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...poi, nei fatti, con un sistema fiscale e burocratico obsoleto, astruso e vessatorio come il nostro, l'applicazione pratica si trasforma in una sorta di killeraggio aziendale, quindi in un harakiri economico.Riporto, a seguire, un recente articolo pubblicato su "Contribuenti.it" che dovrebbe far riflettere (non posso mettere solo il link in quanto non mi permettono di copiarlo, quindi riporto l'articolo intero. il sito dov'è pubblicato è comunque: www.contribuenti.it ).COMUNICATO STAMPA : 1 IMPRESA SU 3 CHIUDE DOPO UNA VERIFICA.ROMA – Sempre più imprese italiane chiudono i battenti dopo aver ricevuto una verifica fiscale. L’Associazione Contribuenti Italiani, per la kermesse “Fisco Tour 2011”, ha presentato stamane a Napoli durante il convegno “Fisco Spy”, i nuovi risultati dell’indagine sullo stato di salute dei contribuenti italiani. Lo Studio, condotto per il Rapporto annuale del Contribuente 2011 che sarà pubblicato su Contribuenti.it Magazine, ha rilevato che soltanto 2 imprese su 3 (il 68,2%) che ricevono una verifica fiscale riescono a sopravvivere, mentre 1 impresa su 3 (31,8%) chiude i battenti. Dallo studio è emerso lo stato di debolezza delle imprese italiane, fatte prevalentemente da piccole imprese, che non riescono a fronteggiare contemporaneamente due eventi straordinari: la crisi economica e l’accertamento fiscale. Secondo il Rapporto annuale del Contribuente 2011, anche le richieste di rateizzazioni del pagamento delle imposte sono cresciute: in due anni le richieste sono passate da 800 mila a 1 MLD e l’importo delle imposte rateizzate è cresciuto da 12 MLD a 14 MLD di euro. Nel 2011 è cresciuta anche la fiducia dei Contribuenti Italiani nella Guardia di Finanza (77,6%) e nella Magistratura tributaria (86,4%). Ciò a seguito del “Progetto qualità del contenzioso tributario” avviato a marzo del 2009, in tutte le principali città italiane, dallo Sportello del Contribuente. Dall’analisi dei primi dati è emerso che in 8 ricorsi fiscali su 10 ha vinto il contribuente, considerando sia le sentenze totalmente favori del contribuente che quelle parzialmente favorevoli. In appena 25 mesi, l’Associazione Contribuenti Italiani con il ‘Progetto qualità del contenzioso tributario’ ha centrato l’obiettivo, di incrementare gli esiti favorevoli al contribuente delle controversie di maggiore rilevanza economica relative ad atti di accertamento, avvisi di liquidazione o cartelle di pagamento errati, inserendo, nei collegi di difesa, i professionisti di KRLS Network of Business Ethics, leader in Italia nel contenzioso tributario, promuovendo, al contempo, gli strumenti deflattivi del contenzioso nei confronti degli evasori fiscali. «Ciò che ci amareggia è che molte imprese, quest’anno, hanno chiuso i battenti pur sapendo di avere ragione – ha sottolineato Vittorio Carlomagno presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani – Per fronteggiare l’emergenza ed aumentare il tasso di compliance chiediamo al Parlamento di istituire, per legge, Lo Sportello del Contribuente presso tutti gli organi diretti ed indiretti dell’amministrazione finanziaria».www.contribuenti.it

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Parole santissime!!!Non vedo l'ora che questo governo se ne vada!!!Dopo di che .... TRE SU TRE....

Pirlasco de Pirlis
Pirlasco de Pirlis

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A chiudere ovviamente .....

Pirlasco de Pirlis
Pirlasco de Pirlis

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:-((((((((((((((((((((((((((((((((EVASIONE FISCALEItalia, l'economia "in nero"vale 275 miliardi di euroLa bozza del rapporto finale del gruppo di lavoro Istat su "Economia non osservata e flussi finanziari". Nel 2008 è pari al 17,5 % del prodotto interno lordo. Al primo posto i settori alberghieri, bar e ristoranti e i servizi domestici. Gli ultimi dati erano quelli del 2005. Evasione fiscale: una media di 2093 euro a contribuente ROMA - Il sommerso in Italia rappresenta una fetta importante del Pil: nel 2008 l'ampiezza dell'economia "in nero" oscillava tra un minimo di 255 miliardi di euro e un massimo di 275 miliardi, pari rispettivamente al 16,3 e al 17,5% del prodotto interno lordo. Nel 2000, il valore aggiunto prodotto nell'area del sommerso economico risultava compreso tra i 217 e i 228 miliardi di euro, rispettivamente il 18,2 e il 19,1% del Pil. L'evasione raggiunge i picchi maggiori nel settore di alberghi, bar e ristoranti da un lato e dei servizi domestici dall'altro. E' questa la fotografia del sommerso che emerge dalla bozza del rapporto finale sull'attività condotta dal gruppo di lavoro "Economia non osservata e flussi finanziari" guidato dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, nell'ambito del cantiere per la riforma fiscale. Il peso del valore aggiunto prodotto nell'area del sommerso economico differisce per settore di attività: nel 2008, nell'ipotesi massima, nel settore agricolo raggiunge il 32,8% del valore aggiunto totale della branca (9,1 miliardi di euro), nel settore industriale è al 12,4% (52,8 miliardi) e nel terziario al 20,9% (212,9 miliardi).Se si scende ancora più in profondità - gli ultimi dati disponibili sono riferiti al 2005 1 - si osserva che l'economia sommersa tocca il top nel settore "alberghi e pubblici esercizi", con una quota del 56,8%. Seguono i "servizi domestici" con un 52,9%. Nel complesso l'industria in totale ha una quota di sommerso pari all'11,7%, l'agricoltura, silvicoltura e pesca pari al 31,1% e i servizi pari al 21,7%. Per il comparto industria è nelle 'costruzioni' che si annida la quota maggiore di economia in nero con il 28,4%.Seguono "tessile, abbigliamento, pelli e calzature"' con il 13,7%, "altri prodotti industriali" con l'11%, "alimentari, bevande e tabacco" con il 10,7%. La quota di sommerso è minima, invece, nel settore "elettricità, gas e acqua" (1,8%).Per il comparto servizi, oltre al settore "alberghi e pubblici esercizi" e a quello dei "servizi domestici" che raggiungono le quote massime di evasione. "Istruzione, sanità e altri servizi socialì" toccano il 36,8%, seguiti da "trasporti e comunicazioni" con il 33,9%, "commercio" con il 32,1% e "servizi alle imprese" con il 21,5%. La quota di economia in nero risulta nulla per il settore "pubblica amministrazione" e contenuta nel "credito e assicurazioni" (6,4%).

Leo


Bisogna scegliere chi si vuole amare - Cicerone





Leo

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Lampante dimostrazione della inattendibilità della rilevazione:"La quota di economia in nero risulta nulla per il settore "pubblica amministrazione" e contenuta nel "credito e assicurazioni" (6,4%)."Quindi nessuno prende mazzette tra i pubblicienessuno presta soldi a usura ....Se è una rilevazione del nero questa fette le DEVE rilevare!!!

Pirlasco de Pirlis
Pirlasco de Pirlis

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è ovvio che sono cifre comunque di relativa attendibilità, perchè se fossero così facili da rilevare si agirebbe anche di conseguenza.il nero della ristorazione è così facile da rilevare... troppo spesso c'è personale non in regola, e questo pesa anche nelle conseguenze sugli "studi di settore". qualche visitina (possibilmente non concordata) ed il nero emerge facilmente.nel "credito e assicurazioni" ci sono un sacco di personaggi che lavorano "in nero" chiedendo provvigioni (che magari non possono nemmeno chiedere, per legge) in nero. purtroppo è colpa anche dei cittadini che si affidano a questi personaggi poco puliti e non si capisce perchè.

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