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Buongiorno, dovrei sottoscrivere un contratto di mutuo in qualità di terzo datore di ipoteca. L'immobile a garanzia è infatti in comproprietà con mio marito in ragione del 50% ciascuno e lui è l'unico intestatario/richiedente del mutuo . La cifra per cui l'immobile è a garanzia è abbastanza esigua da rientrare nella sua quota di comproprietà. La mia domanda è questa: si può inserire nell'atto una clausola/postilla/scrittura privata/altro in cui si chiarisca che in caso di alienazione forzata dell'immobile il ricavato della vendita venga ovviamente diviso, ma il debito residuo venga rimborsato unicamente gravando sulla quota di proprietà di mio marito intestatario e beneficiario del mutuo? In che termini è eventualmente possibile? Spero di essere stata chiara. Grazie

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E la banca interessata è stata interpellato? Se si cosa ha detto?.

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Mi hanno risposto che non è di loro competenza. Che sono accordi tra le parti interessate al mutuo e che loro inviano al notaio una modulistica predefinita per i mutui. Il notaio mi ha risposto che invece dovrebbe essere competenza della banca. Io ritengo che non ci sia volontà da entrambe le parti di fare lo sforzo di aggiungere due righe all'atto, ma volevo sapere se realmente è una richiesta così impossibile o contro legge ( non credo visto che si trovano soprattutto nei testamenti richieste inverosimili da far rispettare) e su chi fare pressione per ottenere riscontro. Non credo di essere l'unica a trovarmi in questa posizione. Non posso chiedere/pretendere formalmente di inserire questa precisazione? La banca non viene lesa in caso di escussioneGrazie per l'attenzione

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Certamente non è contro nessuna legge la tuia richiesta, il problema vero è che se tu non hai fiducia in tuo marito, perchè dovrebbe averla la banca? Tornando alla questione dici che l'importo del mutuo e ben più picolo del valore del 50% dell'immobile, per cui non vedo il problema. Messo all'asta la banca si prenderà solo i soldi del debito residuo + le spese legali è gli interessi ch anche se dovesse succedere domani teoricamente rientrano totalmente nel valore del 50% dell parte di tuo marito, il resto l'altro 50% verrà sempre restituito. Dato che si suppone che non avverra o avverrà tra qualhe anno, la situazione sarà ancora più favorevole a te (nel fratttempo avrà scalato un bel po di capitale, con il pagamento delle rate. Io non vedo grossi problemi. Ricordati che i ctr bancari sono standart e per una loro variaizone ci vuole tempo (intervendo dell'ufficio legale, intervendo di chi deve autorizzare la nuova bozza etc etc) , fastidio che si tramutano in una perdita di denaro, penso che nessuna banca accetterebbe una clausola del genere, ma solo per una questione pratica, di cui sopra

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Grazie per la risposta. Probabilmente mi sono creata un problema che non esiste. Devo sistemare questo aspetto economico prima di separarmi legalmente, ecco il perchè della sfiducia in mio "marito". Era un dubbio che mi aveva insinuato tempo fa l'avvocato che "dovrebbe" seguire la mia separazione, ma che evidentemente non è fondato e serve solo a cercare di dimostrare quanto è solerte in queste cose facendole apparire più grandi di quello che sono, invece di tutelarmi su molte altre più delicate.... Tant'è vero che ho evitato di consultarlo. In effetti non vedo come altro potrebbe essere se non come mi hai chiaramente esposto. Del mutuo ne usufruisce lui e fortunatamente nei limiti della quota di sua proprietà. In caso di vendita forzata verrà perciò a gravare su ciò che è di sua competenza. Grazie ancora dell'attenzione.

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