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Se cerchi "prestito vitalizio ipotecario" su Google, il primo risultato è il link all'unico operatore che in questo momento lo sta offrendo (perdonami, ma non mi sembra corretto fare riferimenti diretti).Non sono però d'accordo con chi si scaglia contro questo strumento, Adusbef compresa. In effetti, molti anziani sono proprietari di abitazioni che, grazie all'andamento del mercato immobiliare degli ultimi anni, hanno un valore considerevole ma hanno redditi molto bassi. Il prestito vitalizio è un modo per consentirgli di vivere meglio gli ultimi anni, godendo dell'incremento di valore del proprio immobile senza privarsene.Anche il figlio, in fondo, è preferibile che il genitore in difficoltà economiche si finanzi in questo modo, erodendo un po' un'eredità che verrà percepita solo in futuro, invece di essere costretto a supportarlo economicamente da subito.Tenete conto che un uomo di 65 anni ha un'aspettativa di vita di 17 anni. Se possiede una casa da € 300.000 (e sono molti, oggi) può "estrarne" € 75.000 (il 20%) come finanziamento vitalizio, che potrebbero essere trasformati in una rendita intorno ai € 4.500 all'anno. Al tasso del 7% (con uno spread del 2,25%!), l'erede dovrà restituire € 237.000 circa. Se la casa nel frattempo si è rivalutata del 2,5% l'anno, però, all'epoca varrà intorno ai € 456.000. Non mi sembra poi una prospettiva così malvagia.

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Veramente, nell'esempio che ho fatto (che non mi sembra assurdo: nel lungo termine difficilmente l'incremento di valore degli immobili è inferiore all'inflazione) il figlio si ritrova con un'eredità di oltre € 200.000 e non ha dovuto sopperire alle necessità dei genitori.Senza considerare che la casa non è "già sua". Solo in Italia consideriamo i beni dei nostri genitori come "già nostri": loro hanno il sacrosanto diritto di farne quello che vogliono fino al momento in cui ci lasciano. E se un genitore ricorre al prestito vitalizio per garantirsi un'integrazione del reddito senza gravare sui figli, credo che meriti rispetto.

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