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strano Paese il nostro......La Cassazione dà l'ok al referendum sul nucleare anche se la legge non c'è più Scritto da Paolo di Mauro Wednesday 01 June 2011l'Occidentale - Al contrario di ogni previsione, la Corte di Cassazione questa mattina ha stabilito che il referendum sul nucleare si farà. La Suprema Corte ha accolto l’istanza presentata dal Pd, in cui si chiedeva di applicare il quesito referendario alle nuove norme contenute nel decreto legge omnibus, convertito in legge dal Parlamento lo scorso 25 maggio, in particolare ai commi 1 e 8 dell’articolo 5. La richiesta di abrogazione rimane la stessa, ma non sarà più rivolta alla legge precedente, come previsto in origine. Ora dovranno essere ristampate le schede elettorali, pertanto il Ministero dell’Interno dovrà verificare se esistono i tempi tecnici per permettere il voto il 12 e il 13 giugno. Un altro problema è dato dal voto degli italiani all’estero, che hanno già incominciato a votare sul vecchio quesito."Ora gli italiani hanno la possibilità di pronunciarsi con un sì contro il piano del governo− ha dichiarato il segretario del Pd Pierluigi Bersani −. Il Pd, che ha sempre constrastato le assurde scelte del governo sul nucleare, è impegnato con tutte le sue forze a sostenere la campagna per il sì". Toni trionfalistici dal leader dell'Idv, Antonio di Pietro: "Dal primo momento abbiamo creduto che la legge è legge e nessuno la può aggirare, neanche questo Parlamento che ha proposto e votato una legge truffaldina"."Eviterei di trasformare sempre tutte le occasioni di elezioni e referendum in spallate per il governo", ha dichiarato Maurizio Lupi, deputato del Pdl e vicepresidente della Camera. "Il governo ha preso una posizione molto chiara, credo condivisa da tutti gli italiani: personalmente − afferma Lupi − credo che in questo momento sia assolutamente sbagliato non riflettere sul tema della sicurezza insieme con l'Unione europea ed evitare che l'emotività possa farci scegliere e decidere su una scelta così importante per il Paese".Cosa prevede, nella sostanza, il testo dell'articolo 5 del decreto omnibus, così come emendato e approvato dal Parlamento la scorsa settimana? Il comma 1 recita che "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche (...) non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare". Il comma 8, invece, stabilisce che "Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri (...) adotta la Strategia energetica nazionale...".È qui che sorgono i dubbi del centrodestra sull'ok al quesito referendario dato dalla Cassazione. Secondo Giuseppe Calderisi, deputato del Pdl, appare paradossale "far intervenire un referendum, che è di natura abrogativo, su una norma che prevede che sulla realizzazione delle centrali nucleari per ora non si proceda". Calderisi ha espresso l'interrogativo se, con la decisione presa dalla Cassazione − di cui precisa di voler analizzare attentamente le motivazioni − "si voglia impedire al governo di acquisire elementi scientifici sulla possibilità di realizzare degli impianti nucleari, considerando che − aggiunge − non era questo l'intento neanche dei promotori del referendum". È in merito al comma 8, però, che l'esponente del centrodestra esprime i maggiori dubbi: "Nel testo del comma si fa riferimento esclusivamente a un piano energetico generale, mentre del nucleare nello specifico non si fa alcuna menzione". Il fatto che la Cassazione vi abbia potuto riscontrare un'significato di immediatezza dell'installazione di centrali nucleari preoccupa Calderisi, in quanto ciò costituirebbe un "processo alle intenzioni del governo, il quale allora potrebbe operare direttamente senza leggi né deleghe".

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pimander ti propongo per essere giudice in Cassazione.......

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dal sito di "Repubblica"IL CASOIl governo ricorre alla Consulta"Referendum inammissibile"L'avvocatura dello Stato ha ricevuto il mandato di intervenire all'udienza della Corte Costituzionale sul nucleare con l'intento di bloccare la consultazione. Martedì la decisionedi SILVIO BUZZANCAROMA - Silvio Berlusconi con una mano giura di voler rispettare il verdetto popolare sui referendum, soprattutto quello sul nucleare. Ma con l'altra lavora ancora al "sabotaggio" del quesito. Il governo, infatti, il primo giugno, con una lettera firmata da Gianni Letta, ha chiesto all'Avvocatura generale dello Stato, di "intervenire" all'udienza della Corte costituzionale sull'ammissibilità del nuovo quesito sul nucleare dopo il via libera dato dall'Ufficio per il referendum della Cassazione. Con il mandato chiarissimo di "evidenziare l'inammissibilità della consultazione". Dunque gli avvocati dello Stato martedì chiederanno che ai cittadini sia impedito di votare sul nucleare. Mentre il premier giura in tv che "i referendum sono inutili e fuorvianti", ma che "il governo si rimetterà alla volontà dei cittadini; l'esito del referendum non ha nulla a che vedere con il governo: se i cittadini non vorranno il nucleare, il governo ne prenderà atto". "Inutili?", chiede Pierluigi Bersani: "Credo - dice - che quello del referendum sia un voto utilissimo". Gli avvocati nella loro memoria di fatto sollevano anche un conflitto di attribuzione "mascherato" su chi debba "verificare la permanenza dell'originaria intenzione del legislatore". E sostengono che il potere non spetta alla Cassazione. Nel merito, i legali di Palazzo Chigi spiegheranno ai giudici che non si deve andare a votare perché il referendum "avrebbe a questo punto un oggetto del tutto difforme rispetto al quesito in base al quale sono state raccolte le firme". Il quesito inoltre sarebbe inammissibile perché non sarebbe di tipo abrogativo, ma consultivo o propositivo.Insomma il governo questo referendum non lo vuole proprio celebrare. E a Palazzo Chigi sperano ancora di potere ribaltare l'esito di una battaglia che al momento li vede perdenti. Lo rivela l'interesse con cui segue la vicenda il ministro Paolo Romani e quello che dice: "Ritengo che la Cassazione abbia riproposto un quesito referendario che non è stato sottoscritto da coloro che hanno chiesto di fare il referendum, quindi per dare un giudizio: aspetto la sentenza della Consulta". La questione si fa ancora più complessa alla luce delle motivazioni dell'Ufficio per il referendum che sono state rese note ieri. Intanto c'è da notare che il relatore non ha scritto la sentenza: segno di grande divisione fra i giudici. Che hanno constato, a maggioranza, che nelle nuove norme c'è una "manifesta contraddizione con le dichiarate abrogazioni" e si "dà luogo a una flessibile politica dell'energia che include e non esclude anche nei tempi più prossimi la produzione a mezzo di energia nucleare". Per i giudici il famoso comma 1 dell'articolo 5 "apre nell'immediato al nucleare (solo apparentemente cancellato". La sentenza appare molto "politica" e potrebbe prestare il fianco a qualche critica da parte dei giudici costituzionali, lasciando sul tappeto qualche dubbio sulla decisione della Consulta. Consulta che proprio lunedì eleggerà Alfonso Quaranta, che piace al centrodestra, nuovo presidente.

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Referendum contro naturaScritto da Davide Giacalone Friday 03 June 2011Tre referendum sono contro l’ambiente, uno è contro Silvio Berlusconi. Quest’ultimo se lo merita, secondo i suoi avversari, ma la natura che ha fatto di male? Eppure uno stormo di demagoghi s’è alzato in volo e tenta di truffare gli elettori, confondendo loro le idee. A scanso d’equivoci: quelli che vogliono far restare le cose come sono, quelli affezionati all’acqua che si spreca e all’assenza di depuratori, quelli che vogliono un Paese che compra all’estero energia elettrica prodotta con il nucleare, sono i sostenitori del Sì. Mentre quei disgraziati che sostengono il No, se esistono, pretendono che l’Italia cambi e diventi un Paese come gli altri, ma s’illudono che a poterlo fare sia quello stesso legislatore che neanche difende le proprie leggi. Due quesiti riguardano l’acqua, che nessuno ha mai né pensato né proposto di privatizzare. Qui la turlupinatura raggiunge livelli stratosferici. Posto che fonti e acquedotti, quindi l’acqua, rimangono beni pubblici, si tratta di chiamare il mercato, quindi i privati, ad investire perché quel bene non vada sprecato. Per riportare alla civiltà, e al rispetto dell’ambiente, il nostro sistema idrico servono investimenti rilevanti, nell’ordine di 60 miliardi. Posto che non possono essere investimenti pubblici, per le note ragioni dell’indebitamente statale, o ce li mettono i privati o nisba. Quindi, se passa il referendum ci teniamo l’acqua che esce dai tubi prima di arrivare nelle nostre case, quindi la devastazione ambientale e la sua perdita di qualità.L’altro quesito è sulle tariffe, volendo impedire che nel fissarle si debba tenere conto della remunerazione dei capitali investiti. Bella roba, allora ci teniamo i soldi pubblici sprecati, le municipalizzate i cui amministratori e dirigenti si fanno pagare come se avessero scoperto quella calda, di acqua, le aziende pubbliche che fanno assunzioni clientelari e ci teniamo pure quei quattro fessi che prima si lamentano, poi impediscono che si cambi, quindi tornano a lamentare gli sprechi. Sono loro, quelli del Sì, i tutori degli sprechi.Col referendum nucleare c’impediamo di fare un piano energetico. Giusto, a che serve? Tanto si annuncia il ritorno al nucleare e non lo si fa mai. In cambio, ove non si voglia far funzionare la lavatrice a pedali, o pagare l’energia più dei panni che ci mettiamo dentro, facciamo qualche bella centrale a carbone, continuiamo a bruciare petrolio e incentiviamo eolico e solare pagandoli il doppio di quel che producono. Emettiamo una bella paccata di gas serra e li difendiamo con il sole che ride. De che? Nel frattempo continuiamo a comprare energia nucleare dai francesi e ci diamo di gomito, con aria allocca, quando tedeschi e svizzeri annunciano la chiusura delle loro centrali. Come se chi cambia bicicletta, e intanto vince il tour della competitività, fosse paragonabile a chi non ci sa andare.Tutte queste cose le conoscono benissimo anche a sinistra. I Bersani, i D’Alema, i Veltroni e compagnia cantante ne sono perfettamente consapevoli. Tanto è vero che quando governavano si mossero esattamente nella direzione delle leggi che, ora, vogliono abrogare. Ma gli tocca far la parte di quelli che credono si stia privatizzando l’acqua o che in una centrale italiana si possa fondere il nocciolo (oltre al cervello di chi lo dice), e gli tocca perché così impongono i loro alleati, oramai dominatori. La gran classe di professionisti, i gran dirigenti allevati alla dura scuola e alla severa disciplina del Partito Comunista Italiano, sono finiti al guinzaglio di quattro descamisados latranti.Non dimentichiamoci dell’ultimo referendum, quello sul legittimo impedimento. Quelli della vecchia sinistra non parlano, per vergogna, ma quelli di questa destra non leggono, per prudenza. Quando si discusse quella legge, inutile, avvertimmo sui suoi rischi e sulla sua mancanza di pregi. Niente, come parlare con il muro. Vigente la legge, Berlusconi non solo ha dovuto piegarsi ai processi, ma ha anche inaugurato quelli del lunedì. Ciò non toglie che l’abrogazione sarebbe uno sganassone in pieno volto. E, come si sa, il setto nasale è già provato e smoccia sangue.Riassumendo: i referendum sono contro l’ambiente; la sinistra è costretta a sostenerli, pur convinta del contrario, perché altrimenti viene incenerita da alleati prepotenti e vincenti; la destra non ha neanche il coraggio di difendere quel che ha fatto e se la cava con una roba, la libertà di coscienza, che non si sa se fa ridere o piangere; in quanto al quarto referendum l’unica salvezza, per chi votò la legge, sarebbe la mancanza del quorum. In compenso s’è raggiunto un bel risultato bipartisan: la vergogna.

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sottolineo questo, che per me è il vero punto:Col referendum nucleare c’impediamo di fare un piano energetico. Giusto, a che serve? Tanto si annuncia il ritorno al nucleare e non lo si fa mai. In cambio, ove non si voglia far funzionare la lavatrice a pedali, o pagare l’energia più dei panni che ci mettiamo dentro, facciamo qualche bella centrale a carbone, continuiamo a bruciare petrolio e incentiviamo eolico e solare pagandoli il doppio di quel che producono. Emettiamo una bella paccata di gas serra e li difendiamo con il sole che ride. De che? Nel frattempo continuiamo a comprare energia nucleare dai francesi e ci diamo di gomito, con aria allocca, quando tedeschi e svizzeri annunciano la chiusura delle loro centrali.

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x Risp...e ora dobbiamo togliere pure l'Egitto...dalle possibili mete turistiche...Certo..che solo a parlarne..porta sfiga..quel che tocca..finisce a male....Ma il ponte..lo si fà..dopo il rimpasto...? :-))

Leo


Bisogna scegliere chi si vuole amare - Cicerone





Leo

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