Buongiorno,nel 2004 ho stipulato un mutuo a rata costante, ora, in seguito all' aumento dei tassi, mi ritrovo a pagare una rata composta da 300 Euro di capitale e 950 di interessi. In questo modo mi ritroverò alla fine dei 20 anni con ancora un capitale da restituire "impressionante". Mi chiedevo se non esisteva una legge che determinava i termini massimi di rapporto tra quota capitale e interessi perchè con rate così squilibrate il mutuo si autogenera e praticamente diventa infinito.(se non ricordo male mi sembra che nel piano di ammortamento la quota capitale non deve mai essere inferiore al 40% della rata ? ).
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09/01/2008, ore 10:29
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09/01/2008, ore 11:25
i mutui a rata costante prevedono l'allungamento del piano di ammortamento qual'ora i tassi aumentino...quindi il tuo mutuo...stanti le cose, non terminerà alla scadenza dei 20 anni!!!! |
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09/01/2008, ore 11:31
Che non terminerà fra 20 anni è l' unica cosa certa ...... quello che mi chiedevo è se esistevano delle regole minime tra quota capitale e interessi, mi spiego :il mutuo parte con rate composta da circa il 40% di quota capitale e il 60% di interessicon il passare delle rate la composizione tende ad invertirsi.Nel mio caso ora la composizione è 25% quota capitale e 75% interessi, in questo modo l' estinzione sarebbe tra circa 35 anni !!!Mi chiedevo se la legislazione avesse previsto delle regole minime di composizione tra quota capitale e interessi. |
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09/01/2008, ore 11:35
attenzione: la durata del mutuo non si allunga all'infinito, ma entro un limite contrattuale, come ordine di idee max cinque anni.inoltre dopo un certo periodo anche questo contrattuale, puoi passare al tasso fisso: verifica se ne hai già la possibilità. |
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09/01/2008, ore 11:46
Purtroppo nel mio caso la durata può raddoppiare (quindi 40 anni) ..... per il passaggio a tasso fisso controllo subito. Grazie. |
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11/01/2008, ore 13:37
Io ho stipulato un variabile a rata costante (mutuo affitto BNL) nel 2004, con rate semestrali, EURIBOR 6 mesi e spread 1,5. Dai 20 anni inizialmente previsiti, sono passato a 25 (durata massima), con maxi-rata finale di 30.000€. La durata massima l'ho raggiunta già dopo 2 anni dalla stipula, per un incremento del tasso d'interesse all'epoca non ancora stratosferico. Quando chiedevo spiegazioni mi veniva detto che l'indicazione delle rate residue era solo indicativa, di non preoccuparmi. Adesso i funzionari riconoscono la criticità della situazione. Credo sia un vero e proprio bidone perchè l'incremento della durata fa sì che la restituzione del capitale sia lentissima, teoricamente anche nulla, con il risultato che si potrebbero pagare quasi solo interessi per 25 anni e restituire gran parte del capitale tutto insieme nell'ultima rata (come risulta dall'attuale mia situazione).Ho verificato come cambierebbe l'ammortamento restituendo anticipatamente, in questa fase iniziale, parte del capitale: ipotizzando di tener la rata costante all'attuale valore (definita dal contratto), anche con poche migliaia di euro si riporterebbe la durata intorno a quella prevista originariamente, con un riparmio sugli interessi di parecchie decine di miglia di euro.Ebbene, l'istituto di credito mi ha presentato un conteggio di estinzione parziale anticipata in cui, anzichè tenere lo stesso importo di rata PREVISTO ESPLICITAMENTE DAL CONTRATTO e ridurre la durata sotto i 25 anni, viene ridotto l'importo della rata, fissando la durata a quella massima di 25 anni. Non solo con questa interpretazione della banca (per me violazione del contratto) pagherei decine di migliaia di euro in più di interessi, ma mi esporrei ancor di più agli effetti negativi dell'eventuale aumento dei tassi , in quanto avendo ridotto l'importo della rata, poichè la quota interessi è sempre determinata in prima battuta, lo spazio disponibile per la quota capitale sarebbe ulteriormente ridotto e mi esporrei a situazioni in cui le rate includerebbero quasi esclusivamente interessi o paradossalmente potrebbero divenire non più sufficienti a pagare gli interessi (e quindi potrebbero pervenire richieste di pagamento superiori alla cosidetta rata costante).Malgrado reclami e solleciti per produrre un conteggio corretto per estinzione anticiapata parziale (con riduzione della durata), la risposta è una sola: "A prescindire da quello che c'è scritto nel contratto, I SISTEMI NON PREVEDONO IL TIPO DI CONTEGGIO RICHIESTO!!!" . Ad una risposta di tal genere mi chiedo cosa accadrebbe se innanzi ad una richiesta di pagamento di una banca un cliente rispondesse: "A prescindere da quello che ho firmato, poichè ho perso il bancomat e finito il libretto degli assegni, ho deciso che non pago, gli strumenti non me lo permettono.grazie, arrivederci!"Attualmente sto anche valutando la rinegoziazione verso un fisso, ma in pratica secondo la banca dovrei chiudere e riaprire un nuovo mutuo e fare un nuovo atto col notaio (le odierne procedure non consentono differenti modalità) !! Altre banche so che rinegoziano con semplice scambio di lettera commerciale (senza notaio), come anche previsto dal comunicato stampa dell'ABI del 21 novembre 2007. La surrogazione è invece miracolosamente diventata semplicissima: 10-15 giorni però con atto notarile (3 mesi fa ti veniva detto che non avevi capito niente, che il decreto Bersani sarebbe stato inattuabile,etc. etc.) Io sono arrivato al limite di sopportazione e propongo a tutti coloro che hanno un Mutuo Affitto BNL di unirsi per un reclamo che ci consenta di far valere il contratto o di rinegoziare al meglio. |
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