non le farà nessuno. Per questo noi le rivolgiamo pubblicamente all'interessato, che non è Iorio, ma Di Pietro che tace. Iorio, per quel che ci riguarda, è e resta, con Di Pietro o senza, il nemico pubblico numero uno. Se Tonino lo pensa, lo dica. Altrimenti dalla parte dei ladri, quelli di Pisa, ci passa pure lui. In politica, oltre alle mani, di pulito serve anche altro: la faccia. Pasquale Di Bellotorna indietro

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